la libertà Di scelta Del paziente con Disturbi mentali gravi - Personal ...
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P s i c h i a t r i a d i c o m u n i t à – v o l u m e v i n . 2 g i u g n o 2 0 0 7<br />
cognitivi primari. Le altre alterazioni cognitive assumono<br />
ruoli importanti in ambiti di studio che indagano le<br />
basi del<strong>la</strong> sintomatologia psicotica e le <strong>con</strong>seguenze<br />
invalidanti del<strong>la</strong> schizofrenia. Un’altra questione da<br />
trattare <strong>con</strong>cerne l’utilizzo dei test neurocognitivi per <strong>la</strong><br />
rilevazione dei vari deficit osservati nel<strong>la</strong> schizofrenia.<br />
Questi strumenti in genere misurano differenti processi<br />
cognitivi allo stesso tempo (Heinrichs & Zakzanis,<br />
1998). Il punteggio finale riflette tale complessità, piuttosto<br />
che dare indicazioni su una funzione singo<strong>la</strong>. Per<br />
questo motivo bisogna essere cauti nell’inferire specifici<br />
deficit sul<strong>la</strong> base delle prestazioni mostrate in una<br />
partico<strong>la</strong>re prova (Faraone et al., 1999). Inoltre occorre<br />
notare che i risultati ottenuti non sono attendibili se il<br />
soggetto che ha compiuto l’esperimento si trovava in<br />
una <strong>con</strong>dizione emotiva partico<strong>la</strong>re, caratterizzata da<br />
uno stato ansioso o depressivo notevolmente accentuato.<br />
Infine è necessario ricordare che i paradigmi di ricerca<br />
utilizzati dal<strong>la</strong> psicologia cognitiva segna<strong>la</strong>no <strong>la</strong> presenza<br />
di un deficit attraverso l’analisi di due variabili: tempi di<br />
reazione e accuratezza. Tramite queste misure è difficile<br />
circoscrivere le funzioni colpite nel<strong>la</strong> schizofrenia e in<br />
altri disturbi <strong>mentali</strong> (C<strong>la</strong>ridge, 1994). Probabilmente<br />
questo è uno dei motivi per cui non è ancora stato<br />
possibile iso<strong>la</strong>re deficienze cognitive che differenziano<br />
nettamente i pazienti schizofrenici da altre popo<strong>la</strong>zioni<br />
psichiatriche.<br />
I deficit cognitivi nei familiari di primo grado<br />
In sintesi, lo studio dei fattori cognitivi di vulnerabilità<br />
nei soggetti schizofrenici presenta problematiche<br />
difficilmente risolvibili. Il compito più arduo riguarda <strong>la</strong><br />
distinzione tra le deficienze che caratterizzano uno dei<br />
presupposti del<strong>la</strong> patologia e quelle che sono il frutto<br />
dello stato morboso in atto. In effetti, i deficit cognitivi<br />
primari tendono a essere sovrastati dai deficit fittizi in<br />
fase acuta e da quelli residui in fase di remissione. Per<br />
questo motivo è molto probabile rilevare alterazioni<br />
cognitive che non sono comprese tra i fattori di predisposizione<br />
al<strong>la</strong> patologia. <strong>Di</strong>versi studiosi si ac<strong>con</strong>tentano<br />
di ris<strong>con</strong>trare <strong>la</strong> presenza di questi deficit, senza<br />
interrogarsi sull’attendibilità dei dati <strong>con</strong>seguiti o sul<strong>la</strong><br />
natura del disturbo rilevato. D’altronde, chiunque voglia<br />
avere facili risultati positivi da pubblicare su riviste internazionali<br />
può indirizzarsi verso <strong>la</strong> ricerca di alterazioni<br />
cognitive nei soggetti schizofrenici! Ottenere dati significativi<br />
in questo campo è tanto semplice quanto inutile,<br />
a meno che non si sviluppino metodologie capaci di<br />
