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A Nola la Ferrari dei treni

Numero 31 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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La crisi economica ha tagliato le gambe alle attività<br />

Piccole imprese<br />

ferite a morte<br />

Le nuove strategie rimandate a dopo le elezioni<br />

Non è facile per un imprenditore<br />

campano far vivere una picco<strong>la</strong> o<br />

media impresa, né tantomeno per<br />

i <strong>la</strong>voratori del settore avere stabilità<br />

e certezza del posto. I principali<br />

problemi per chi gestisce<br />

un’impresa sono: <strong>la</strong> difficoltà di<br />

accesso al credito, <strong>la</strong> scarsità di<br />

flusso finanziario, i ritardi nei<br />

pagamenti del<strong>la</strong> pubblica amministrazione,<br />

<strong>la</strong> concorrenza sleale<br />

da parte del sommerso e i ritardi<br />

del<strong>la</strong> politica su un territorio difficile,<br />

anche se ricco di settori<br />

d’eccellenza.<br />

La vita non è facile neanche per<br />

chi <strong>la</strong>vora in azienda, perché sempre<br />

più spesso è soggetto a cassa<br />

integrazione in deroga o a mobilitazione<br />

in deroga. Dati al<strong>la</strong> mano,<br />

come segna<strong>la</strong>to dal presidente di<br />

Confindustria Campania, Giorgio<br />

Fiore, le industrie maggiormente<br />

colpite nel 2009 sono quelle del<br />

legno e mobili (-2,17%), quelle del<br />

sistema moda (-1,33%) e <strong>dei</strong> combustibili,<br />

prodotti chimici e materie<br />

p<strong>la</strong>stiche ( -1,26%). Quello <strong>dei</strong><br />

metalli e <strong>dei</strong> prodotti in metallo<br />

risente partico<strong>la</strong>rmente dell’attuale<br />

stato di crisi con un fatturato<br />

e un indebitamento in netto<br />

calo (- 10,8%; -11,4%). Mentre,<br />

come segna<strong>la</strong> Cgil, i settori tessile,<br />

calzaturiero e dell’abbigliamento<br />

sono i più colpiti in termini<br />

di risorse umane. La situazione<br />

non si limita a questi casi, perché<br />

tutti i settori sono stati investiti<br />

dallo “tsunami” economico globale.<br />

Le imprese che operano a<br />

stretto contatto con <strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione, a esempio, ne<br />

subiscono l’inadempienza; il 70%<br />

del Pil delle aziende del Sud è<br />

dato dai rapporti con <strong>la</strong> pubblica<br />

amministrazione e i ritardi nei<br />

PRIMO PIANO Domenica 21 febbraio 2010<br />

Pagina a cura di<br />

7<br />

pagamenti arrivano talvolta a 24<br />

mesi.<br />

Oggi se un’azienda ha bisogno di<br />

capitali, si rivolge alle banche per<br />

ottenere <strong>dei</strong> confidi e riesce a salvarsi<br />

solo se viene aiutata. Fin qui<br />

il ragionamento è ovvio. Sul territorio<br />

sono presenti i maggiori<br />

istituti di credito italiani e diverse<br />

banche straniere che operano<br />

soprattutto con le imprese, siano<br />

esse grandi, medie o piccole.<br />

Ma allora cosa non quadra?<br />

L’immobilità del<strong>la</strong> situazione<br />

deriva forse dal<strong>la</strong> necessità di<br />

creare un piano di ri<strong>la</strong>ncio economico<br />

regionale misurato e duraturo.<br />

Al<strong>la</strong> politica, e al prossimo<br />

governo regionale, spetta quindi il<br />

compito di creare le precondizioni<br />

necessarie all’economia.<br />

Se in tempi di slogan elettorali<br />

tutti sono tesi ad ascoltare i problemi<br />

dell’economia reale e anche<br />

se dopo le elezioni regionali si inizierà<br />

un percorso serio e risolutivo,<br />

gli imprenditori e i <strong>la</strong>voratori<br />

dovranno aspettare giugno, e<br />

quindi il passare dell’estate, prima<br />

che <strong>la</strong> nuova squadra di governo,<br />

con le re<strong>la</strong>tive nomine, sia operativa.<br />

Intanto l’economia difficilmente<br />

si risanerà da so<strong>la</strong>, altre<br />

imprese dovranno ridurre costi e<br />

personale per cercare di non<br />

dover chiudere i battenti e <strong>la</strong><br />

Campania metterà all’occhiello<br />

l’ennesimo quadrimestre da cardiopalma.<br />

Dunque i rischi ci sono e sono<br />

alti: tra i ritardi di una burocrazia<br />

tutt’altro che snel<strong>la</strong>, <strong>la</strong> crisi economica<br />

