LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...
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Francesco Biga<br />
Siccardi (Curto), in previsione dell’organizzazione di bande partigiane in altre zone <strong>della</strong><br />
Provincia di Imperia. Contemporaneamente organizza a Molini di Triora un presunto<br />
Comitato con a capo il farmacista Alfonso Vallini (Teia), tramite il quale fa giungere ai<br />
partigiani riuniti intorno al comandante Guglielmo Vittorio (Vitò), viveri, armi, e munizioni.<br />
Nei primi giorni di aprile 1944 il Luppi si incontra nuovamente con il Siccardi a Costa<br />
di Carpasio, presenti il savonese Libero Briganti (Giulio), Giacomo Sibilla (Ivan),<br />
Vittorio Acquarone (Marino) e Candido Queirolo (Marco); si decide di raccogliere tutte<br />
assieme una ventina di bande sparse sul territorio per costituire la IX Brigata d’assalto<br />
Garibaldi “F. Cascione”. Il che avviene. Anche “Vitò” si aggrega alla Brigata con i suoi<br />
uomini accampati in località “Goletta” (Valle Argentina). Questi vengono suddivisi in<br />
due Distaccamenti denominati IV e V, quest’ultimo ha per comandante “Vitò” e per<br />
commissario il Luppi, con nome di battaglia “Erven”. Il Luppi, come commissario, nei<br />
mesi di maggio e giugno prende parte a tutte le azioni che hanno consentito di ripulire i<br />
territori delle alte valli Argentina, Nervia e Roja da presidi e postazioni tedesche e fasciste,<br />
che sarebbe troppo cosa lunga a enumerare. Ma veniamo all’azione nella quale “Erven”<br />
dimostrò tutto il suo coraggio e il suo eroismo: La battaglia di Sella Carpe:<br />
27 giugno 1944, Sella Carpe, località a 1300 metri di altezza, nel territorio del Comune<br />
di Baiardo. E’ un passo nel quale la strada carrozzabile proveniente dal paese si<br />
biforca, proseguendo con un ramo verso Monte Ceppo e l’altro scende verso la Valle Argentina.<br />
Sul culmine di Monte Ceppo era rimasto l’unico presidio tedesco che costituiva<br />
una minaccia costante ai partigiani del V Distaccamento dislocati a Carmo Langan (circa<br />
400 uomini). Tentare un attacco al monte per distruggere la postazione nemica era<br />
impossibile per mancanza di armi pesanti. Si decise allora di bloccare la strada attraverso<br />
la quale transitavano i rifornimenti alla postazione tedesca. il 27 giugno “Erven” con<br />
una settantina di uomini si apposta sulla curva <strong>della</strong> strada per Monte Ceppo, in località<br />
detta Sella Carpe. Verso mezzogiorno giungono due camions carichi di soldati nemici i<br />
quali sono investiti da una valanga di raffiche di mitragliatori, di altre armi automatiche<br />
e di bombe a mano. Senza che avessero tempo a organizzare qualche resistenza, molti<br />
soldati vengono uccisi, altri rimangono feriti, i pochi superstiti si rifugiano nei boschi<br />
sottostanti. I partigiani si apprestano a raccoglie molte preziose armi quando sopraggiungono<br />
imprevisti altri camions carichi di soldati i quali trovano il tempo di prendere<br />
posizione. “La situazione si fa gravissima - racconta il Luppi in una sua memoria - man<br />
mano giungono altri Tedeschi i quali possono piombarci alle spalle. Un gruppo di sette<br />
partigiani riesce a bloccare momentaneamente l’azione del nemico per cui noi con un<br />
fuoco intenso possiamo affrontare i Tedeschi che si trovano sul bivio e che, però, aumentano<br />
di numero. Il loro fuoco è intensissimo, una quindicina di partigiani sono feriti,<br />
ma per fortuna in modo leggero. Solo due di essi rimangono colpiti a morte. Di fronte<br />
all’incombente minaccia, tento una sortita per cercare di eliminare una mitragliatrice nemica<br />
che ci rafficava alla nostra sinistra e che ci impediva l’unica via di ritirata e di<br />
scampo. Ma in quel momento sono colpito, prima di striscio al costato sinistro, poi da<br />
una granata che mi spezza il nervo sciatico al terzo medio <strong>della</strong> coscia destra. Poco dopo<br />
il mio ferimento per fortuito caso giunge una nuvola di nebbia spessissima che ci permette<br />
di defilarci nel sottostante bosco mettendoci in salvo”.<br />
Il bilancio <strong>della</strong> battaglia: “Erven” ferito gravissimo, una quindicina di partigiani feriti<br />
leggermente e, purtroppo, tre sono i caduti. Ma i Tedeschi lasciano sul campo quasi<br />
una cinquantina di morti. I feriti, che sono una trentina, li trasportano negli ospedali di<br />
Sanremo.<br />
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