ridurre <strong>la</strong> misurazione ai soli deficit cognitivi primari o<br />
114<br />
di escludere <strong>la</strong> possibilità che le alterazioni rilevate siano<br />
causa dello stato psicopatologico corrente.<br />
Una delle strategie da utilizzare per ovviare alle<br />
problematiche appena accennate è quel<strong>la</strong> di prendere<br />
in esame i parenti di primo grado dei soggetti schizofrenici.<br />
Tra i geni che accomunano i pazienti e i loro<br />
familiari possono essere presenti quelli implicati nel<strong>la</strong><br />
costituzione dei vari fattori di predisposizione al<strong>la</strong> patologia<br />
(Staal et al., 2000). I dati disponibili indu<strong>con</strong>o<br />
a credere che i deficit cognitivi osservati nei soggetti<br />
schizofrenici siano ris<strong>con</strong>trabili in forma attenuata anche<br />
nei loro <strong>con</strong>sanguinei di primo grado (Vollema &<br />
Postma, 2002). Numerose evidenze sostengono l’ipotesi<br />
che queste alterazioni cognitive siano geneticamente<br />
determinate. Lo studio dei familiari è una delle strategie<br />
più efficaci per il rilevamento dei deficit implicati nel<strong>la</strong><br />
determinazione del<strong>la</strong> sindrome e per <strong>la</strong> definizione di<br />
marker di vulnerabilità affidabili (Maier et al., 1992). Il<br />
vantaggio di questo metodo è quello di eliminare l’effetto<br />
<strong>con</strong>nesso all’influenza del<strong>la</strong> sintomatologia positiva<br />
e/o negativa (Saoud et al., 2000): il ris<strong>con</strong>tro dei deficit<br />
cognitivi non può essere imputato all’azione distruttiva<br />
del<strong>la</strong> schizofrenia, né a variabili quali l’effetto col<strong>la</strong>terale<br />
dei farmaci, l’iso<strong>la</strong>mento sociale, l’ospedalizzazione, ecc.<br />
Inoltre <strong>la</strong> ricerca dei fattori genetici coinvolti nel<strong>la</strong> patologia<br />
può trarre notevoli vantaggi dall’identificazione<br />
delle alterazioni cognitive presenti nei familiari dei pazienti<br />
(Keefe et al., 1997). Non è possibile rintracciare i<br />
geni implicati nello sviluppo del<strong>la</strong> schizofrenia partendo<br />
dalle complesse manifestazioni patologiche che caratterizzano<br />
le fasi acute del<strong>la</strong> sindrome: probabilmente non<br />
esiste una corrispondenza diretta tra i processi cerebrali<br />
geneticamente determinati e i fenomeni clinici che<br />
definis<strong>con</strong>o le categorie diagnostiche (Faraone et al.,<br />
1995). Gli studiosi che si occupano di genetica hanno<br />
bisogno di identificare misure strettamente corre<strong>la</strong>te<br />
alle funzioni cerebrali di base. In questo senso, i deficit<br />
cognitivi primari ricoprono un ruolo importante, poiché<br />
riflettono alterazioni a carico di funzioni cognitive<br />
semplici, che detengono un rapporto più diretto <strong>con</strong> i<br />
processi biologici influenzati dai meccanismi genetici.<br />
Attraverso queste deficienze possono essere individuati<br />
i probabili portatori del genotipo schizofrenico che non<br />
hanno sviluppato <strong>la</strong> sintomatologia (Jones et al., 2001).<br />
Se<strong>con</strong>do diversi autori, l’identificazione di specifici<br />
marker endofenotipici semplificherà <strong>la</strong> ricerca dei geni<br />
coinvolti nel<strong>la</strong> determinazione del<strong>la</strong> schizofrenia. Tuttavia,<br />
non tutti i <strong>con</strong>sanguinei presentano una familiarità<br />
per il disturbo, quindi i deficit cognitivi saranno evidenti<br />
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