Crimini di guerra accusati gli Usa
Numero 7 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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Domenica 10 giugno 2007<br />
L’Università <strong>di</strong> Salerno<br />
con la Fondazione<br />
guidata da Giorgio Donsì,<br />
ha progettato l’impianto<br />
<strong>di</strong> Macchia Soprana<br />
a tempo <strong>di</strong> record<br />
PRIMO PIANO 9<br />
Difficile smaltire<br />
<strong>gli</strong> scarti ospedalieri<br />
Secondo la ricerca effettuata dal commissario<br />
<strong>di</strong> Governo, la produzione <strong>di</strong><br />
questo tipo <strong>di</strong> rifiuti arriva ad oltre<br />
6.500 tonnellate l’anno. Ma <strong>gli</strong> impianti<br />
<strong>di</strong> smaltimento non sono altro che piccoli<br />
forni da incenerimento, spesso<br />
poco funzionanti, che comunque arrivano<br />
ad una potenzialità <strong>di</strong> smaltimento<br />
non superiore alle 2.500 tonnelate.<br />
Un’alternativa a Serre: l’Ateneo può<br />
Spira<strong>gli</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione nella esasperante emergenza rifiuti in Campania<br />
E’ scesa in campo l’Università<br />
<strong>di</strong> Salerno per presentare,<br />
in tempi rapi<strong>di</strong>ssimi, il<br />
progetto <strong>di</strong> adeguamento<br />
della <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Macchia<br />
Soprana, il sito alternativo a<br />
quello <strong>di</strong> Serre.<br />
«E’ un piano <strong>di</strong> pace sociale»<br />
- questa la definizione che<br />
Giorgio Donsì, ex rettore<br />
dell’ateneo salernitano, docente<br />
presso la facoltà <strong>di</strong><br />
ingegneria e presidente della<br />
Fondazione Universitaria,<br />
dà sul lavoro che sta compiendo<br />
con il suo staff.<br />
L’Ateneo, infatti, ha dato la<br />
sua <strong>di</strong>sponibilità al Commissariato<br />
<strong>di</strong> Governo per<br />
l’emergenza rifiuti nel presentare<br />
il progetto <strong>di</strong> un<br />
impianto <strong>di</strong> smaltimento<br />
nella località <strong>di</strong> Macchia<br />
Soprana.<br />
La Fondazione Universitaria<br />
ha svolto la funzione <strong>di</strong> ente<br />
operativo e <strong>di</strong> gestione, realizzando<br />
l’opera e offrendo<br />
quella snellezza amministrativa<br />
che un’Università<br />
non può avere: «In verità,<br />
l’ateneo non dovrebbe essere<br />
assimilato a uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
progettazione, però può de<strong>di</strong>carsi<br />
a lavori del genere<br />
quando c’è una certa rilevanza<br />
sociale. Di certo può<br />
fornire rapi<strong>di</strong>tà ed autorevolezza»<br />
- così spiega Donsì.<br />
Ma i tempi sono davvero<br />
stretti: «E’ un’emergenza<br />
nell’emergenza. Di solito<br />
servono 45 giorni per un<br />
lavoro simile e noi ne abbiamo<br />
avuti solo 10» - <strong>di</strong>chiara<br />
Donsì. L’or<strong>di</strong>nanza del Presidente<br />
del Consi<strong>gli</strong>o prevede<br />
che Macchia Soprana, già<br />
precedentemente a<strong>di</strong>bita a<br />
<strong>di</strong>scarica, debba aprire entro<br />
sessanta giorni dalla delibera,<br />
per evitare che i rifiuti<br />
vengano stoccati provvisoriamente<br />
a Valle della Masseria;<br />
da qui la proposta, da<br />
parte della Provincia <strong>di</strong><br />
Salerno, <strong>di</strong> spostare definitivamente<br />
anche il sito <strong>di</strong><br />
stoccaggio a Macchia Soprana<br />
con un allargamento<br />
dei lavori, che verranno effettuati<br />
dal Consorzio Bacino<br />
Salerno 2. Il nuovo impianto<br />
dovrebbe, per decreto,<br />
aprire entro il primo lu<strong>gli</strong>o.<br />
Se ci si riuscisse, questo<br />
comporterebbe avere a<br />
Macchia una <strong>di</strong>scarica da<br />
300.000 tonnellate, ed un<br />
sito <strong>di</strong> stoccaggio da 150.000<br />
tonnellate, cancellando definitivamente<br />
l’ipotesi <strong>di</strong> Valle<br />
della Masseria: «Il nuovo<br />
sito non è geologicamente<br />
adatto come Serre, in quanto<br />
non è un invaso naturale,<br />
ma certamente desta meno<br />
resistenze da parte della<br />
popolazione ed è, inoltre,<br />
più lontano dall’Oasi <strong>di</strong><br />
Persano» - afferma l’ex rettore.<br />
La <strong>di</strong>scarica avrà caratteristiche<br />
particolari: sarà realizzato<br />
un rivestimento <strong>di</strong><br />
