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sempre stimolante per poter cogliere<br />

nell’assetto delle ricette le forme della<br />

vita di quel mondo al quale le ricette<br />

sono destinate e ciò vale anche per i<br />

tartufi che propone di elaborare ricorrendo<br />

non solo al lardo etc. ma anche<br />

ad “un filino di Cognac” o a vini come<br />

quello della Champagne o di Madera.<br />

A dire il vero Escoffier parla anche di<br />

una possibile intesa fra i tartufi e la<br />

salsa di Béchamel, ma non sembra<br />

trattarsi di una grande idea, per quanto<br />

della salsa in parola vengano raccomandate<br />

solo poche cucchiaiate, in<br />

quanto si tratta di un collante un po’<br />

banale che potrebbe impoverire la<br />

percezione, piena e corretta, del<br />

sapore del tartufo. Più congeniale<br />

sembra essere l’intesa con il vino di<br />

Madera o della Champagne che ormai<br />

evoca dovunque fantasie galanti.<br />

Ancora più sofisticate, rispetto a quelle<br />

di Escoffier, sono le proposte di Antonin<br />

Carême dove i tartufi sono sempre<br />

assemblati e mimetizzati: si tratta<br />

- così sembra - di testimonianze di una<br />

cucina d’altri tempi. Il cenno a Carême<br />

è però doveroso non solo per ricordare<br />

il nome di un grande maître ma anche<br />

per poter dire dell’ “Essenza di<br />

Tartufi” (8) che viene elaborata, secondo<br />

Carême, aggiungendo ai prodotti di<br />

base “un piccolo bouquet aromatizzato,<br />

un po` di magro di prosciutto, un<br />

mezzo bicchiere di Madera secco ed<br />

un mestolo di consommé” fino a giungere,<br />

attraverso ripetuti arricchimenti<br />

e bolliture, al momento in cui “l’essenza<br />

sarà ridotta della metà”: si deve<br />

allora passarla “al tamis di seta” per<br />

poi servirsene “per gli arrosti di selvaggina<br />

o di pollame tartufati”. Si tratta,<br />

insomma, di un rituale molto elaborato<br />

che in alcun modo può essere sostituito<br />

con l’acquisto di qualche tintura<br />

al supermercato dove le essenze di<br />

tartufo sono quasi certamente prodotti<br />

chimici dal prezzo fin troppo democratico:<br />

è bene lasciare queste tinture<br />

nello scaffale dove si trovano.<br />

I tempi di Carême sono lontani ed<br />

altrettanto lontana è l’età di Escoffier.<br />

Oggi chi ama il sapore intrigante del<br />

tartufo lo cerca in un contesto naturale,<br />

leggibile, ben riconoscibile e, possibilmente,<br />

visibile: così nelle scaglie per<br />

il risotto o per le tagliatelle. Ma altrettanto<br />

bene vanno le creme al tartufo o<br />

le creme di formaggi al tartufo proposte<br />

da Virgilio Vezzola (9) , possibilmente<br />

elaborate appena prima di<br />

assaporarle. Suggestive anche la torta<br />

baldense e la frittata ai tartufi che<br />

34<br />

STORIA DELLA MEDICINA<br />

permettono di toccare con mano<br />

l’ennesimo dono del Monte Baldo che<br />

sempre stupisce chi ama seguire i suoi<br />

sentieri.<br />

Mentre la riflessione storica sul tartufo<br />

sembra portare, per quanto interessa<br />

l’età contemporanea, all’apprezzamento<br />

immediato dei suoi sapori naturali,<br />

sia pure con quelle larghe aperture<br />

che invitano alle associazioni mentali<br />

meno scontate, si deve riconoscere<br />

che l’abbinamento con i vini solleva<br />

non poche perplessità sia in merito alle<br />

tecniche di preparazione che in merito<br />

al momento del consumo. Legittima la<br />

cottura, raccomandata dai grandi<br />

cuochi del passato, con il madera<br />

secco: i sapori si incontrano e si amalgamano.<br />

Un po’ più problematica l’elaborazione<br />

con lo champagne: deve<br />

trattarsi, soprattutto quando si parla di<br />

cottura, di un prodotto decisamente<br />

brut. Intonata dalle incertezze e dalle<br />

perplessità più radicali è invece la<br />

scelta del vino ideale d’accompagna-<br />

mento, se di ideale si può parlare in<br />

merito a queste cose dove bisogna<br />

fare i conti sia con i vini a disposizione<br />

