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LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...

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Episodi di resistenza militare a Genova<br />

considerò le truppe dislocate nella zona di Genova definitivamente perdute.<br />

Vercellino avrebbe voluto far ripiegare la 201ª divisione costiera sui contrafforti<br />

tra Imperia e San Remo, in modo da rendere possibile una difesa<br />

contro le truppe tedesche che, occupata Genova, si stavano spingendo verso<br />

ponente, ma si trattava di un progetto irrealizzabile, considerata la rapidità<br />

dei reparti germanici e nel contempo la scarsa mobilità di quelli italiani 12 .<br />

A Genova la situazione era diventata gravissima subito dopo la proclamazione<br />

dell’armistizio: durante la notte tra l’8 e il 9 settembre i reparti tedeschi<br />

avevano circondato le centrali telefoniche ed elettriche, gli impianti portuali,<br />

ed altri luoghi strategici e nella prima mattinata del 9 era iniziato il disarmo<br />

sistematico dei comandi, dei presidi e delle batterie italiane. I singoli<br />

reparti italiani, privi di ordini chiari e senza più la possibilità di coordinare<br />

una difesa comune, dovettero decidere singolarmente come far fronte all’aggressione<br />

tedesca. In molti casi i militari italiani, allettati dalla promessa <strong>della</strong><br />

libertà fatta dai tedeschi, si arresero, mentre altre volte si dissolsero abbandonando<br />

armi e divise. La disgregazione fu favorita dagli stessi comandanti<br />

che, per usare un eufemismo, non ebbero un comportamento all’altezza<br />

<strong>della</strong> situazione: il generale Coppi, comandante territoriale di Genova, si<br />

arrese ai tedeschi, rivestì abiti civili e in seguito si offrì di collaborare con le<br />

autorità d’occupazione germaniche 13 , mentre il generale Bancale, con il comando<br />

del XV Corpo d’Armata ed un reparto autotrasportato, si allontanò<br />

da Genova per raggiungere il Piemonte dove si era insediato il comando <strong>della</strong><br />

IV Armata. Il Comportamento di Bancale non può che essere definito una<br />

fuga, anche perché il generale abbandonò il suo posto PRIMA dell’alba del<br />

9 settembre, ossia quando i tedeschi non avevano ancora iniziato a Genova<br />

l’azione di disarmo vera e propria dei militari italiani 14 .<br />

Gli episodi di resistenza all’occupazione tedesca nella zona di Genova da<br />

parte di militari italiani di cui sia rimasta notizia sono poco numerosi:<br />

1) Quando i tedeschi si avvicinarono alla caserma del 42º Rgt. di Fanteria<br />

a Genova-Sturla, alle ore 6 del 9 settembre, una sentinella del posto di guardia<br />

tentò una disperata difesa, ma fu uccisa da una raffica di mitra. I militari<br />

<strong>della</strong> caserma non avevano approntato nessun piano di difesa o di sgombero<br />

preventivo: alcuni ufficiali resero inservibili le mitragliatrici, poi tutti, soldati<br />

ed ufficiali, abbandonarono le armi e si dispersero, non ostacolati dai tedeschi.<br />

La caserma fu poi saccheggiata dalla popolazione civile.<br />

2) Nelle stesse ore un’altra sentinella, questa volta un marinaio che aveva<br />

tentato di opporre resistenza ai tedeschi nella zona del porto, fu ucciso.<br />

3) A Genova Pontedecimo furono uccisi un carabiniere di guardia al viadotto<br />

ferroviario ed un soldato di sentinella sul ponte 15 .<br />

Oltre a questi episodi minimi, frutto forse più del caso e <strong>della</strong> fretta tedesca<br />

di raggiungere i propri obbiettivi che di una cosciente volontà di lotta da<br />

parte dei soldati italiani, vi fu a Genova anche un episodio di resistenza mili-<br />

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