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Vesuvio sorvegliato speciale

Numero 35 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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16 Domenica 25 aprile 2010 TERRITORIO<br />

Strafalcioni, errori verbali, punteggiatura scriteriata: dal web un triste spaccato del linguaggio giovanile<br />

Niente grammatica, siamo blogger<br />

Sui social network si fa scempio dell’italiano. Ma c’è chi si unisce per difenderlo<br />

Da Twitter con furore “fallow my<br />

blog”, che tradotto suonerebbe tipo<br />

“incolto il mio blog”. Non è uno<br />

scherzo, ma uno dei tanti scempi<br />

linguistici da web 2.0. Perché la<br />

diffusione di internet, dei social<br />

network e dei blog, oltre ai noti<br />

vantaggi, ha portato con sé anche<br />

tanti danni, uno su tutti il totale<br />

stravolgimento della lingua.<br />

Il fenomeno, preoccupante per linguisti<br />

ed insegnanti ma esilarante<br />

per il popolo delle rete, costringe a<br />

porsi una domanda: se alla tv dobbiamo<br />

la diffusione della lingua i-<br />

taliana, è ai nuovi media che dovremo<br />

la sua scomparsa? Domanda<br />

non nuova, certo, ma ormai<br />

non più eludibile nell’epoca dei social<br />

network, che hanno portato<br />

alla luce, e in un certo senso sdoganato,<br />

un universo di mostruosità<br />

linguistiche prima celato nell’intimità<br />

degli sms.<br />

Il fenomeno ha proporzioni più<br />

vaste di quanto si pensi. C’è la ragazzotta<br />

di periferia, nel pieno della<br />

tarda adolescenza, le cui giornate<br />

trascorrono lunghe e vuote.<br />

Passa il tempo facendo acquisti in<br />

negozietti di abbigliamento dal<br />

target economico, sognando un<br />

futuro da attrice di soap opera o da<br />

modella, e ha bisogno di farsi notare.<br />

Facebook non le basta, allora a-<br />

pre un blog. Un luogo virtuale dove<br />

esprimersi con fotografie, frasi<br />

ad effetto, piccoli racconti di vita<br />

vissuta per mostrare a tutti gli internauti<br />

quanto ha da dire, e convincerli<br />

di quanto la loro vita fosse<br />

inutile prima della scoperta del suo<br />

fantastico spazio web. Pazienza se<br />

non è proprio una bellezza, se non<br />

ha a disposizione un fotografo professionista<br />

o una macchina fotografica<br />

“entry level”, quello che<br />

conta è ciò che è, e soprattutto ciò<br />

che scrive. Ed è qui che arriva il<br />

bello: strafalcioni, orrori grammaticali,<br />

tempi verbali inesistenti,<br />

punteggiatura completamente assente<br />

e chi più ne ha più ne metta.<br />

Altro che perifrastica: a dare un’occhiata<br />

al web sembra che i nostri<br />

giovani non conoscano neanche i<br />

rudimenti della lingua italiana. Cosa<br />

che fa riflettere ed anche indignare,<br />

se pensiamo che l’età media<br />

dei diaristi del web è l’adolescenza<br />

e che, presumibilmente, dovrebbero<br />

tutti frequentare un istituto superiore.<br />

Se pensate che sia impossibile che<br />

nel 2010 un ragazzo non conosca<br />

la propria lingua, qualche esempio<br />

vi farà cambiare idea. C’è Marta,<br />

simpatica ragazza della provincia<br />

di Napoli, che racconta dei propri<br />

acquisti effettuati “incuriosando su<br />

internet”. Ed è ancora niente. Molti<br />

amano inserire citazioni o piccoli<br />

pensieri filosofici sui propri profili<br />

Facebook, come l’enigmatica frase<br />

“lunico modo per liberarsi di una<br />

tentazione è credervi”, un libero riadattamento<br />

di un aforisma di O-<br />

