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la libertà Di scelta Del paziente con Disturbi mentali gravi - Personal ...

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l a l i B e r t à d i s c e l t a d e l P a z i e n t e c o n d i s t u r B i m e n t a l i g r a v i<br />

fiducia in tali cure e utilizzano così proprio l’effetto<br />

p<strong>la</strong>cebo. Se un <strong>paziente</strong> scegliesse una terapia che il<br />

medico ritiene inefficace, l’efficacia derivante dall’effetto<br />

p<strong>la</strong>cebo andrebbe perduta.<br />

Nel trattamento individuale <strong>la</strong> possibilità di <strong>scelta</strong> da<br />

parte del <strong>paziente</strong> può essere resa più agevole utilizzando<br />

appositi strumenti ausiliari al<strong>la</strong> <strong>scelta</strong> terapeutica, specifici<br />

per l’ambito psichiatrico. Sviluppare tali strumenti<br />

finalizzati al trattamento individuale implica una serie<br />

di operazioni. Il <strong>paziente</strong> infatti deve poter accedere alle<br />

informazioni che ritiene utili prima, durante e dopo <strong>la</strong><br />

visita psichiatrica. Potrebbe essere possibile valutare il<br />

tasso di risposta alle cure <strong>con</strong> delle indagini genetiche.<br />

Le <strong>con</strong>clusioni delle ricerche scientifiche dovrebbero<br />

essere discusse e valutate <strong>con</strong> il <strong>paziente</strong>. Il rapporto<br />

rischio/beneficio e <strong>la</strong> possibilità di effetti imprevedibili<br />

dovrebbero essere posti in discussione nel corso del<strong>la</strong><br />

visita. Le preferenze del <strong>paziente</strong> dovrebbero essere<br />

tenute nel<strong>la</strong> debita <strong>con</strong>siderazione valutando insieme<br />

a lui le diverse opzioni. Bisognerebbe tenere in <strong>con</strong>siderazione<br />

quali terapie sono effettivamente disponibili<br />

a livello locale. Infine sarebbe importante esplicitare e<br />

ri<strong>con</strong>oscere le pressioni tese a persuadere o costringere<br />

il <strong>paziente</strong>, come – per esempio – <strong>la</strong> possibilità di un<br />

futuro trattamento obbligatorio (Elwyn, 2004).<br />

<strong>con</strong>clusioni<br />

Il termine “<strong>scelta</strong>” del <strong>paziente</strong> è stato utilizzato<br />

in modi diversi. Per questo è importante, quando se<br />

ne par<strong>la</strong>, distinguere bene fra gli aspetti etici dell’autonomia<br />

di <strong>scelta</strong>, gli aspetti e<strong>con</strong>omici in un modello<br />

liberistico di assistenza sanitaria e, nell’ambito di uno<br />

specifico percorso terapeutico, <strong>la</strong> cooperazione fra<br />

medico e <strong>paziente</strong> nel processo decisionale. Il primo<br />

è un importante argomento di dibattito civile, poiché<br />

riguarda i diritti umani di un gruppo di persone che, in<br />

passato, è stato spesso limitato nel<strong>la</strong> propria facoltà di<br />

autodeterminarsi. Il se<strong>con</strong>do è invece un problema di<br />

natura politica che interessa governi, studiosi di e<strong>con</strong>omia<br />

sanitaria e dipendenti dei servizi sanitari. Il terzo<br />

è un fattore cruciale in ogni re<strong>la</strong>zione medico-<strong>paziente</strong><br />

e come tale deve essere affrontato, studiato e messo in<br />

pratica dagli psichiatri. Allo stato dell’arte emerge che i<br />

pazienti <strong>con</strong> patologia psichiatrica grave vogliono essere<br />

ampiamente informati sul<strong>la</strong> loro ma<strong>la</strong>ttia e sulle possibili<br />

cure. Soprattutto i pazienti più giovani vogliono, al<br />

di fuori di <strong>con</strong>dizioni di emergenza, poter esprimere il<br />

proprio parere riguardo alle cure, per lo più <strong>con</strong>cordando<br />

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le terapie <strong>con</strong> il proprio medico piuttosto che sceglierle<br />

in completa autonomia.<br />

Rispetto al<strong>la</strong> terminologia, si dovrebbe porre una<br />

distinzione fra i diversi usi del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “<strong>scelta</strong>”: da un<br />