globale, <strong>la</strong> scarsità <strong>dei</strong><br />

flussi finanziari, <strong>dei</strong> prestiti e le<br />

carenze del piano regionale economico,<br />

aumenta il rischio illegalità.<br />

I <strong>la</strong>voratori precari o licenziati,<br />

non sapendo dove sbattere <strong>la</strong><br />

testa, possono cedere al <strong>la</strong>voro in<br />

nero. Gli imprenditori, sull’orlo<br />

del fallimento, rischiano di cadere<br />

nel<strong>la</strong> rete degli strozzini e le organizzazioni<br />

criminali hanno <strong>la</strong><br />

possibilità di immettere sul mercato<br />

liquidità diversamente accumu<strong>la</strong>ta,<br />

aumentando così presenza<br />

e controllo sui territori.<br />

FRANCESCO MARIA BORRELLI<br />

Falliscono gli imprenditori, aumentano i disoccupati<br />

Anno nero per 3500 aziende<br />

La situazione delle piccole e medie imprese<br />

campane, secondo i dati del<strong>la</strong> presidenza<br />

di Sos impresa Campania, è aggravata<br />

dal<strong>la</strong> crisi economica mondiale e a questo<br />

si aggiunge il difficile contesto<br />

regionale: “In Italia<br />

più a Sud si sta, più le difficoltà<br />

per <strong>la</strong> libertà di<br />

fare imprese sono presenti”.<br />

Nel<strong>la</strong> regione è crescente<br />

il numero <strong>dei</strong><br />

disoccupati, quindi girano<br />

meno soldi sul tessuto<br />

economico e aumenta il<br />

rischio di accettare <strong>la</strong>vori<br />

in nero o con poche<br />

garanzie. Oggi se una<br />

impresa è coadiuvata dal<br />

sistema di confidi bancari<br />

nazionali, probabilmente<br />

riesce a superare le difficoltà, altrimenti si<br />

trova da so<strong>la</strong> in una giung<strong>la</strong> in cui non è<br />

assistita. Qui nasce il problema del <strong>la</strong>voro<br />

e <strong>dei</strong> prestiti viziati, dove un imprenditore<br />

prima di chiudere o mandare a casa persone,<br />

prova tutte le strade e può cadere nel<strong>la</strong><br />

rete di chi presta soldi a strozzo. Nel 2009<br />

in Campania hanno<br />

chiuso 3500 imprese<br />

(artigiane, alimentari,<br />

abbigliamento) nel<strong>la</strong><br />

speranza di trovare aiuto<br />

in una realtà dove<br />

invece le banche sono<br />

sorde e non esiste un<br />

politica che le assista. La<br />

Confesercenti da anni<br />

chiede alle Camere di<br />

Commercio prestiti agevo<strong>la</strong>ti.<br />

Nel 2009 ha aiutato<br />

nel Centro-Sud attività<br />

per 63 milioni di<br />

euro. Il dato è indicativo<br />

di una pericolosa situazione del sistema<br />

Italia, che non si regge sulle grandi imprese<br />

ma sulle piccole e medie.<br />

CGIL<br />

«Serve una politica<br />

per il Mezzogiorno»<br />

COLDIRETTI<br />

«Prodotti locali<br />

risorsa di valore»<br />

CONFAPI<br />

«Meno ritardi<br />

più confidi»<br />

CIA<br />

«Bi<strong>la</strong>nci 2009<br />

tutti in perdita»<br />

Il settore è in crisi, in<br />

termini economici e di<br />

gestione delle risorse<br />

umane. Piccole e medie<br />

imprese sono quasi<br />

tutte manifatturiere,<br />

artigianali e non potendo<br />

accedere al<strong>la</strong><br />

cassa integrazione ordinaria,<br />

attingono agli<br />

strumenti <strong>dei</strong> trattamenti in deroga. Secondo<br />

<strong>la</strong> responsabile Cgil del mercato <strong>la</strong>voro in<br />

