LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...
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Lorenzo Vincenzi<br />
bande e brigate da parte dei singoli, ma anche, sia pure in tempi molto spesso<br />
limitati, di interi piccoli reparti.<br />
Su due esperienze vorrei però soffermarmi brevemente e richiamare la attenzione:<br />
quella del cosiddetto “Gruppo Bottari” e quella <strong>della</strong> organizzazione<br />
delle SAP.<br />
Il primo caso fu organizzato presso Vezzano Ligure dal colonnello Giulio<br />
Bottari, che, reduce dalla Russia, mise a disposizione dell’organizzazione<br />
militare <strong>della</strong> Resistenza armata la propria lunga esperienza maturata presso<br />
il SIM. Del “Gruppo” facevano parte altri ufficiali di carriera come Piero<br />
Borrotzu (fucilato a Chiusola nell’aprile 1944), Franco Coni e il maresciallo<br />
Luigi Dallara (anch’egli fucilato dalle Brigate Nere). Il “Gruppo” di Vezzano<br />
si impegnò fin dai giorni immediatamente successivi all’8 settembre nella<br />
raccolta di armi e il suo animatore fu indicato immediatamente dal neonato<br />
CLNP come coordinatore di tutte le attività di guerriglia, una carica che<br />
avrebbe ricoperto fino al giugno 1944, quando fu catturato a Genova e inviato,<br />
senza che ne fosse stato scoperto l’importante ruolo, a Mauthausen, da<br />
cui non avrebbe fatto ritorno. Solo di passaggio voglio ricordare che proprio<br />
nella stessa estate 1944 un altro militare, il colonnello Mario Fontana (“Turchi”),<br />
fu nominato Comandante militare <strong>della</strong> IV Zona operativa.<br />
Un gruppo di militari, provenienti soprattutto dalla Marina, ma anche dalle<br />
altre Armi, diede vita in città a una intensa attività di sabotaggi (soprattutto<br />
su mezzi navali), ma anche, in particolare durante i bombardamenti, di<br />
messa fuori uso di mine tedesche e ricerca di informazioni sotto la guida di<br />
un Capitano del CREM, Renato Mazzolani.<br />
Questi gruppi SAP vedevano la partecipazione di altri ufficiali e sottufficiali<br />
di Marina, come Guglielmo Pacchioni, Umberto Vendramin, Guglielmo<br />
De Feo, Giacinto Masi, Enrico Giaume, Nino Ricciardi, ma anche del tenente<br />
di fanteria Giuseppe Da Pozzo, fucilato il 5 marzo 1945, e di un ufficiale e<br />
due sottufficiali <strong>della</strong> base aeronautica di Cadimare: Francesco Micalizzi,<br />
Giuseppe Rinaldi e Giorgio Mocellin. Si trattava, come dicevo, di un gruppo<br />
nel quale confluivano militari delle tre armi, che avrebbero fornito un importantissimo<br />
contributo all’organizzazione <strong>della</strong> resistenza anche fuori la provincia<br />
spezzina, come testimoniato dalla Relazione sull’organizzazione e attività<br />
svolta dal Gruppo SAP redatta da Umberto Vendramin.<br />
Le SAP, che sarebbero giunte a contare, all’inizio dell’estate 1944, circa<br />
400 uomini divisi in quattro gruppi operativi, avevano sperimentato con successo<br />
la collaborazione e la fusione tra militari e civili fin dal febbraio 1944,<br />
con le attività di preparazione e appoggio agli scioperi operai del mese di<br />
marzo. Si trattava soprattutto di attività di danneggiamento delle reti telefoniche<br />
degli occupanti, ma anche di sabottaggio di carri merci carichi di materiale<br />
bellico, messi fuori uso o gettati nel caos.<br />
Una analoga attività di “disorganizzazione” dei servizi di vettovagliamen-<br />
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