scar Wilde. Poi c’è Tullio, che, sempre<br />

sul popolare social network,<br />

condivide con i suoi amici la scoperta<br />

che “la caspitale dell’Umbra<br />

non è Udinese ma e Peruggia”, roba<br />

da far rimpiangere i ragazzini di<br />

“Io speriamo che me la cavo”.<br />

E come non citare Angelica, aspirante<br />

redattrice di Vogue, che decide<br />

di scavalcare ogni gavetta, rivolgendosi<br />

direttamente su Twitter<br />

alla direttrice Franca Sozzani con<br />

un “volevo proporle un'articolo, se<br />

mi manda la sua mail”. Forse le<br />

sfugge che per scrivere “un articolo”<br />

non serve l’apostrofo. Per non<br />

parlare delle lingue straniere, da<br />

sempre bestie nere dei giovani italiani,<br />

a cui tanti però ricorrono per<br />

darsi un tocco di classe e rendere i<br />

loro spazi più “internazionali”.<br />

Gli orrori del web hanno dato vita<br />

a un filone di blog nato appositamente<br />

per raccogliere tutti gli strafalcioni,<br />

come il noto Facebookkini,<br />

parodia del social network, di<br />

cui raccoglie gli errori più grossolani<br />

e divertenti. Lo stesso Facebook,<br />

però, oltre ad essere teatro di<br />

scempi linguistici, è anche la culla<br />

di alcuni gruppi fondati col più o<br />

meno serio obiettivo di tutelare la<br />

lingua italiana. Tra questi spicca<br />

“Lottiamo contro la scomparsa del<br />

congiuntivo”, che conta ad oggi oltre<br />

centomila iscritti. L’area discussioni<br />

del gruppo è spesso animata<br />

da dotte disquisizioni sull’utilizzo<br />

dell’odiato tempo verbale, che<br />

proprio i nuovi media stanno contribuendo<br />

a far scomparire.<br />

Proprio dal web una speranza,<br />

dunque. La domanda allora diventa:<br />

i social network distruggeranno<br />

o salveranno la lingua italiana? Il<br />

poeta tedesco Holderlin diceva che<br />

“lì dove c’è il pericolo cresce anche<br />

ciò che salva”. Speriamo sia di buon<br />

auspicio.<br />

Servizi di<br />

RAFFAELE PELLEGRINO<br />

VERONICA VALLI<br />

Traduttori<br />

automatici<br />

pasticcioni<br />

Volete scrivere o tradurre<br />

qualcosa in inglese ma non<br />

spiccicate una parola? No<br />

problem. Da vari anni sono<br />

disponibili diversi siti internet<br />

dotati di traduttori automatici.<br />

Il loro funzionamento è<br />

semplicissimo: basta inserire<br />

il testo in italiano, selezionare<br />

la lingua desiderata e il gioco è<br />

fatto. Però bisogna stare attenti:<br />

non è tutto oro quello<br />

che luccica. La maggior parte<br />

dei siti, infatti, si limita a tradurre<br />

il testo parola per parola,<br />

con un risultato deludente<br />

e talvolta esilarante, perciò è<br />

meglio scegliere con cura il<br />

portale.<br />

Alcuni dei servizi offerti da<br />

siti popolari come Google o<br />

Yahoo sono affidabili per frasi<br />

brevi ma basta un costrutto<br />

più complesso per mandarli<br />

nel pallone. Guai quindi ad<br />

utilizzarli per la traduzione di<br />

interi testi o pagine web.<br />

Un’ottima alternativa sono gli<br />

spazi come Translated.net,<br />

che offrono anche dei servizi<br />

di traduzione a pagamento e<br />

dove è possibile addirittura<br />

offrire il proprio contributo<br />

alla traduzione, in perfetto<br />

stile “wiki”. Le lingue a disposizione<br />

sono tantissime, dalle<br />

classiche inglese e francese fino<br />

al giapponese, coreano e<br />

persino il creolo haitiano.<br />

Il Comune della Costiera sorrentina celebra i meridionalisti, suoi migliori figli adottivi<br />

