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Numero 7 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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18 CAMPUS Domenica 10 giugno 2007<br />

Al seminario la docente<br />

Angela Pontrandolfo<br />

sottolinea la necessità<br />

<strong>di</strong> coniugare le conoscenze<br />

con le scelte economiche.<br />

«Rispetto per le vocazioni<br />

dell’intero territorio»<br />

Il laboratorio<br />

Il laboratorio <strong>di</strong> archeologia<br />

“Mario Napoli” del<br />

campus <strong>di</strong> Salerno si occupa<br />

<strong>di</strong> ricerca del mondo<br />

antico, ed è una delle poche<br />

strutture universitarie<br />

ad avere la certificazione<br />

<strong>di</strong> qualità, conferita per<br />

“Progettazione e Realizzazione<br />

<strong>di</strong> Indagini Archeologiche<br />

sul campo”.<br />

Nella foto, da sinistra, Galante,<br />

il rettore Pasquino e Menichetti<br />

Tra passato e futuro<br />

Arriva il Campus Day<br />

la tutela dei luoghi<br />

Una giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

sull’archeologia dei paesaggi<br />

MARINA SANTORIELLO<br />

Tutela e salvaguar<strong>di</strong>a del<br />

territorio. Integrazione delle<br />

strutture archeologiche<br />

nei contesti locali e rispetto<br />

delle vocazioni dei luoghi.<br />

Questi i temi <strong>di</strong> cui si è <strong>di</strong>scusso<br />

nel corso della giornata<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o “Archeologia<br />

dei paesaggi tra ricerca e<br />

valorizzazione” promossa<br />

dal <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> beni<br />

culturali, dal dottorato <strong>di</strong><br />

ricerca in “Meto<strong>di</strong> e metodologie<br />

della ricerca archeologica<br />

e storico-artistica”<br />

e dal laboratorio <strong>di</strong> archeologia<br />

“M.Napoli” dell’Università<br />

<strong>di</strong> Salerno. Una<br />

giornata <strong>di</strong> riflessione per<br />

approfon<strong>di</strong>re i nuovi approcci<br />

della ricerca e della<br />

tutela dei paesaggi archeologici<br />

perché come ha detto<br />

in apertura dei lavori Mauro<br />

Menichetti, <strong>di</strong>rettore del<br />

<strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> beni culturali,<br />

«emerge con sempre<br />

più forza la necessità <strong>di</strong><br />

un’archeologia <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong><br />

valorizzazione preventiva<br />

del territorio per le stesse<br />

amministrazioni comunali»<br />

Il paesaggio, mai neutrale,<br />

va considerato e stu<strong>di</strong>ato<br />

nella sua <strong>di</strong>mensione simbolica<br />

e cosmologica e con<br />

esso l’archeologia intesa<br />

come scienza storica e globale.<br />

«Tutelare i siti nel loro contesto<br />

locale - ha spiegato<br />

GertJan Burgers, docente<br />

universitario <strong>di</strong> Amsterdam<br />

che lavora al Reale Istituto<br />

Neerlandese a Roma – significa<br />

rispettare le popolazioni<br />

locali che hanno una<br />

propria percezione della<br />

storia del territorio. Esse vivono<br />

nei monumenti locali<br />

e spesso con<strong>di</strong>vidono le misure<br />

<strong>di</strong> conservazione e tutela<br />

dei luoghi. Oggi assistiamo<br />

al fenomeno della<br />

musealizzazione dei siti che<br />

implica un continuo confronto<br />

tra passato e presente.<br />

E’ necessario, però, che<br />

tale fenomeno, stimolato<br />

dai finanziamenti europei,<br />

non porti alla creazione <strong>di</strong><br />

un modello unico. Ogni<br />

luogo ha la sua storia. I nuovi<br />

progetti devono, perciò,<br />

andare oltre la messa in evidenza<br />

delle strutture archeologiche,<br />

ma devono<br />

offrire al visitatore la possibilità<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare con la<br />

storia, il paesaggio e con <strong>gli</strong><br />

Il saluto della soprintendente Giuliana Tocco<br />

«Sosteniamo la ricerca»<br />

La giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o de<strong>di</strong>cata all’archeologia<br />

dei paesaggi ha rappresentato per l’ateneo<br />

salernitano l’occasione per salutare la<br />

dottoressa Giuliana Tocco, soprintendente<br />

per i beni archeologici per le province <strong>di</strong><br />

Napoli e Caserta che, dopo ventiduenni,<br />

ha lasciato questo incarico.<br />

Il suo saluto e quello dei partecipanti alla<br />

tavola rotonda, tra cui il Magnifico Rettore<br />

Raimondo Pasquino e la preside della<br />

Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia Maria Galante,<br />

è stato un momento emozionante,<br />

ma anche importante. Nel suo intervento<br />

Giuliana Tocco, apprezzata per una lunga<br />

attività sul campo, per le sue pubblicazioni<br />

e non solo, ha ricalcato un tema <strong>di</strong> grande<br />

attualità, ovvero la mancanza <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> per<br />

