Vesuvio sorvegliato speciale
Numero 35 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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RUBRICHE Domenica 25 aprile 2010<br />
19<br />
L’autore salernitano<br />
intende descrivere<br />
l’antico dilemma<br />
tra cuore e ragione<br />
Protagonisti sono<br />
i dialoghi con l’anima<br />
e il suo alter ego<br />
A destra Paolo Trucillo<br />
In basso la copertina del libro<br />
Fuori e dentro di te<br />
“Fine a se stesso” raccoglie le riflessioni dell’esordiente Paolo Trucillo<br />
Nel libro emerge l’inquietudine giovanile della dimensione umana<br />
Un viaggio spirituale. Solo così si può definire<br />
l’esordio letterario del giovanissimo<br />
Paolo Trucillo. Leggere “Fine a se stesso<br />
ovvero fuori e dentro di te” significa entrare<br />
nei meandri della mente dell’autore, diventando<br />
prigionieri dei suoi dialoghi con<br />
l’anima. Il libro si apre con una poesia, Lacrima<br />
folle, che è un’invocazione alla lacrima<br />
stessa di non fuggire da «gote un domani<br />
fratturate da rughe».<br />
Da qui in poi, avventurandosi nelle ottantacinque<br />
pagine del suo lavoro, diventerà<br />
quasi impossibile non porsi interrogativi<br />
sulla nostra esistenza; partendo magari da<br />
quelle cose che ci sembrano più banali, ma<br />
che per Trucillo tali non sono.<br />
La sua è una sfida contro il foglio ancora<br />
bianco, ma la supremazia sarà della penna<br />
e delle riflessioni dell’autore.<br />
Un matematico con la passione per la letteratura.<br />
Non è uno scrivere fine a se stesso,<br />
ma per giustificare la gioia di vivere.<br />
Le sue riflessioni si traducono così in una<br />
voglia di evasione: una fuga dal mondo o-<br />
vattato dell’avere per raggiungerne uno in<br />
cui la vita sia effettivamente tale. E dove<br />
può andare un cavaliere errante della scrittura?<br />
Sulla luna che appare «sincera e soave».<br />
Così, lo scrittore-ingegnere invita il<br />
lettore a seguirlo in questo viaggio verso il<br />
satellite che rappresenta la purezza dell’a-<br />
arte<br />
Affreschi e modernismo<br />
al Museo Gracco di Pompei<br />
Avvicinare il pubblico alla conoscenza dell’antica<br />
tecnica pittorica dell’affresco. Con questo obiettivo,<br />
in occasione della dodicesima settimana della<br />
cultura, è stato creato un nuovo spazio espositivo al<br />
Museo Gracco Arte Contemporanea e Fotografia<br />
(MiCAB) dell’area archeologica di Pompei. Fino al<br />
25 aprile sarà esposta un’opera del maestro Franco<br />
Gracco, un affresco che si ispira alla Deposizione di<br />
Gesù, un momento fondamentale della tradizione<br />
cristiana. Nel corso della mostra, inoltre, saranno<br />
illustrate le varie fasi della realizzazione del lavoro<br />
dell’artista.<br />
I “posseduti” di Mendoza<br />
al Madre di Napoli<br />
Idealizzare e sperimentare. In bilico tra un bisogno<br />
e un desiderio, Ryan Mendoza realizza le sue tele,<br />
esposte al Madre di Napoli per la mostra The possessed.<br />
Lavori che si trasformano in una galleria di<br />
individui, i “posseduti”: figure in apparenza normali,<br />
ma in realtà inquiete perché contagiate da pensieri<br />
perversi. Soggetti che rivelano la tecnica utilizzata,<br />
con il recupero di soluzioni dei maestri della<br />
storia dell’arte. Ma nei suoi quadri l’antica sapienza<br />
pittorica convive con azzardi moderni, modellando<br />
i corpi e calibrando le luci. Alterazioni e<br />
stravolgimenti caratterizzati da sproporzioni prospettiche,<br />
che rivelano dissonanze anatomiche.<br />
Tredici dipinti per raccontare la natura umana.<br />
Lo scrittore<br />
Paolo Trucillo nasce a Vallo<br />
della Lucania nel 1988 e si<br />
diploma al Tasso di Salerno.<br />
Ora frequenta la facoltà di<br />
