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JESSIE MERITON WHITE MARIO:<br />
medico “mancato” e valente garibaldina<br />
Il fascino che si coglie nell’esaminare<br />
la figura di Jessie Meriton White Mario<br />
promana dalla sua vita generosa e<br />
coraggiosa al servizio della causa<br />
dell’indipendenza italiana.<br />
Discendente da una famiglia di armatori<br />
inglesi di Portsmouth, dove nacque<br />
nel 1832, fu una personalità complessa<br />
che fin da giovane si mostrò insofferente<br />
ai dettami rigidamente puritani<br />
del padre lasciando spazio ad uno<br />
spirito ribelle, impetuoso e passionale.<br />
Miss Hurricane (Signorina Uragano),<br />
come la definì Mazzini di cui abbracciò<br />
l’ideologia democratica, ha offerto un<br />
contributo ardimentoso ma poco conosciuto<br />
al nostro Risorgimento.<br />
Entrata in contatto con i circoli inglesi<br />
che sostenevano le idee di Mazzini per<br />
l’indipendenza italiana, fu incaricata<br />
dallo stesso Mazzini di organizzare<br />
campagne di raccolta fondi, di tenere<br />
conferenze in Gran Bretagna e negli<br />
Stati Uniti in favore dell’unità d’Italia e<br />
di contribuire alla rubrica intitolata Italy<br />
for Italians sul quotidiano inglese “Daily<br />
News” allo scopo di fare conoscere e<br />
sostenere le idee dei patrioti italiani.<br />
L’incontro con Garibaldi a Nizza nel<br />
settembre 1854, avvenuto grazie all’amicizia<br />
che aveva stretto in Inghilterra<br />
con la nobildonna Emma Roberts all’epoca<br />
“amica intima” dell’Eroe, rappresentò<br />
per la giovane inglese la svolta<br />
della vita tanto che decise di dedicarsi<br />
totalmente alla causa italiana. Miss<br />
White così scrisse sul suo libro The<br />
Birth of Modern Italy (La nascita dell’Italia<br />
moderna) dell’incontro con l’Eroe<br />
dei due Mondi da lei definito”un<br />
semplice cortese gentiluomo, di poche<br />
parole. […] Sicuro di essere chiamato<br />
a combattere contro gli austriaci e a<br />
guidare il popolo italiano alla rivoluzione,<br />
Garibaldi aveva ottenuto da me<br />
la promessa di diventare l’assistenteinfermiera<br />
dei suoi feriti e perciò, per<br />
prepararmi a questo compito, decisi<br />
di assicurarmi la migliore istruzione<br />
medica possibile”.<br />
Nonostante l’appoggio di medici eminenti,<br />
Miss White non riuscì a mettere<br />
in atto la promessa. Presentò infatti una<br />
STORIA DELLA MEDICINA<br />
richiesta formale di ammissione a<br />
quattordici ospedali di Londra per<br />
poter iniziare la pratica ospedaliera<br />
prima di iscriversi alla facoltà di Medicina,<br />
ma ricevette da tutti il rifiuto.<br />
Confortata dalla speranza che l’Università<br />
di Londra, la comunità medicoscientifica<br />
di chiara impronta liberale,<br />
l’avrebbe ammessa come candidata<br />
all’esame di immatricolazione, inoltrò<br />
domanda al Royal College of Medicine<br />
chiedendo l’ammissione “in quanto mi<br />
sto preparando per il mio futuro lavoro<br />
medico-assistenziale in Italia”; incassò<br />
un ulteriore rifiuto motivato “dalla indecenza<br />
della richiesta perché una donna<br />
non può studiare medicina”.<br />
Miss White non si scoraggiò e decise<br />
di portare il suo sostegno alla causa<br />
italiana per altre vie; nel 1857 si fece<br />
inviare dal “Daily News” a Genova<br />
come corrispondente di guerra; nella<br />
città ligure incontrò Mazzini che, ospitato<br />
segretamente dall’amico Alberto<br />
Mario, un giovane di Lendinara (Rovigo),<br />
idealista e sostenitore delle idee<br />
Jessi White sposa di Alberto Mario<br />
di Mazzini e di Cattaneo, stava preparando<br />
la spedizione di Carlo Pisacane.<br />
Come noto, l’impresa fallì miseramente<br />
e tutti i cospiratori vennero arrestati<br />
dalla polizia sabauda; anche Miss<br />
White venne arrestata il 4 luglio 1857<br />
assieme ad Alberto Mario; i due patirono<br />
quattro mesi di carcere duro, ma<br />
quando vennero rilasciati decisero di<br />
riprendere la loro azione a favore dei<br />
patrioti italiani unendo le loro forze e<br />
unendosi in matrimonio.<br />
Il 10 giugno 1860 la nave “Washington”,<br />
acquistata con una massiccia<br />
azione di fund raising dei novelli sposi<br />
presso i Circoli Italiani in Inghilterra,<br />
salpava da Genova diretta a Palermo<br />
colma di volontari; durante la traversata<br />
Mrs White Mario progettò un servizio<br />
di ambulanze e di assistenza ai<br />
feriti e, una volta sbarcata a Palermo,<br />
aprì il primo ospedale da campo con<br />
i dottori Ripari e Stradivari. Con il marito<br />
seguì poi Garibaldi nell’impresa<br />
siciliana e nella marcia verso Napoli<br />
dove, nonostante le difficoltà, riuscì a<br />
impiantare e organizzare i due ospedali<br />
di Caserta e di Santa Maria Capua<br />
Vetere. Nei cruenti scontri sul Volturno,<br />
Mrs White Mario diede prova di<br />
grande coraggio uscendo con l’ambulanza<br />
sotto il fuoco incrociato per ben<br />
quattordici volte per raccogliere i feriti<br />
e i caduti sul campo di battaglia e<br />
lavorando per intere giornate a fianco<br />
dei medici per dare assistenza e aiuto.<br />
Divenne così sempre più popolare tra<br />
le truppe sia per la sua resistenza<br />
fisica che per il suo ottimismo e ben<br />
presto i garibaldini finirono per identificare<br />
“Jessie” (così era comunemente<br />
chiamata) con la “Bella Gigugin”, la<br />
protagonista della più nota canzone<br />
garibaldina.<br />
La dedizione alla causa garibaldina la<br />
spinse a seguire Garibaldi nell’impresa<br />
romana; nulla la fermò e quando seppe<br />
che Garibaldi era stato ferito in<br />
Aspromonte lo raggiunse con il dottor<br />
Nelaton, che con la sonda cercaproiettili<br />
da lui inventata, riuscì ad individuare<br />
la posizione del proiettile facilitando<br />
al dottor Zanetti la rimozione<br />
VERONA MEDICA 35