Il Paese dei finti scontrini
Numero 29 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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12 Domenica 6 dicembre 2009 SPECIALE<br />
Organi di senso a raccolta: è arrivato<br />
il momento di studiare con<br />
dovizia scientifica i prodotti alimentari.<br />
La qualità di vino, acqua,<br />
thè, caffè e cioccolato, solo per<br />
citarne alcuni, viene infatti testata<br />
da un team di esperti assaggiatori<br />
che usano, come strumenti del<br />
loro mestiere, la vista, l’olfatto, il<br />
gusto, a volte il tatto e anche l’udito.<br />
La parola chiave è analisi organolettica,<br />
ossia lo studio delle proprietà<br />
fisiche e chimiche di un<br />
determinato alimento. Una vera e<br />
propria scienza che unisce le naturali<br />
doti umane al talento e allo<br />
studio.<br />
Oggi esistono diverse associazioni<br />
per ogni prodotto. I degustatori,<br />
chiamati anche assaggiatori, sono<br />
gli artisti del sapore ma anche i<br />
consulenti di quelle aziende che<br />
hanno associato la serietà al loro<br />
marchio. Non a caso le diciture<br />
Doc, Dop, Docg sono assegnate<br />
solo a prodotti con determinate<br />
qualità. Le camere di commercio<br />
hanno albi di assaggiatori che certificano<br />
i migliori alimenti italiani.<br />
E’ così, ad esempio, per il vino, il<br />
Gli assaggiatori garantiscono gusti impeccabili<br />
Tutti a tavola:<br />
l’esperto è servito<br />
Per mangiare sano in campo gli artisti del sapore<br />
formaggio, l’olio.<br />
<strong>Il</strong> degustatore è insomma una figura<br />
professionale ma anche l’espressione<br />
di una passione verso l’armonia,<br />
la purezza e l’eccellenza di un<br />
cibo o di una bevanda. I corsi che<br />
si svolgono presso le associazioni<br />
sono infatti rivolti ai professionisti<br />
del settore ma anche ai consumatori.<br />
Guai a chiamarli sommelier, i<br />
degustatori sottolineano la differenza<br />
tra le due categorie in modo<br />
perentorio. <strong>Il</strong> termine sommelier,<br />
di derivazione francese, indica la<br />
persona addetta al servizio e alla<br />
somministrazione di qualcosa<br />
presso bar e ristoranti, mentre il<br />
degustatore, o assaggiatore, è demandato<br />
solo all’assaggio, l’analisi<br />
del prodotto in quanto espressione<br />
di qualità.<br />
E’ pur vero però che oggi il sommelier,<br />
come precisa il prof. Luigi<br />
Odello, segretario generale dell’Istituto<br />
assaggiatori di caffè, «partendo<br />
dal vino, ha cominciato giustamente<br />
a occuparsi di molte altre<br />
cose, non escluso il caffè. E questa<br />
è cosa molto positiva, perché sommelier,<br />
barmen e baristi sono gli<br />
ambasciatori del prodotto presso<br />
gli utenti. Queste figure dovrebbero<br />
quindi essere anche assaggiatori<br />
nel senso migliore del termine:<br />
sapere attribuire le caratteristiche<br />
sensoriali percepite alla qualità<br />
della materia prima e alla maestria<br />
nell’esecuzione della bevanda<br />
lungo tutta la filiera, dalla tostatura<br />
alla macchina del caffè».<br />
Parlare con un esperto di degustazione<br />
è come avviarsi in un’affascinante<br />
percorso attraverso i sapori e<br />
le emozioni che essi suscitano. Un<br />
universo di colori e profumi. Così il<br />
maestro del thè Marco Bertona<br />
incanta quando descrive le varie<br />
tipologie di thè e l’unicità di un<br />
prodotto che, come il vino, se puro,<br />
