02 Vertebrati (parte 4) - Scienze della terra
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Prima testimonianza fossile e<br />
la radiazione nel Paleocene - Eocene inf.<br />
La più antica documentazione dell’Ordine Primates è costituita da<br />
un dente di un piccolo animale del Cretacico sup. (Purgatorius i).<br />
Se questo è esatto i primati sarebbero uno degli ordini più longevi<br />
dei mammiferi placentali. Il più antico primate accertato è Altiatlasius<br />
rappresentato da dieci denti isolati ed<br />
un frammento di dentale di un giovane esemplare<br />
(fig. a) del Paleocene sup. del<br />
Marocco. Questo animale, identificato come<br />
un omomide, era di piccole dimensioni,<br />
assomigliava ad un lemure e pesava<br />
forse 50-100g. Alcune delle forme successive<br />
raggiunsero 2,5kg, Tetonius i (fig. d)<br />
ha muso corto, scatola cranica bulbosa ed<br />
una evidente barra postorbitale. I<br />
primati primitivi più abbondanti<br />
furono gli adapiformi, che probabilmente<br />
in vita ricordavano i lemuri. Gli adapiformi comparvero<br />
nell’Eocene inf. e sopravvissero fino al Miocene<br />
sup. e durante questo periodo si diffusero dall’Europa e<br />
Nord America all’Africa ed Asia. Smilodectes i dell’Eocene m. del<br />
N. America mostra i caratteri tipici del gruppo (figs. e, f): più grande<br />
di un omomide, muso lungo ed orbite più piccole. Anche i tarsidi<br />
sono <strong>della</strong> stessa età ed il loro<br />
parente più antico è Shoshonius i<br />
(g) che condivide<br />
la sovrapposizione<br />
del basioccipitale<br />
alla bolla uditiva.<br />
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