Ingegneria Chimica. Collabora<br />
con il periodico salernitano<br />
“Agire”. Nel 2007 ha vinto il<br />
premio “Piergiorgio Lizza”. È<br />
autore di saggi come “Il mistero<br />
di Dioniso” e di poesie.<br />
Con Fine a se stesso è al suo<br />
esordio letterario.<br />
nima. “Le Baccanti” di Euripide hanno influenzato<br />
molto la sua “opera prima”.<br />
Il problematico rapporto tra razionale ed<br />
a-razionale, nel testo euripideo, trova il<br />
suo riscontro, infatti, nel contrasto che e-<br />
merge dai dialoghi di “Fine a se stesso” tra<br />
Paolo e il suo alterego oloaP.<br />
Come in un gioco di specchi, emerge il dilemma<br />
della dimensione umana: ragione<br />
contro emozione. Per questo anche chi<br />
sfoglia le pagine del libro sarà trascinato<br />
sull’orlo di un precipizio, in quell’eterna e<br />
irrisolvibile lotta tra il cuore e la mente. Le<br />
riflessioni di Trucillo fanno entrare e uscire<br />
tra queste due realtà, a volte complementari.<br />
La disperata ricerca di una propria identità<br />
forse potrebbe essere risolta con l’amore,<br />
che qui è visto come un rito di iniziazione<br />
al godere, al fruire dell’esistenza.<br />
Ma l’effettivo ricorso a immagini di carattere<br />
erotico non sembra guarire dal mal<br />
d’anima. Tutto lo scritto, infatti, è attraversato<br />
da una spasmodica ansia di risposte<br />
nella continua rincorsa di sé, che trova la<br />
tregua in due momenti: il primo è caratterizzato<br />
dalle note musicali di un pianoforte<br />
suonato da una fanciulla spagnola; il secondo<br />
è quello della pace bucolica evocata<br />
da bambini che giocano spensierati.<br />
Ma anche la notte può trasformarsi in una<br />
culla che concilia il dolore; ma nel dilemma<br />
esistenziale lo scrittore esordiente non<br />
vuole dimenticare. Curiosa la scelta di non<br />
scrivere un finale: «Se avesse una fine ciò<br />
che è fine a se stesso – scrive Trucillo –<br />
non avrei problemi a imporre un finale.<br />
Molto spesso la fine coincide con l’inizio».<br />
Proprio come in un sogno.<br />
musica<br />
Un gioco d’orchestra<br />
con Midnight talks<br />
Pagina a cura di<br />
SANTO IANNÒ<br />
Ossatura rock e arrangiamenti orchestrali: questo il<br />
binomio musicale proposto da A Toys Orchestra, la<br />
band campana che canta in inglese. Partito da A-<br />
gropoli, il gruppo di quattro ragazzi (Ilaria D’Angelis<br />
al piano, Raffaele Benevento al basso, Andrea<br />
Perillo alla batteria e Enzo Moretto voce e chitarra)<br />
si è stabilito a Bologna, dove con le loro note hanno<br />
conquistato prima l’Emilia e poi tutto il nord Italia.<br />
Il quarto album, Midnight Talks, è uscito ad aprile<br />
per Urtovox. Un disco composto da quattordici brani,<br />
decisamente più rockettari rispetto alle sonorità<br />
sognanti dei primi lavori. «Quando siamo chiusi in<br />
studio – spiega Enzo Moretto – cerchiamo di ricreare<br />
l’atmosfera e l’energia del live». La forza acquisita<br />
suonando dal vivo permette «di cambiare sempre<br />
– aggiunge – cercando quei nuovi slanci che sono<br />
fondamentali per chi fa musica». Sonorità sporche,<br />
prese in prestito dai concerti, che però non sbarrano<br />
la strada alla contaminazione degli strumenti classici.<br />
Il matrimonio con l’orchestra ha portato così alla<br />
collaborazione con gli archi e i fiati di Enrico Gabrielli.<br />
Il violino invece è stato affidato a Rodrigo<br />
D’Erasmo degli Afterhours, con cui, nel 2009, avevano<br />
già realizzato il progetto “Il Paese è reale”. La<br />
band ha collaborato anche con altri artisti della realtà<br />
indie italiana, perché «per noi le collaborazioni<br />
sono vitali», sottolinea il frontman dei A Toys Orchestra.<br />
Con il video di Peter Pan Syndrome, brano<br />