continuare la ricerca.<br />

«Il nostro lavoro - ha detto con la voce in<br />

alcuni momenti rotta dall’emozione – ha<br />

un senso sociale e civile e nasce con la finalità<br />

<strong>di</strong> restituire un patrimonio che<br />

appartiene all’intera comunità. A volte le<br />

istituzioni vacillano e non sempre si riesce<br />

a portare avanti un’attività <strong>di</strong> tutela severa<br />

del territorio dando una adeguata risposta<br />

alle popolazioni locali».<br />

C’è preoccupazione per le nuove riforme<br />

grazie alle quali si può <strong>di</strong>ventare soprintendente<br />

anche con la laurea triennale.<br />

«Non è una cosa giusta - <strong>di</strong>ce la Tocco ai<br />

giovani dottoran<strong>di</strong> che accolgono con un<br />

applauso sentito le sue parole – <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>amo<br />

la nostra professionalità che è in pericolo<br />

in questo momento. Viviamo un<br />

altri visitatori». L’obiettivo è<br />

coniugare la conoscenza<br />

all’interno <strong>di</strong> una programmazione<br />

che deve camminare<br />

<strong>di</strong> pari passo con la salvaguar<strong>di</strong>a<br />

del territorio e<br />

con le scelte economiche e<br />

politiche de<strong>gli</strong> amministratori<br />

locali e delle istituzioni.<br />

«Non scelte univoche, ma<br />

massimo rispetto per le vocazioni<br />

dei luoghi» è il pensiero<br />

<strong>di</strong> Angela Pontrandolfo,<br />

docente <strong>di</strong> archeologia<br />

e storia dell’arte greca e<br />

romana all’ateneo salernitano<br />

che ha moderato il <strong>di</strong>battito.<br />

Non solo tutela ma<br />

nuove regole per una <strong>di</strong>sciplina<br />

trasversale.<br />

«L’archeologia dei paesaggi<br />

- ha precisato il prof. Marco<br />

Rendeli dell’Università de<strong>gli</strong><br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari che ha tenuto<br />

una lezione sulle emozioni<br />

e le tecniche dell’archeologia<br />

e sulla legislazione della<br />

Sardegna - è <strong>di</strong>ventata<br />

quasi una moda. Si deve,<br />

però, restituirle <strong>di</strong>gnità definendo<br />

delle regole, delle<br />

strategie e delle tecniche<br />

con cui fare le indagini. Non<br />

si parla <strong>di</strong> una materia in<strong>di</strong>pendente,<br />

ma <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sciplina<br />

complessa in cui bisogna<br />

trovare la qualità dei<br />

dati e un buon programma<br />

<strong>di</strong> ricerca al fine <strong>di</strong> leggere il<br />

paesaggio nella sua globalità,<br />

dalla cosa più antica a<br />

quella più moderna».<br />

Regionalità, <strong>di</strong>acronia, multi<strong>di</strong>sciplinarità<br />

e quantificazione<br />

sono i quattro elementi<br />

su cui deve basarsi il<br />

lavoro sul campo.<br />

periodo <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong> misconoscimento delle<br />

competenze tecniche e <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> fon<strong>di</strong><br />

per approfon<strong>di</strong>re, stu<strong>di</strong>are e ricercare.<br />

Purtroppo i giovani perdono una grande<br />

opportunità <strong>di</strong> esercizio sul campo che è,<br />

invece, fondamentale per la formazione e la<br />

crescita professionale».<br />

Troppe <strong>di</strong>fficoltà per <strong>gli</strong> scarsi fon<strong>di</strong> destinati<br />

alla ricerca. Da qui la necessità <strong>di</strong> nuova<br />

organizzazione della professionalità e del<br />

potenziamento del lavoro d’equipe, da sempre<br />

uno dei fattori decisivi per l’approfon<strong>di</strong>mento<br />

dei vecchi stu<strong>di</strong> e lo sviluppo dei<br />

nuovi.<br />

m.sant.<br />

I vini sul po<strong>di</strong>o<br />

dell’Università<br />

FRANCESCO ANDOLI<br />

Si è svolta all’Ateneo <strong>di</strong> Fisciano la prima e<strong>di</strong>zione<br />

del Campus Day, promossa dall’Osservatorio<br />

dell’Appennino Meri<strong>di</strong>onale con il patrocinio<br />

dell’Università de<strong>gli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Salerno.<br />