due metri <strong>di</strong> argilla, uno<br />
strato <strong>di</strong> bentonite e saranno<br />
posti dei teli molto robusti<br />
per la copertura. L’ingegnere<br />
ha fiducia nei sistemi<br />
utilizzati e spiega: «Il<br />
Tra commissariamenti e piani falliti, la questione resta irrisolta<br />
Un allarme lungo tre<strong>di</strong>ci anni<br />
Le ragioni del fallimento: responsabilità politiche e cattiva gestione<br />
La gestione dei rifiuti in Campania è<br />
sempre stata condotta con la parola<br />
d’or<strong>di</strong>ne del “tutto in <strong>di</strong>scarica”,<br />
senza che ci sia mai stato un ciclo<br />
integrato <strong>di</strong> gestione dei rifiuti nè un<br />
piano per la raccolta <strong>di</strong>fferenziata.<br />
La prima regolamentazione avviene<br />
con la legge regionale del 10 febbraio<br />
1993. Il fallimento <strong>di</strong> questo piano<br />
porta all’intervento del Governo che,<br />
l’11 febbraio 1994, nomina il prefetto<br />
<strong>di</strong> Napoli commissario straor<strong>di</strong>nario<br />
per l’emergenza dei rifiuti soli<strong>di</strong><br />
urbani. Una prima stesura del piano,<br />
nel marzo 1995, non viene ratificata<br />
dalla giunta Rastrelli. Il Governo, nel<br />
marzo 1996, procede allora ad un<br />
secondo commissariamento, affidandolo<br />
al presidente della Regione.<br />
Il 31 <strong>di</strong>cembre 1996, il presidente<br />
Rastrelli presenta il piano d’emergenza<br />
che prevede il superamento<br />
dei consorzi con la creazione dei<br />
cosiddetti Atos (ambiti territoriali<br />
ottimali <strong>di</strong> smaltimento) e l’obiettivo<br />
<strong>di</strong> una quota minima <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
(pari al 35%). Se oggi la<br />
Campania è in piena emergenza è<br />
proprio a causa del fallimento <strong>di</strong><br />
questo piano.<br />
Losco e Bassolino proseguono sulla<br />
stessa strada <strong>di</strong> Rastrelli. Tra il 1999<br />
e il 2000, come preve<strong>di</strong>bile, le <strong>di</strong>scariche<br />
esistenti arrivano a saturazione:<br />
non essendo state create delle<br />
alternative, si continua a sversare in<br />
problema dei rifiuti ora, nell’emergenza,<br />
non è <strong>di</strong> tipo<br />
tecnico. La sperimentazione<br />
è valida per progetti a lungo<br />
termine, adesso bisogna u-<br />
sufruire <strong>di</strong> processi già rodati<br />
e che funzionano. Ogni<br />
Nella foto in<br />
alto<br />
il professor<br />
Giorgio<br />
Donsì’.<br />
Al centro<br />
e a destra<br />
immagini<br />
che raffigurano<br />
città<br />
campane<br />
sommerse<br />
dai rifiuti.<br />
impianto porta con sé una<br />
certa ripercussione sul territorio<br />
ma l’ex rettore sottolinea:<br />
«C’è sempre un certo<br />
impatto ambientale, però<br />
non dobbiamo pensare a<br />
ogni installazione come ad<br />
quelle esaurite ben oltre il limite sopportabile<br />
attraverso deroghe continue.<br />
Il piano per uscire dall’emergenza<br />
si basa su un’or<strong>di</strong>nanza della<br />
Presidenza del Consi<strong>gli</strong>o dei Ministri i<br />
cui punti principali erano: l’attivazione<br />
<strong>di</strong> una capillare raccolta <strong>di</strong>fferenziata,<br />
la realizzazione dei cosiddetti<br />
impianti <strong>di</strong> compostaggio, l’organizzazione<br />
<strong>di</strong> un nuovo sistema <strong>di</strong> trasporto<br />
dei rifiuti urbani, contratti con<br />
operatori industriali per la realizzazione<br />
<strong>di</strong> impianti per la produzione e<br />
l’utilizzo <strong>di</strong> combustibile ricavato da<br />
rifiuti (Cdr). L’ultima revisione <strong>di</strong><br />
questo piano regionale fu effettuata il<br />
30 settembre 2002, ma l’or<strong>di</strong>nanza in<br />
una minaccia. Bruciare per<br />
strada l’immon<strong>di</strong>zia produce<br />
più <strong>di</strong>ossina <strong>di</strong> quella prodotta<br />
in 10 anni da un<br />
impianto che smaltisce<br />
300mila tonnellate all’anno».<br />
Uno dei problemi più<br />
gravi nella questione dell’emergenza<br />
dei rifiuti in Campania<br />
è stato il mancato<br />
coinvolgimento della citta<strong>di</strong>nanza<br />
nei processi decisionali.<br />
Una proposta interessante<br />
parte proprio da<br />
Donsì: «Servirebbe costituire<br />
un’ Authority locale, autorevole<br />
ed in<strong>di</strong>pendente,<br />