risente delle annate. Semplificando<br />
ci spiega che esistono due tipologie<br />
di thè: quelli puri a cui viene dato il<br />
nome della zona di provenienza e<br />
le miscele, composte da thè provenienti<br />
da diversi Paesi e diffuse in<br />
commercio dai vari marchi con<br />
nomi di fantasia. Queste ultime,<br />
chiamate blend, sono spesso usate<br />
dalle aziende per mantenere costante<br />
il profilo organolettico nel<br />
tempo: stesse miscele, stesse gusto.<br />
Pare che i sapori abbiano un’anima<br />
e che l’uomo la renda manifesta<br />
attraverso una descrizione all’apparenza<br />
fantasiosa. Così il caffè a<br />
volte presenta una tigratura giocosa<br />
e il cioccolato ha un colore<br />
mogano omogeneo e brillante , per<br />
citare solo alcune espressioni che i<br />
degustatori usano per dipingere<br />
l’essenza <strong>dei</strong> vari nutrimenti.<br />
Ogni cosa deve essere elaborata e<br />
poi descritta a regola d’arte. Scienza<br />
e passione si fondono in una<br />
sinergia magica.<br />
Una cosa è evidente anche ai non<br />
esperti: il sapore si accompagna<br />
all’emozione.<br />
LO STUDIO SCIENTIFICO<br />
L’analisi sensoriale<br />
Un metodo rigoroso per la valutazione di un prodotto<br />
L’analisi sensoriale è lo studio scientifico<br />
che consiste nella valutazione di un prodotto<br />
attraverso i cinque sensi. Gli assaggiatori,<br />
riuniti in un gruppo chiamato panel,<br />
compilano schede descrittive che serviranno<br />
a capire perchè un prodotto piace<br />
o meno e i motivi della sua attraenza.<br />
Negli anni i diversi esperti hanno dato vita<br />
ad associazioni indipendenti e scientifiche.<br />
Tra queste figura L’Istituto internazionale<br />
assaggiatori di caffè (Iiac), nata nel<br />
1993. L’obiettivo è quello di mettere a<br />
punto e diffondere metodi scientifici per<br />
la valutazione del prodotto. Ai corsi partecipano<br />
operatori del settore ma anche<br />
semplici amatori. Così addirittura il 50%<br />
delle persone che si iscrivono ai corsi<br />
organizzati da Chococlub, l’Associazione<br />
amatori del cioccolato con sede ad Alba,<br />
sono consumatori. Per quanto riguarda il<br />
thè la percentuale è vicina: il 60% sono<br />
gestori di negozi e di sale da thè, il 40%<br />
appassionati della bevanda. La tendenza è<br />
chiara: l’eccellenza di un prodotto alimentare<br />
è a cuore di tutti. Tutta la filiera<br />
di produzione è coinvolta in questa operazione<br />
di valutazione organolettica.<br />
Le stesse aziende stanno costruendo propri<br />
gruppi di panel, cioè di degustatori. <strong>Il</strong><br />
problema, secondo Davide Ferrero, è che<br />
il degustatore deve essere libero, non<br />
dipendente da un’azienda dolciaria. Per<br />
fare bene questo mestiere alla base di tutto<br />
ci deve essere un senso di indipendenza,<br />
una formazione adeguata e, soprattutto,<br />
tanta passione.<br />
Oltre ai sensi (nel cioccolato sono impiegati<br />
tutti e cinque), particolari e indispensabili<br />
sono alcuni strumenti del mestiere:<br />
la tazzina dell’assaggiatore ottimizza,<br />
per esempio, la valutazione dell’espresso.<br />
Le dimensioni, le proporzioni e i materiali<br />
utilizzati consentono di percepire<br />
meglio gli aromi della bevanda.<br />
Nulla sfugge al caso nel complicato e<br />
appassionante mestiere del degustatore.<br />
Marco Bertona, tea taster<br />
VINO<br />
Un certificato<br />
di qualità<br />
ACQUA<br />
