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LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...

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Prof. Michele Calandri<br />

Direttore scientifico dell’<strong>Istituto</strong> Storico <strong>della</strong> Resistenza in Cuneo e provincia<br />

Prof. Marco Ruzzi<br />

Ricercatore presso l’<strong>Istituto</strong> Storico <strong>della</strong> Resistenza in Cuneo e provincia<br />

La partecipazione dei militari alla guerra partigiana.<br />

Analisi di alcuni casi specifici<br />

Riteniamo sia corretto assumere come punto di partenza, per un ragionamento<br />

relativo alla partecipazione dei militari alla Resistenza, la confutazione<br />

dell’ipotesi di un travaso, tout court, dopo l’armistizio dell’8 settembre<br />

1943, dalle forze armate alle formazioni partigiane. Accettare questo presupposto<br />

significherebbe non solo rendere inutile ogni ulteriore sforzo interpretativo<br />

sulle origini <strong>della</strong> Resistenza italiana, ma anche snaturare il senso di<br />

tante scelte fatte in modo assolutamente autonomo, svincolate dall’essere o<br />

essere stati in grigioverde.<br />

Innanzitutto andrebbe valutata con attenzione la partecipazione attiva alla<br />

lotta armata di elementi in servizio permanente effettivo, indipendentemente<br />

dal grado ricoperto. In alcune aree d’Italia ed all’estero, questo tipo di adesione<br />

è forte e sentita. Nella Resistenza romana agiscono bande formate in<br />

buona parte da ufficiali inferiori o superiori; nell’Italia centro meridionale, la<br />

vicinanza del fronte e la ristrettezza temporale dell’esperienza partigiana<br />

permettono solo in minima parte l’aggregazione di personale alieno all’esperienza<br />

militare, coagulando nelle bande la presenza di soldati, sottufficiali e<br />

ufficiali con gradi diversi di preparazione tecnica.<br />

Nel centro nord la più lunga durata <strong>della</strong> lotta di Liberazione, e quindi del<br />

processo di militarizzazione, consente di svincolare maggiormente la partecipazione<br />

alla guerriglia dal servizio militare, permettendo così di reclutare<br />

anche giovani privi di esperienze belliche significative, e sarà in tal caso la<br />

guerra partigiana a dare almeno i primi rudimenti di preparazione militare.<br />

La grande ricerca, a carattere soprattutto quantitativo, condotta dagli Istituti<br />

storici <strong>della</strong> Resistenza del Piemonte per il cinquantesimo, Partigianato<br />

piemontese e società civile, ha appurato che il 47% circa degli oltre 90.000<br />

resistenti <strong>della</strong> regione ha dichiarato un rapporto di dipendenza organica dalle<br />

forze armate prima dell’armistizio. Siamo sotto la soglia <strong>della</strong> metà dei resistenti<br />

e il dato (pur molto rilevante) costituisce un primo elemento per<br />

smentire che vi sia stato un travaso quasi naturale dalle forze armate alle for-<br />

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