Vico, la storia in due piazze<br />

Nuova toponomastica per ricordare Gerardo Chiaromonte e Manlio Rossi Doria<br />

Nel 2007 si pensò al sen. Fermariello<br />

La via che non c’è<br />

Il cambio di toponomastica<br />

ha scontentato numerosi<br />

sostenitori del Pd<br />

che lamentano l’esclusione<br />

di un altro personaggio<br />

della sinistra meridionale,<br />

il senatore Carlo<br />

Fermariello, a cui, il partito,<br />

nel 2007, in occasione<br />

del decennale della scomparsa,<br />

aveva promesso<br />

l’intitolazione di una strada.<br />

Nato nel 1925, Fermariello<br />

militò nel Partito<br />

d’Azione seguendo le<br />

orme dello zio Gennaro,<br />

sindaco di Napoli nel<br />

1945. Partecipò alla lotta<br />

partigiana, collaborando<br />

con il giornale “L’Azione”<br />

diretto da Guido Dorso.<br />

Nel dopoguerra aderì al<br />

Pci per poi diventare<br />

segretario della Federbraccianti<br />

e coordinatore<br />

della Cgil in occasione<br />

delle lotte contadine per<br />

il Mezzogiorno. Nel 1963<br />

recitò nel film “Le mani<br />

sulla città” di Francesco<br />

Rosi. Dal 1968 al 1983 fu<br />

eletto senatore, periodo<br />

in cui si interessò anche<br />

dello sviluppo della città<br />

di Napoli. Nel 1996 diventò<br />

sindaco di Vico E-<br />

quense al primo turno<br />

con il 72% delle preferenze.<br />

Morì pochi mesi dopo,<br />

il 15 gennaio 1997.<br />

Anche lui è sepolto nella<br />

cittadina costiera.<br />

Presto ci saranno due nuove piazze per<br />

Vico Equense. Solo il tempo di ultimare<br />

gli ultimi adempimenti burocratici<br />

poi la piazzetta del borgo di marina di<br />

Vico e quella del borgo di Montechiaro<br />

saranno intitolate rispettivamente a<br />

due grandi nomi della politica e del<br />

meridionalismo del Novecento, Gerardo<br />

Chiaromonte e Manlio Rossi Doria.<br />

La proposta, partita da un consigliere<br />

del Partito democratico, è stata accolta<br />

dalla giunta di centrodestra del Comune<br />

della Costiera sorrentina. I due<br />

politici di sinistra avevano in comune<br />

un amore sconfinato proprio per Vico<br />

Equense al punto da eleggerlo come<br />

luogo ideale per i periodi di riposo e<br />

per la propria sepoltura.<br />

Gerardo Chiaromonte, nato a Napoli<br />

nel 1924, è stato uno dei protagonisti<br />

della storia del Pci e quindi del Pds,<br />

ricoprendo anche la carica di direttore<br />

di “Rinascita” dal 1972 al 1975 e de<br />

“L’Unità” dal 1986 al 1988. Più volte<br />

senatore, nel 1987 diventa presidente<br />

della commissione parlamentare di<br />

inchiesta sulla criminalità organizzata.<br />

Scrittore di vari saggi su temi quali l’agricoltura,<br />

la politica e il sociale, scompare<br />

nel 1993 a Vico Equense, luogo<br />

dove è ancora oggi sepolto.<br />

Manlio Rossi Doria, invece, nato a<br />

Roma nel 1904, è stato militante in gioventù<br />

nella fila del Partito d’Azione.<br />

Professore di economia e politica agraria<br />

alla facoltà di Agraria di Portici, diventa<br />

un esperto di primo piano della<br />

politica agraria meridionale. Sostenitore<br />

della pianificazione del territorio,<br />

si è a lungo battuto per la creazione di<br />

una carta dei suoli prima che i Comuni<br />

fossero dotati di un simile strumento<br />

Piazza Rossi Doria<br />

e in basso piazza Chiaromonte<br />

per arginare la cementificazione selvaggia.<br />

Senatore socialista negli anni<br />

’60, Rossi Doria è stato autore di una<br />

vasta produzione scientifica oggi conservata<br />

alla facoltà di Economia<br />

dell’Università di Roma Tre, nel centro<br />

che porta il suo nome. Morì nel<br />

1988 e scelse di essere sepolto a<br />

Montechiaro, frazione di Vico, dove<br />

amava trascorrere le vacanze.<br />

Servizi di<br />

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