Tre esami<br />
da superare<br />
THE’<br />
Una bevanda<br />
molto delicata<br />
CAFFE’<br />
L’espresso<br />
eccellente<br />
CIOCCOLATO<br />
Un fiore<br />
all’occhiello<br />
<strong>Il</strong> prof. Sabino<br />
Spina, referente<br />
dell’organizzazione<br />
nazionale<br />
assaggiatori<br />
di vino<br />
della Campania,<br />
sottolinea<br />
il ruolo importante<br />
che gli organi di senso svolgono<br />
nell’attribuire a un vino la certificazione<br />
di qualità. In gioco sono<br />
la vista, l’olfatto, il gusto e, strana<br />
cosa, a volte anche l’udito. In<br />
Campania ci sono tre grandi vini:<br />
il Fiano, il Greco di Tufo, il Taurasi.<br />
Si tratta di vini organoletticamente<br />
franchi, che hanno una persistenza<br />
gustativa. L’Onav organizza <strong>dei</strong><br />
corsi che che permettono di conseguire<br />
una patente.<br />
Giuseppe A-<br />
mati, socio<br />
fondatore dell’Adam<br />
(Associazione<br />
degustatori<br />
acque<br />
minerali), precisa<br />
che la minerale<br />
è l’unico<br />
alimento che necessita di un’autorizzazione<br />
del ministero della<br />
Sanità. L’acqua buona è quella che<br />
piace, quella giusta per eventuali<br />
patologie, quella che si abbina in<br />
modo felice con il cibo. Tre sono<br />
gli esami da superare: quello visivo<br />
per valutare la trasparenza e il perlage,<br />
quello olfattivo per valutare la<br />
presenza di odore e quello gustativo<br />
per determinare le bollicine, il<br />
sapore, il retrogusto.<br />
Marco Bertona,<br />
tea taster<br />
professionista<br />
diplomato<br />
in Cina,<br />
presidente di<br />
ADeMaThè,<br />
l’associazione<br />
degli amanti<br />
del thè, spiega che il thè è un prodotto<br />
molto delicato che non nasce<br />
per essere abbinato con altri<br />
prodotti. L’abbinamento si può<br />
fare e la sperimentazione può<br />
portare a soluzioni interessanti<br />
ma dipende dal tipo di thè. Anche<br />
i consumatori non esperti possono<br />
facilmente accorgersi che va di<br />
sicuro degustato da solo il thè di<br />
alta qualità. Cina e India sono i<br />
maggiori produttori al mondo.<br />
Per il prof. Luigi<br />
Odello, «un<br />
espresso eccellente<br />
si presenta<br />
con una<br />
bella crema di<br />
colore nocciola<br />
tendente al testa<br />
di moro,<br />
evidenzia riflessi fulvi e a volte presenta<br />
una tigratura giocosa. All’olfatto<br />
è potente e si sviluppa attraverso<br />
una serie di profumi che<br />
vanno dai fiori alla frutta fresca<br />
allo speziato, passando per la frutta<br />
secca e un tostato complesso<br />
articolato su note di pan tostato,<br />
cacao, vaniglia. Alla percezione<br />
tattile e gustativa si presenta sciropposo<br />
e setoso, con un giusto<br />
bilanciamento tra acido e amaro».<br />
<strong>Il</strong> dott. Davide<br />
Ferrero, presidente<br />
di Chococlub,<br />
l’associazione<br />
italiana<br />
amatori del<br />
cioccolato, precisa<br />
che il cioccolato<br />
buono<br />
in assoluto non esiste ma che le<br />
materie prime sono indispensabili<br />
per garantire un prodotto finale<br />
eccellente. I migliori cacao provengono<br />
dall’America latina.<br />
<strong>Il</strong> cioccolato italiano è un fiore<br />
all’occhiello: i nostri artigiani realizzano<br />
un prodotto di ottima qualità<br />
che porta in giro il nome<br />
dell’Italia nel mondo. Si è registrato<br />
un trend di crescita che andrebbe<br />
però sostenuto adeguatamente.