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LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...

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Interventi<br />

quali la lotta di liberazione nazionale è stata condotta.<br />

Vi è un ulteriore specifico aspetto <strong>della</strong> Resistenza italiana che deve essere<br />

richiamato a confronto delle Resistenze che si sono sviluppate in tutte le<br />

Nazioni europee invase e soggiogate dalle armate naziste. In Polonia, il primo<br />

Paese invaso dal III Reich il 1 settembre 1939 e successivamente in Francia,<br />

in Belgio, in Olanda, in Norvegia, con il dilagare nell’Europa occidentale<br />

dello sforzo bellico tedesco; infine nei Balcani, quando l’attacco nazista<br />

cominciò a rivolgersi verso Est, e con l’attacco all’allora Unione Sovietica,<br />

nel giugno del 1941, la Resistenza assunse i caratteri di una ripresa o <strong>della</strong><br />

continuazione di una guerra provvisoriamente perduta. Diversa la realtà italiana:<br />

nel corso dell’espansione nazista in Europa, l’Italia fu a fianco <strong>della</strong><br />

Germania hitleriana, ne condivise il progetto di dominio e a esso partecipò fino<br />

all’8 settembre 1943. In sostanza, nei circa sei anni di durata <strong>della</strong> II guerra<br />

mondiale, per quattro anni l’Italia fascista fu a fianco <strong>della</strong> Germania nazista.<br />

La Resistenza italiana non solo fu l’ultima a svilupparsi, ma proprio per la<br />

specifica vicenda politica del nostro Paese essa ha assunto caratteri peculiari<br />

che l’hanno resa più “sofferta” e più “politica”. Politica in senso ampio perché<br />

essa è stata non solo una lotta per la liberazione del nostro territorio nazionale<br />

dalla occupazione di un alleato divenuto nemico, ma anche una lotta<br />

per la conquista di una nuova identità democratica.<br />

In questo senso, l’antifascismo ha connotato in modo originale la Resistenza<br />

italiana perché esso non è consistito soltanto nella opposizione armata<br />

ad un totalitarismo straniero, ma in una lotta che mirava a sconfiggere e superare<br />

un totalitarismo tutto nostrano, al quale risaliva una grande quota di responsabilità<br />

come fattore che aveva contribuito allo scatenamento <strong>della</strong> tragedia<br />

epocale <strong>della</strong> II guerra mondiale.<br />

Che le Forze Armate italiane abbiano contribuito, come ho sommariamente<br />

richiamato, al processo di trasformazione democratica dell’Italia che si è<br />

concluso con il mutamento <strong>della</strong> forma istituzionale dello Stato da monarchia<br />

a Repubblica e con la elaborazione e l’approvazione <strong>della</strong> Costituzione, ha<br />

costituito un fattore fondamentale di quella rigenerazione che ha conferito alla<br />

nostra Patria una nuova e inedita dimensione democratica che si pone in diretta<br />

e progressiva continuità con il processo unitario del Risorgimento.<br />

Popolo e Forze Armate, società civile e militari hanno contribuito a questi<br />

grandi risultati, ponendo le premesse affinché l’Italia svolgesse, fra l’altro, un<br />

ruolo importante nella costruzione <strong>della</strong> unità europea.<br />

Di queste radici storiche occorre, sono convinto, avere costantemente presenti<br />

il significato e il valore.<br />

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