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la libertà Di scelta Del paziente con Disturbi mentali gravi - Personal ...

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P s i c h i a t r i a d i c o m u n i t à – v o l u m e v i n . 2 g i u g n o 2 0 0 7<br />

accade spesso il <strong>con</strong>trario: si subisce <strong>la</strong> mancanza di<br />

risorse umane e materiali per cui si <strong>con</strong>sumano tempo<br />

ed energie individuali e di gruppo per superare queste<br />

carenze. Ciò ostaco<strong>la</strong> una tendenza all’E in quanto,<br />

in modo frustrante e potenzialmente demotivante, si<br />

è costretti a sprecare risorse per cercare di soddisfare<br />

i bisogni primari. Ma se prima non soddisfi e mantieni<br />

soddisfatti i bisogni primari, rimani ancorato al<br />

prodotto/servizio standard e non puoi dedicarti al<strong>la</strong><br />

soddisfazione dei bisogni se<strong>con</strong>dari che favorisce <strong>la</strong><br />

tendenza all’E, <strong>con</strong> ricadute negative sull’utenza e<br />

sull’équipe curante.<br />

Sicurezza<br />

Gli operatori, i pazienti e i loro familiari devono<br />

essere messi nel<strong>la</strong> <strong>con</strong>dizione di poter <strong>la</strong>vorare e frequentare<br />

setting terapeutici collocati in ambienti ergonomici<br />

in cui domina <strong>la</strong> serenità e <strong>la</strong> sicurezza (bisogno<br />

primario!). Per poter garantire questo diritto/dovere è<br />

necessario <strong>con</strong>oscere in maniera appropriata i rischi<br />

del proprio <strong>la</strong>voro e identificare i pericoli potenziali<br />

attraverso una strategia di gestione del rischio (Rossi,<br />

2005). Il Decreto Legis<strong>la</strong>tivo 626 è stato pubblicato<br />

sul<strong>la</strong> Gazzetta Ufficiale del settembre 1994, ma il<br />

<strong>la</strong>voro in psichiatria è ancora molto rischioso e pericoloso<br />

sia dal punto di vista fisico che psichico. Sono<br />

passati tanti anni e questa legge, che in teoria ri<strong>la</strong>ncia<br />

<strong>la</strong> prevenzione del rischio, crea una vera cultura del<strong>la</strong><br />

sicurezza e offre strumenti mai avuti in passato (accerta<br />

e valuta i rischi specifici di ogni attività, verifica l’adeguatezza<br />

delle precauzioni già esistenti e le possibili<br />

soluzioni, definisce le priorità degli interventi futuri e<br />

<strong>la</strong> loro programmazione e responsabilizza i <strong>la</strong>voratori e<br />

l’azienda nel<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> e nel<strong>la</strong> garanzia del<strong>la</strong> sicurezza), è<br />

in realtà ancora oggi intesa in senso burocratico. L’altra<br />

faccia del<strong>la</strong> medaglia del<strong>la</strong> gestione del rischio è <strong>la</strong><br />

prevenzione del rischio clinico per l’utenza, attraverso<br />

una strategia di massima prevenzione dell’errore, <strong>con</strong>naturata<br />

all’essenza stessa dell’E.<br />

Prevenzione<br />

Un DSM eccellente deve avere una costante tensione<br />

educativa e preventiva che lo ispira e lo attraversa<br />

in tutto ciò che fa:<br />

• attività di educazione sanitaria e prevenzione<br />

primaria e se<strong>con</strong>daria effettuata soprattutto nelle<br />

scuole;<br />

• prevenzione primaria organizzata <strong>con</strong> i Medici di<br />

Medicina Generale (MMG) (ad es., attenzione<br />

122<br />

all’adolescenza, cura tempestiva e appropriata<br />

dell’insonnia al fine di prevenire eventuali evoluzioni<br />

cliniche verso <strong>la</strong> comparsa o <strong>la</strong> ricaduta/<br />

ricorrenza dei disturbi dell’umore, ecc.);<br />

• prevenzione se<strong>con</strong>daria, centrata sul<strong>la</strong> diagnosi<br />

precoce e sul trattamento tempestivo ed efficace<br />

di tutti i disturbi <strong>mentali</strong> (ad es., identificazione e<br />

cura delle psicosi e degli altri disturbi psichiatrici<br />

maggiori durante l’adolescenza o, comunque, in<br />

fase premorbosa e al primo episodio, all’interno<br />

di cornici col<strong>la</strong>borative <strong>con</strong> i MMG, gli Ospedali<br />

Generali, i SerT e i servizi di Neuropsichiatria<br />

Infantile);<br />

• prevenzione terziaria per gli utenti già in carico<br />

al DSM, per cercare di prevenire le ricadute, le<br />

ricorrenze e i ricoveri ospedalieri (soprattutto<br />

quelli obbligatori), <strong>la</strong> cronicizzazione dei disturbi,<br />

l’aggravamento del<strong>la</strong> disabilità psicosociale, i<br />

tentativi di suicidio, i suicidi riusciti e gli episodi<br />

di eteroaggressività.<br />

Management dell’empatia<br />

Bisogna andare al di là del<strong>la</strong> semplice cortesia, del<strong>la</strong><br />

disponibilità personale, del<strong>la</strong> capacità di accertare cosa<br />

vogliono sapere i pazienti e i loro familiari e di saperli<br />

informare <strong>con</strong> chiarezza e coinvolgerli nelle scelte. Si<br />

deve andare anche al di là del<strong>la</strong> “semplice” empatia<br />

clinica, facendo a se stessi questa domanda apparentemente<br />

semplice: “Se fossi io o un mio familiare ad<br />

aver bisogno di questo servizio, che cosa mi aspetterei<br />

di ricevere dagli operatori e dal <strong>con</strong>testo terapeutico<br />

dal punto di vista umano, clinico, organizzativo e gestionale?”.<br />

Gli operatori del DSM si devono mettere<br />

anche nei panni di un’infinità di altri interlocutori e<br />

col<strong>la</strong>boratori e <strong>con</strong>frontarsi <strong>con</strong> loro <strong>con</strong>tinuamente<br />

(ad es., il collega, il familiare, un altro servizio col<strong>la</strong>borante,<br />

l’amministratore, il sindaco, il magistrato, ecc.).<br />

Ovviamente, sia l’empatia che il <strong>con</strong>fronto devono<br />

essere bidirezionali, reciproci se vogliamo che siano<br />

veramente efficaci e tendenti all’E clinica, organizzativa<br />

e gestionale.<br />

Capitale sociale<br />

Va sfruttato al massimo tutto il capitale sociale<br />

(ricchezza quantitativa e qualitativa delle re<strong>la</strong>zioni di<br />

una persona) che ho a disposizione, integrando questa<br />

rete re<strong>la</strong>zionale e sociale il più possibile e cercando<br />

anche di far<strong>la</strong> aumentare per potenziare e migliorare<br />

il supporto dei pazienti in cura. Mi riferisco anche ai<br />

Psich Com v6n2 2007.indd 122 21-06-2007 12:08:00

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