che controlli il sistema <strong>di</strong><br />
gestione e che sappia informare<br />
nella maniera giusta la<br />
popolazione, sui rischi e<br />
anche sui vantaggi che<br />
un’installazione per lo smaltimento<br />
dei rifiuti può avere».<br />
Allo stesso tempo, però,<br />
Giorgio Donsì è realistico e<br />
<strong>di</strong>chiara: «Sono convinto<br />
che un’invenzione tecnica<br />
non salverà il mondo. E’ la<br />
capacità <strong>di</strong> gestione a fare la<br />
<strong>di</strong>fferenza. Quando il sistema<br />
poi si incancrenisce è<br />
più <strong>di</strong>fficile uscire dall’emergenza.<br />
Costruire una <strong>di</strong>scarica<br />
non sarà certo la soluzione<br />
finale».<br />
questione non fu mai attuata. In<br />
assenza <strong>di</strong> un’efficace raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
e a causa della mancata realizzazione<br />
dei due impianti <strong>di</strong> termovalorizzazione<br />
previsti, <strong>gli</strong> impianti <strong>di</strong><br />
Cdr realizzati e l’avvio della produzione<br />
<strong>di</strong> ecoballe non smaltibili hanno<br />
provocato il definitivo collasso del<br />
piano. In tutto questo, l’ombra della<br />
camorra, le inchieste della magistratura<br />
e avvisi <strong>di</strong> garanzia eccellenti. Il<br />
resto è cronaca <strong>di</strong> questi mesi, <strong>di</strong> un’emergenza<br />
preve<strong>di</strong>bile, <strong>di</strong> una “morte<br />
annunciata”. Franklin Delano Roosevelt<br />
<strong>di</strong>ceva: “la nazione che <strong>di</strong>strugge<br />
il proprio suolo <strong>di</strong>strugge se stessa”, e<br />
noi ci stiamo riuscendo benissimo.<br />
IL CASO<br />
Ecoballe<br />
fuori posto<br />
regione invasa<br />
Ingenti quantità <strong>di</strong> rifiuti,<br />
confezionati in balle provenienti<br />
dai Cdr dell’area<br />
napoletana, hanno richiesto<br />
il reperimento <strong>di</strong> vaste<br />
aree <strong>di</strong> territorio affinché<br />
potessero essere “temporaneamente”<br />
stoccati in<br />
attesa <strong>di</strong> essere smaltiti nel<br />
momento in cui sarà realizzato<br />
il termovalorizzatore<br />
<strong>di</strong> Acerra, bloccato da<br />
anni per la protesta dei citta<strong>di</strong>ni.<br />
La situazione si è aggravata<br />
dopo l’ennesima riapertura<br />
delle <strong>di</strong>scariche pubbliche<br />
che erano già state,<br />
più volte, “definitivamente”<br />
chiuse e che presentavano<br />
gravi elementi <strong>di</strong><br />
rischio sia per l’ambiente<br />
che per la salute della<br />
gente. Nel giro <strong>di</strong> pochi<br />
mesi la produzione <strong>di</strong> un<br />
quantitativo enorme <strong>di</strong><br />
ecoballe ha portato all’utilizzo,<br />
oltre che delle <strong>di</strong>scariche,<br />
<strong>di</strong> porzioni sempre<br />
più vaste <strong>di</strong> territorio per<br />
lo stoccaggio (con un<br />
ritmo <strong>di</strong> due ettari al<br />
mese), trasformando la<br />
Campania in un enorme<br />
pattumiera. Inoltre, le indagini<br />
condotte dalla<br />
magistratura hanno accertato<br />
che la scarsissima<br />
quantità <strong>di</strong> Cdr contenuto<br />
in queste ecoballe (a vantaggio<br />
<strong>di</strong> materiale tossico<br />
o chimico) mettono in<br />
<strong>di</strong>scussione la possibilità<br />
stessa <strong>di</strong> usarle in veri<br />
impianti <strong>di</strong> termovalorizzazione,<br />
con elevata resa<br />
energetica e minimo inquinamento.<br />
Gli impianti per la produzione<br />
<strong>di</strong> Cdr in Campania<br />
sono stati realizzati dalla<br />
Fisia Italimpianti S.p.a. e<br />
dalla sua affidataria Fibe<br />
Campania S.p.a.; secondo<br />
la “relazione sulla Campania”<br />
della Commissione<br />
bicamerale d’inchiesta, in<br />
questi impianti, più che<br />
una selezione, avviene una<br />
sud<strong>di</strong>visione dei rifiuti soli<strong>di</strong><br />
urbani che poi vengono<br />
mandati in <strong>di</strong>scarica<br />
senza ottenere alcun vantaggio,<br />
né in termini <strong>di</strong><br />
quantità che <strong>di</strong> qualità,<br />
rispetto allo smalitimento<br />
<strong>di</strong>rettamente in <strong>di</strong>scarica,<br />
se pur utilizzando denominazioni<br />
<strong>di</strong>fferenti.<br />
Pagina a cura <strong>di</strong><br />
FRANCESCO IANNIELLO<br />
DONATELLA UCCI