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La somministrazione della terapia<br />
farmacologica soprattutto benzodiazepinica<br />
dovrebbe essere intermittente<br />
(sia nelle singole notti che nelle<br />
settimane) e con una rivalutazione<br />
dopo 2-4 settimane. È stato dimostrato<br />
che la terapia può essere proseguita<br />
anche per 6-12 mesi senza sostanziali<br />
effetti collaterali però in caso di ulteriori<br />
prolungamenti il paziente dovrebbe<br />
essere rivalutato ogni 6 mesi per<br />
identificare eventuali abusi, inefficacia<br />
o effetti avversi. La formulazione preferibile<br />
per le benzodiazepine e per i<br />
farmaci da possibile abuso sono le<br />
compresse. La sospensione della terapia<br />
farmacologica può sempre comportare<br />
un’insonnia rebound o effetti<br />
avversi psicologici (ansia) per questo<br />
è indicato programmare una lenta e<br />
progressiva riduzione (in settimane o<br />
mesi, con somministrazioni intermittenti).<br />
La riduzione e successiva sospensione<br />
della terapia farmacologica<br />
è favorita dall’associazione con la<br />
terapia cognitivo-comportamentale<br />
con incremento del tasso di astinenza<br />
a lungo termine. In caso di insonnia<br />
cronica sarebbe quindi opportuno in-<br />
AGGIORNAMENTO<br />
staurare una terapia combinata (farmacologica<br />
e psicologica/comportamentale)<br />
in grado di gestire l’insonnia<br />
in acuto e poi garantire una<br />
rapida sospensione della terapia farmacologica<br />
grazie al supporto psicologico/comportamentale.<br />
Il paziente<br />
dovrebbe, quindi, essere inviato allo<br />
specialista di Medicina del Sonno in<br />
caso di: farmaco-resistenza, sospetto<br />
di altre patologie del sonno (apnee<br />
notturne mioclono notturno, sindrome<br />
delle gambe senza riposo, narcolessia),<br />
patologie psichiatriche maggiori,<br />
disturbo del ritmo circadiano.<br />
Conclusioni<br />
L’insonnia è una reale malattia che<br />
deve sempre essere ricercata, diagnosticata<br />
e trattata. L’insonnia deve<br />
essere gestita quanto prima perché<br />
può evolvere, cronicizzare e indurre<br />
complicazioni. Una corretta cura deve<br />
prevedere la conoscenza delle cause<br />
dell’insonnia, dei trattamenti non farmacologici<br />
e delle caratteristiche dei<br />
farmaci disponibili.<br />
Il percorso diagnostico-terapeutico<br />
dell’insonnia dovrebbe partire dalla<br />
Medicina di Base e poi successivamente<br />
interessare i Centri di Medicina<br />
del Sonno.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1. Clinical guideline for evaluation<br />
and management of chronic<br />
insomnia in adults. Shutte-Rodin<br />
S, Broch L, Buysse D, Dorsey C,<br />
Sateia M. Journal of Clinical Sleep<br />
Medicine, Vol 4, No. 5, 2008<br />
2. Insomnia: diagnosis and treatment<br />
in general practice. A consensus<br />
report produced in collaboration<br />
with Italian general practitioners.<br />
Dis Manage Health Outcomes<br />
2005; Spec. Issue 1: 3-33.<br />
3. Disturbi del sonno e rischio cardiovascolare.<br />
Guida pratica per la<br />
medicina generale. Cricelli C,<br />
Filippi A, Gigli GL, Parati G, Parrino<br />
L, Provini F, Terzano MG. Rivista<br />
della società Italiana di Medicina<br />
Generale - Fascicolo 2/2011.<br />
4. Sleep Disorders Medicine. Basic<br />
Science, Technical considerations,<br />
and Clinical Aspects. Third Edition.<br />
2009. Saunders Elsevier Ed. S<br />
Chokroverty.<br />
La psicoterapia cognitivo-comportamentale:<br />
dal sintomo al benessere<br />
MARCO COLAFELICE<br />
Psichiatra e Psicoterapeuta<br />
Verona<br />
Parte prima<br />
Fino alla metà dell’Ottocento la Psicologia<br />
non esisteva come disciplina<br />
autonoma, e tanto meno quindi la psicoterapia,<br />
in quanto rientrava nel corpus<br />
dottrinario e di indagine della Filosofia.<br />
Non è un caso che in ambito universitario<br />
non esistessero cattedre di psicologia,<br />
ma di filosofia, anche se qualche<br />
cattedratico si interessava pressoché<br />
esclusivamente di psicologia.<br />
Lo stesso Wilhelm Wundt, che viene<br />
ritenuto dai più (Luccio 1994) il padre<br />
della psicologia moderna e il fonda-<br />
tore della psicologia scientifica, nel<br />
1879, con la creazione del primo laboratorio<br />
di psicologia sperimentale a<br />
Lipsia, era il titolare della cattedra di<br />
filosofia presso quella università.<br />
La psicologia si costituì in scienza autonoma<br />
nel momento in cui trovò il<br />
modo di utilizzare, come le altre scienze<br />
naturali, il metodo scientifico (Luccio<br />
1994), che si caratterizza per 3<br />
concetti chiave: 1) quello di oggettività,<br />
2) quello di variabile e 3) quello<br />
di controllo. La psicologia cercò quindi<br />
la propria identità collocandosi all’interno<br />
delle scienze naturali, e come<br />
queste subì il profondo influsso dell’Evoluzionismo<br />
di Darwin, che spinse gli<br />
psicologi ad interessarsi della “Psicologia<br />
animale” nell’intento di rintracciare<br />
nel comportamento animale<br />
elementi riferibili all’uomo, di comprendere<br />
l’evoluzione, lo sviluppo ontogenetico<br />
e filogenetico della specie umana.<br />
È su questo sfondo che si sviluppa la<br />
ricerca psicologica in Europa ed in<br />
America, dove, per altro, sotto l’influenza<br />
della cultura americana impregnata<br />
del pragmatismo dei James e<br />
dei Dewey, si sviluppò non tanto l’esigenza<br />
di creare delle teorie, bensì<br />
degli ambiti applicativi alle teorie.<br />
Ciò premesso, si può far risalire al<br />
1913 la data di nascita del Comportamentismo,<br />
in un articolo pubblicato<br />
da Watson su Psychological Review<br />
dal titolo: “Psychology as the behaviorist<br />
views is”.<br />
Watson era non uno psicologo clinico,<br />
bensì uno psicologo sperimentale che<br />
22 VERONA MEDICA