<strong>la</strong>to è utilizzata nel dibattito politico sull’aumento del<br />

numero e <strong>la</strong> privatizzazione dei servizi di assistenza<br />

sanitaria <strong>con</strong> una <strong>con</strong>notazione <strong>con</strong>sumistica, dall’altro<br />

si riferisce al<strong>la</strong> cooperazione fra medico e <strong>paziente</strong> nel<br />

progetto terapeutico, che non si riduce a una mera <strong>scelta</strong><br />

<strong>con</strong>sumistica fra diverse opzioni predeterminate. In<br />

assenza di una chiara distinzione fra questi due aspetti<br />

si corre il rischio che quanto è emerso a favore del<strong>la</strong><br />

<strong>con</strong>divisione delle scelte venga inappropriatamente<br />

utilizzato per sostenere una frammentazione o privatizzazione<br />

dei servizi di assistenza. Offrire una maggior<br />

<strong>scelta</strong> ai pazienti può <strong>con</strong>tribuire a una più efficace<br />

presa in carico, tuttavia <strong>la</strong> ricerca non ha ancora chiarito<br />

in<strong>con</strong>futabilmente quale effetto possa avere sull’outcome.<br />

Inoltre non sono del tutto chiari i fattori coinvolti:<br />

se i trattamenti prescritti coinvolgendo il <strong>paziente</strong> nel<br />

processo decisionale siano diversi e più efficaci di quelli<br />

che avrebbe prescritto lo psichiatra da solo, oppure se offrire<br />

al <strong>paziente</strong> una <strong>scelta</strong> <strong>con</strong>tribuisca a instaurare una<br />

migliore re<strong>la</strong>zione medico-<strong>paziente</strong>, fattore terapeutico<br />

non-specifico (Priebe & McCabe, 2006), o entrambi.<br />

In psichiatria, come peraltro nelle altre branche del<strong>la</strong><br />

medicina, non sono state intraprese azioni sistematiche<br />

tese a favorire e stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>con</strong>divisione del<strong>la</strong> <strong>scelta</strong><br />

delle cure, nonostante tale progetto possa essere pienamente<br />

giustificato sul<strong>la</strong> base delle attuali <strong>con</strong>oscenze.<br />

Si potrebbe per esempio offrire al <strong>paziente</strong> materiali informativi<br />

e di supporto al<strong>la</strong> <strong>scelta</strong> delle cure, stimo<strong>la</strong>rlo<br />

a esprimere le proprie opinioni in merito e formare gli<br />

psichiatri per migliorarne le capacità comunicative.<br />

Considerando pazienti affetti da <strong>gravi</strong> disturbi<br />

psichici, <strong>con</strong>cordare <strong>con</strong> loro le cure avrà sicuramente<br />

effetti aspecifici, simili a quelli presenti in ogni altro<br />

ambito sanitario, ma forse anche alcuni effetti specifici,<br />

in <strong>con</strong>siderazione dei frequenti trattamenti obbligatori<br />

e del<strong>la</strong> peculiarità dei loro sintomi e dei loro disturbi.<br />

Il percorso verso una reale <strong>con</strong>divisione del<strong>la</strong> <strong>scelta</strong><br />

è ampiamente variabile in funzione del background,<br />

delle personalità e delle preferenze del <strong>paziente</strong> e del<br />

medico, del <strong>con</strong>testo terapeutico e del<strong>la</strong> tipologia delle<br />

decisioni. Poiché non vi sono ancora studi su come raggiungere<br />

questi obiettivi e su come offrire al personale<br />

sanitario <strong>la</strong> necessaria formazione, il <strong>con</strong>cetto di “<strong>scelta</strong><br />

del <strong>paziente</strong>” sarà basi<strong>la</strong>re nelle ricerche future.<br />

Psich Com v6n2 2007.indd 71 21-06-2007 12:07:02

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