aggiornamento - OMCEO VR

FRANCESCO DEL ZOTTI
MMg Verona
Statistiche recenti di funzionari
medici della nostra regione indicano
che l'appropriatezza dei Codici di
priorità è piuttosto bassa e spesso
molto al di sotto del 50%. Sarebbe
da valutare nel dettaglio il modo in
cui sono state eseguite queste statistiche.
Il problema comunque c’è ed
è ineludibile.
Le ragioni di tale insuccesso sono
molteplici, Forse vi è stata una sopravvalutazione
della spinta razionalista
delle linee-guida correlate: "i
codici sono molto ragionevoli e
servono a tagliare e razionalizzare le
liste di attese; ergo si imporranno da
sole".
Non è stato così. Un sistema così
innovativo andava, a mio parere, ben
protetto con una combinazione di
Discussioni e Corsi tra i medici; audit
ed eventuali incentivi; capillare e
continua campagna sui media.
Oggi, invece, i non pochi pazienti "esigenti"
o frettolosi sono protagonisti
della vicenda e inducono i loro
medici in un gioco competitivo, ove
vince chi conquista più Codici B, in
un contesto di crescente scarsità
delle risorse. Serve un nuovo patto,
realmente cooperativo.
In questo articolo voglio soffermarmi
su una variabile importante: il comportamento
degli impiegati agli sportelli
e del CUP.
Sempre più assistiamo all'escalation
di ruolo e iniziativa di un numero non
esiguo di impiegati agli sportelli o dei
CUP, che commentano le nostre
ricette o che dicono al paziente: *si
faccia mettere la lettera B o U o il
codice esenzione ecc... Come mai il
suo medico non ha scritto si ricetta
rossa la densitometria (..magari fuori
dai LEA)? **
Tutto ciò in spregio a norme di buona
relazione con i MMg; in spregio
alle necessità legali e di appropriatezza
a cui siamo come medici e
cittadini sempre più chiamati
Inizio a pensare che rispetto a
LETTERE AL DIRETTORE
La Signoria del *si faccia mettere B*
questa escalation esistono solo 3
uscite:
a) automatizzare con PC le funzioni
degli impiegati, così da sostituirli.
b) sostituirli con infermieri, che in
qualche modo conoscono il
nostro lavoro e hanno da rispettare
anche loro un codice deontologico.
c) imporre agli impiegati sanitari un
*codice deontologico* ad Hoc; e
su questo codice modellare un
nuovo contratto.
Questa oggi, ahimè, sembra una
soluzione surreale. Solo la consapevolezza
degli impiegati più seri (e ce
ne sono) può spingere verso questa
III soluzione
Sarebbe anche interessante usare
una procedura di richiesta diversa
da quella attuale, soprattuto per gli
esami più importanti o a più alto
costo: invece di scrivere un semplice
rigo di motivazione, i medici potrebbero
compilare una scheda (cartacea
o magari computerizzata
semiautomatica) con i criteri analitici
di appoggio di appropriatezza e
urgenza. Diverrebbe così quasi automatico
e meno opinabile attribuire la
tipologia di codice.
Ma tutto ciò sottende un supplemento
di lavoro sia nei termini di
riflessione e documentazione clinica,
sia nei termini di delicato compito
relazionale tra medici e pazienti.
Per tutto ciò, non può bastare l'invito
alla correttezza; serve invece una
strategia di investimenti educativi,
logistici ed economici.
14 VERONA MEDICA