Una giornata de<strong>di</strong>cata all’innovazione tecnologica<br />

delle imprese enogastronomiche della<br />

Regione Campania. Hanno preso parte all’evento<br />

una selezione <strong>di</strong> aziende del settore e <strong>gli</strong><br />

esperti del Centro <strong>di</strong> Ricerca Agroalimentare<br />

attivo nel campus.<br />

Nell’ambito dell’iniziativa, Enohobby, il club<br />

regionale dei cultori del vino che annovera tra i<br />

suoi soci personalità del mondo scientifico,<br />

accademico e impren<strong>di</strong>toriale, ha premiato<br />

alcune aziende vinicole che, con i loro prodotti,<br />

hanno saputo garantire ai consumatori un vantaggioso<br />

rapporto qualità-prezzo. Un tema,<br />

quest’ultimo, molto sentito da Lia Ferretti, presidente<br />

della Enohobby: «Il vino viene ancora<br />

considerato da molti come un prodotto <strong>di</strong> lusso<br />

riservato ad una ristretta cerchia <strong>di</strong> fortunati.<br />

Noi siamo qui per testimoniare che ci sono produttori<br />

capaci <strong>di</strong> offrire botti<strong>gli</strong>e <strong>di</strong> grande qualità<br />

ad un giusto prezzo. E’ grazie a loro che<br />

anche persone meno agiate<br />

L’antico<br />

vitigno<br />

Catalanesca<br />

rivede la luce.<br />

Le sue uve<br />

selezionate<br />

in purezza<br />

potranno mettere in tavola un<br />

vino che consente <strong>di</strong> ben figurare<br />

con i propri ospiti».<br />

Due le varietà <strong>di</strong> vino prese in<br />

considerazione quest’anno: per i<br />

rossi il “Falerno”, per i bianchi la<br />

“Falangina” del beneventano e<br />

dei Campi Flegrei. Tutte botti<strong>gli</strong>e<br />

proposte ad un prezzo che<br />

va da un minimo <strong>di</strong> 4,50 euro ad<br />

un massimo <strong>di</strong> 10 euro. Ben<br />

nove i produttori che hanno<br />

ottenuto l’ambito riconoscimento.<br />

Le meda<strong>gli</strong>e <strong>di</strong> bronzo sono andate a :<br />

“Cantine <strong>di</strong> Colle <strong>di</strong> San Domenico”, “Fattoria la<br />

Rivolta” e “Azienda vi-nicola Trabucco”. Hanno<br />

conquistato l’argento: “Cantine del Taburno”,<br />

“Cantine Grotte del Sole” e “Azienda Perrotta”.<br />

Le meda<strong>gli</strong>e d’oro, infine, sono state assegnate a<br />

: “Cantine Astroni”, “Azienda Ruggiero” e “Villa<br />

Matilde”. Ma il più emozionato <strong>di</strong> tutti era<br />

Pasquale Ferraro, titolare delle omonime cantine<br />

site a Pompei, il quale è stato insignito <strong>di</strong> una<br />

speciale pergamena per l’impegno profuso nel<br />

recupero della “Catalanesca”.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un vitigno introdotto nel quattor<strong>di</strong>cesimo<br />

secolo da Alfonso D’Aragona nelle campagne<br />

<strong>di</strong> Somma e, successivamente, <strong>di</strong>ffusosi<br />

in quasi tutta la Campania.<br />

Ne<strong>gli</strong> ultimi 20 anni si erano perse le sue tracce<br />

a causa <strong>di</strong> un’ imprecisa catalogazione delle uve.<br />

Oggi, c’è chi riven<strong>di</strong>ca per questo prezioso vino<br />

una regolamentazione definitiva nonchè il giusto<br />

rilancio sul mercato nazionale ed estero. «Il<br />

premio <strong>di</strong> Enohobby ci gratifica per anni <strong>di</strong><br />

durussimo lavoro. Con la vendemmia 2006 – ha<br />

sottolineato Ferraro - la Catalanesca è stata<br />

finalmente selezionata nella sua purezza. Il<br />

recupero delle uve è stato possibile grazie ad<br />

una vigna posta a 600 metri <strong>di</strong> altezza sul<br />

Vesuvio. Abbiamo ricavato complessivamente<br />

600 ettolitri <strong>di</strong> vino e, per il prossimo Natale,<br />

contiamo <strong>di</strong> mettere in commercio anche una<br />

variante spumantizzata, un’altra sfida che inten<strong>di</strong>amo<br />

vincere».

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