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LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...

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Per Eugenio Cagnasso<br />

vare tra i due fuochi” e conclude: “questo Comando non ha fatto, come del<br />

resto non aveva da fare, concessioni di alcun genere al nemico, ma è stato<br />

questi a farle a noi”.<br />

Intanto sopraggiunge novembre, la mancanza di scarpe e tutto ciò di cui<br />

proteggersi da un inverno che si annuncia lungo e difficile spingono Bill e Sirio<br />

(Giuseppe Lagorio) a richiedere aiuto al C.O. mentre le azioni si susseguono<br />

sempre più incalzanti. In seguito ad un’azione del Bovani, presso Vispa,<br />

viene promosso dal Comando S. Marco un vasto rastrellamento per l’11<br />

novembre. Il Comando di Brigata, avvertito, decide di resistere secondo un<br />

dispositivo di difesa messo in opera in quattro settori: sulla Bormida; tra Millesimo<br />

e Osiglia; sul Melogno e nei pressi di Calizzano.<br />

Alla fine del rastrellamento risulteranno prigionieri 3 partigiani. Intanto il<br />

comandante è avvertito che 21 ufficiali S. Marco in borghese stanno cercando<br />

di entrare, con chiari intenti di spionaggio, nelle divisioni.<br />

Il 16 novembre Gin Bevilacqua, in una riunione tenutasi alla presenza di<br />

tre ispettori del C.O. (Paolo, Fioretto e Dente), di Enrico e Vela (per la 4^ Brigata)<br />

del comandante Bill e dei commissari, è nominato ispettore di brigata.<br />

L’organico di brigata - ove non compare la squadra di polizia - raggiunge valori<br />

pari a 450 unità.<br />

E’ del 18 novembre un’ordinanza dell’intendente René, controfirmata Bill e<br />

Pio, dove si intima di limitare le spese (causa le condizioni già precarie) di tabacco<br />

e bestiame; il giorno dopo si segnala l’urgenza di almeno 200 paia di scarpe.<br />

Il 22 novembre, in seguito ad un rastrellamento avvenuto nella zona di<br />

Montenotte, arriva ad Osiglia tutta la 6^ brigata.<br />

E Bill raccomanda:<br />

“Evitare in modo assoluto il compiersi di atti vandalici e l’asportazione di<br />

oggetti non necessari per il fabbisogno dei volontari. Il comportamento sia<br />

consono a quelle regole di educazione e di serietà che debbono essere la maggior<br />

prerogativa delle nostre formazioni…”<br />

Ancora in data 25 novembre [si veda al riguardo il documento di archivio<br />

prot. n. 669 in “Baltera, Baltera” di Maurizio Calvo] arriva al C.O. quello che<br />

sarà l’ultimo rapporto di Bill sulla situazione forza, come del giorno prima<br />

era la nota che denunciava “vi è lungo la Val Bormida, tra Acquafredda e Calizzano,<br />

un continuo afflusso di elementi incontrollati, sbandati delle divisioni<br />

Mauri e <strong>della</strong> XVI Brigata […] pretendono di essere mantenuti nelle cascine<br />

…”. “Onde por fine a questo anormale stato di cose … tutti gli elementi<br />

partigiani, non regolarmente inquadrati, devono essere riuniti presso ogni singolo<br />

distaccamento. Non si dovrà concedere loro di circolare […]”<br />

E arriviamo al 26 novembre, quando due plotoni di alpini del Battaglione Cadore<br />

scendono su Calizzano e il comando del Revetria, prontamente avvertito,<br />

predispone lo scontro e l’accerchiamento che durerà tutto il giorno. A tarda sera,<br />

grazie anche a rinforzi arrivati dalla 3^ Brigata, una piccola parte è riuscita a fug-<br />

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