che con le inclinazioni personali.<br />

Senza dubbio sono da escludere le<br />

bottiglie troppo invecchiate, marcate<br />

dalla legnosità della botte, dal sapore<br />

tannico ed erbaceo: il sapore del<br />

tartufo ne uscirebbe irrimediabilmente<br />

compromesso. Ma anche i vini eccessivamente<br />

fruttati e spumantizzati, che<br />

godono oggi di tanta fortuna, suscitano<br />

non poche perplessità: cancellerebbero,<br />

infatti, quei sapori di fondo<br />

che sarebbe invece doveroso accarezzare<br />

e valorizzare. La scelta sembra<br />

restringersi ed orientare verso vini come<br />

lo champagne brut, con il sentore<br />

di lieviti che lo caratterizza, ma anche,<br />

per restare fra i vini domestici, si può<br />

pensare alla ‘schiava’ - garbata, giovanile,<br />

discreta - o al bardolino classico.<br />

Non vi sono certezze: bisogna provare<br />

e riprovare, con entusiasmo, vincendo<br />

la pulsione a rimuovere tutto ciò che<br />

riguarda l’olfatto (10) .<br />

Cenni bibliografici e note<br />

1. MOLIÈRE, Il Tartufo, in Commedie, trad.<br />

M. Bonfantini, Verona, Mondadori,<br />

1960, pp. 224, 226.<br />

2. D. M. STODDART, La scimmia profumata.<br />

Biologia e cultura dell’odore<br />

umano, trad. R. Tamburro, Roma, CIC,<br />

2000, pp. 16, 185, 232.<br />

3. Gusto e olfatto sono argomenti al<br />

centro di ricerche ancora pionieristiche.<br />

In Verona se ne occupano Maria Antonietta<br />

Bassetto e Paola Cecchini. Si<br />

veda, al proposito, l’intervista a Thomas<br />

Kummel (Gusto e olfatto, «Verona<br />

medica», 4 (2010), p. 16).<br />

4. Il rapporto fra odori ed organi sessuali<br />

è stato approfondito nel topo ma<br />

nell’uomo, con l’avvento della stazione<br />

eretta, l’interesse per gli odori emanati<br />

dagli organi sessuali sembra essere<br />

più complesso, rispetto a quanto si<br />

verifica in altri mammiferi, con uno<br />

spostamento dell’interesse verso l’alto:<br />

dalla zona genitale a quella ascellare.<br />

Molti profumi, particolarmente apprezzati,<br />

evocano peraltro sia l’odore della<br />

pelle che gli odori che circondano la<br />

sfera genitale. L’incenso, da secoli<br />

apprezzato in tanti rituali, ha odori simili<br />

a quelli della pelle del corpo umano.<br />

Lo zibetto, impiegato in profumeria,<br />

viene estratto grattando le sacche anali<br />

dell’animale omonimo. Ed anche il<br />

muschio, altrettanto apprezzato dai<br />

profumieri, è una sostanza prodotta<br />

nella borsa prepuziale, collocata di<br />

fronte al pene, del cervo himalayano.<br />

5. Si tratta di una pratica pedagogica piuttosto<br />

disturbante, relativamente diffusa<br />

nei ristoranti di lusso che aspirano a<br />

qualche segnalazione nei comuni cataloghi<br />

che corrono fra le mani di tanti<br />

viaggiatori, troppo fiduciosi nell’imparzialità<br />

di giudizio di questi repertori.<br />

6. A. ESCOFFIER, Guida alla grande<br />

cucina, trad. it., Roma, Muzzio, 2001,<br />

pp. 946-947.<br />

7. In un anno di buona produzione come<br />

il 2010, per quanto il prezzo del tartufo<br />

d’Alba sia crollato fino a 200 euro<br />

all’etto, si deve riconoscere che la<br />

proposta di Escoffier non è a portata di<br />

mano (C. PANNELLA, Sua maestà il<br />

tartufo d’Alba, «Libero», 14 novembre<br />

2010).<br />

8. M. A. CARÊME, L’arte della cucina francese<br />

nel XIX secolo. Trattato elementare<br />

e pratico, trad. A. Pezzani, Fidenza<br />

(Pi), Mattioli, 2007, p. 357.<br />

9. V. VEZZOLA, Tartufi bresciani, Brescia,<br />

Massetti Rodella Editori, 2007, pp. 130-<br />

131.<br />

10. Nota Annick Le Guérer come tutto ciò<br />

che inerisce all’olfatto, compromesso<br />

con l’appetito e con la sessualità, sia<br />

destinato ad essere rimosso “perché<br />

l’atto del fiutare assimila l’uomo alla<br />

bestia” ( A. LE GUERER, I poteri dell’odore,<br />

trad. Ch. Bongiovanni, Torino,<br />

Bollati Boringhieri, 2004, p. 267).<br />

VERONA MEDICA

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