Campania, Giulia Guida, settori come il tessile<br />

(Airo<strong>la</strong>) o quello calzaturiero e dell’abbigliamento,<br />

hanno quasi tutti, i <strong>la</strong>voratori in<br />

cassa integrazione in deroga o addirittura in<br />

mobilità in deroga. Serve una politica industriale<br />

che valorizzi, a esempio, le filiere di<br />

produzione campane, sia attraverso politiche<br />

regionali sia grazie ai fondi europei. Questi<br />

ultimi, dovrebbero essere usati per interventi<br />

straordinari invece vengono utilizzati per<br />

gestire l’ordinario.<br />

Nel 2009 <strong>la</strong> crisi ha<br />

colpito l’intero settore<br />

primario. A<br />

questo si è aggiunta<br />

l’emergenza fitosanitaria<br />

dovuta al<strong>la</strong><br />

Tuta Absoluta, un<br />

parassita, che ha<br />

distrutto per circa<br />

il 30% <strong>la</strong> coltivazione<br />

di pomodoro (specie il S. Marzano Dop) e<br />

non solo. Secondo il presidente di Coldiretti<br />

Campania Amendo<strong>la</strong>ra: <strong>la</strong> grave situazione<br />

italiana si traduce in Campania in una recessione<br />

di<strong>la</strong>gante e nel<strong>la</strong> concorrenza sleale <strong>dei</strong><br />

paesi esportatori. Le anomalie nascono da<br />

normative non trasparenti, che permettono<br />

l’ingresso del prodotto estero ai fini del<strong>la</strong> trasformazione<br />

industriale senza dichiararne<br />

l’origine. Una delle proposte per ri<strong>la</strong>nciare il<br />

<strong>la</strong>ttiero-caseario (filiera del <strong>la</strong>tte campano) è<br />

l’utilizzo <strong>dei</strong> prodotti locali da parte di scuole,<br />

ospedali e del<strong>la</strong> ristorazione pubblica.<br />

Tutte i settori sono<br />

stati colpiti dal<strong>la</strong><br />

crisi economica. Oltre<br />

il 70% del Pil<br />

delle aziende del sud<br />

è dato dai rapporti<br />

con le amministrazioni<br />

pubbliche e i<br />

pagamenti talvolta<br />

subiscono ritardi fino<br />

a 24 mesi. Tra le aziende campane in<br />

grave difficoltà, un caso chiave è quello del<strong>la</strong><br />

Emilgen (leader nel<strong>la</strong> componentistica <strong>dei</strong><br />

<strong>treni</strong>) che pur avendo commesse importanti è<br />

costretta a ridurre il personale a causa <strong>dei</strong><br />

ritardi nei pagamenti. Secondo il presidente<br />

Confapi Campania, Emilio Alfano e del vicepresidente<br />

Api Napoli Maurizio De Luca: il<br />

credito è vitale per sostenere <strong>la</strong> crescita del<br />

sistema e ciò è possibile solo garantendo confidi<br />

concreti, specie in Campania dove il costo<br />

del denaro è più alto che altrove. Se diminuisce<br />

il credito ordinario, cresce l’usura.<br />

Il presidente del<strong>la</strong><br />

C.I.A. Campania Aurelio<br />

Grasso ha <strong>la</strong>mentato<br />

che nonostante<br />

il Governo<br />

avesse assicurato di<br />

bypassare <strong>la</strong> crisi<br />

economica grazie a<br />

un piano di grandi<br />

opere pubbliche, soprattutto<br />

nel Mezzogiorno, <strong>la</strong> situazione non<br />

si è evoluta e il Meridione è stato nuovamente<br />

beffato. «L’ agricoltura – ha proseguito<br />

Grasso sta attraversando una delle più lunghe<br />

e difficili crisi degli ultimi 50 anni. La<br />

crisi economica ha colpito duramente <strong>la</strong> nostra<br />

agricoltura: agli effetti più generali (difficoltà<br />

di credito, calo del<strong>la</strong> domanda, disoccupazione)<br />

si è aggiunto il crollo <strong>dei</strong> prezzi<br />

all’origine e <strong>la</strong> caduta <strong>dei</strong> redditi familiari.<br />

Stiamo vivendo una grande emergenza; i<br />

bi<strong>la</strong>nci 2009 sono tutti in rosso e il crollo <strong>dei</strong><br />

prezzi sui campi non accenna a frenare».

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