tratto dal secondo album Cuckoo Boohoo, il gruppo<br />
ha vinto il premio Fandango. Ora sperano di scalare<br />
le classifiche musicali.<br />
libri<br />
“La seconda vita del Che”<br />
di Michael Casey<br />
Edizione Feltrinelli<br />
Pagine 332 – 18,00 euro<br />
Sguardo fiero e basco in testa: è questa l’immagine<br />
che immortala Ernesto Che Guevara.<br />
Il fotografo cubano Korda non poteva sapere<br />
che quello scatto sarebbe diventato il simbolo<br />
della rivoluzione più riprodotto di sempre.<br />
Michael Caesy, nel suo libro, attorno a quella<br />
rappresentazione ha cercato di analizzare le<br />
molteplici evoluzioni del marchio. Una mercificazione<br />
di massa che Guevara stesso<br />
avrebbe voluto sconfiggere. Quella fotografia,<br />
infatti, è uno strumento pubblicitario: un incontro-scontro<br />
postumo con il capitalismo,<br />
che alimenta la seconda vita del rivoluzionario<br />
argentino ucciso il 10 ottobre 1967. I marchi<br />
e le immagini, da sempre, fanno parte dell’io<br />
idealizzato: perché il loro fascino deriva<br />
dalla bellezza della speranza.<br />
“Ti spiego”<br />
di Romana Petri<br />
Edizione Cavallo di Ferro<br />
Pagine 224 – 16,50 euro<br />
Un romanzo epistolare a senso unico. Le<br />
lettere di una moglie al marito fuggito in<br />
Brasile, dove ha costruito una nuova famiglia.<br />
Ma la voce di lui non si sente, se non<br />
nelle risposte della donna che ripercorre le<br />
tappe di una storia finita da quindici anni.<br />
In queste pagine, Romana Petri mette a nudo<br />
il bisogno di sincerità di una ex coppia di<br />
sessantenni italiani. Sullo sfondo, trent’anni<br />
di storia del nostro Paese: dal boom economico<br />
al terrorismo. I due protagonisti non<br />
sono diventati assassini politici e non sono<br />
sprofondati nella droga, come i loro amici.<br />
Ma sono finiti nella «fanghiglia di un rapporto<br />
borghese», scrive l’autrice. Un libro<br />
per descrivere lo scontro uomo donna, una<br />
lotta che attraversa tutte le epoche.<br />
“Inter la dinastia”<br />
di Tommaso Pellizzari<br />
Edizione Baldini Castoldi Dalai<br />
Pagine 192 – 18,00 euro<br />
Nel nome del padre del figlio e dei mister.<br />
Tommasso Pellizzari nel suo libro vuole raccontare<br />
quattro vite parallele: Angelo Moratti,<br />
presidente dell’Inter anni Sessanta, e<br />
di suo figlio Massimo, numero uno attuale;<br />
Helenio Herrera, allenatore dei nerazzurri<br />
di Moratti senior, e José Mourinho, il mister<br />
di oggi. Centonovantadue pagine per raccontare<br />
le vite di quattro uomini molto ricchi.<br />
Due allenatori amati e odiati, con un’accusa<br />
che li accomuna: la loro forza non è negli<br />
schemi, ma nella carica psicologica che<br />
danno alle loro squadre. I due presidenti u-<br />
guali nel viziare i giocatori: Moratti padre<br />
fece con Mario Corso quello che il figlio ha<br />
fatto con Recoba. Corsi e ricorsi storici verrebbe<br />
da dire.<br />
“Irritazioni”<br />
di Gillo Dorfles<br />
Edizione Castel Vecchi<br />
Pagine 250 – 18,50 euro<br />
«Molte cose mi irritano». Lo scrive Dorfles<br />
nella premessa del suo libro, una raccolta di<br />
articoli degli anni ’80 e ’90 pubblicati per<br />
festeggiare i suoi cento anni. L’insofferenza<br />
verso alcuni aspetti della vita si trasforma in<br />
un testo composto da oltre quaranta argomenti<br />
che l’autore definisce scomodi. Il<br />
maestro degli studi di Estetica cerca di comprendere,<br />
tra le cose irritanti, la videomania.<br />
Non si chiede perché vengano collezionate,<br />
ma riflette sulla ragione intima e la voglia<br />
di fermare istanti perduti. Un volume<br />
caratterizzato da momenti di osservazione,<br />
subito seguiti dal tempo della riflessione.