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LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...

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Dibattito<br />

medici, infermieri e infermiere anche religiose, che si adoperavano per curare<br />

clandestinamente i partigiani, e quindi volevo sapere se si trovano altri dati.<br />

Altra domanda: il corpo delle infermiere volontarie <strong>della</strong> Croce Rossa è un<br />

corpo militare. Presso il vostro Centro esistono dei dati che non sono altrimenti<br />

reperibili presso la Croce Rossa? Ultima domanda: da altre ricerche fatte<br />

risulta che non pochi militari sia nella prima guerra che nella seconda guerra<br />

mondiale sono stati ricoverati in ospedali psichiatrici. Vorrei sapere se con<br />

l’evento così altamente traumatico dell’8 settembre 1943 all’interno del dramma<br />

eccezionale <strong>della</strong> guerra ci sono dei dati anche su questo punto. Ovviamente,<br />

questa domanda che rivolgo in particolare al colonnello Multari, la rivolgo<br />

anche anche agli altri relatori che possano fornirmi notizie in merito.<br />

Sig. Giorgio Preteni<br />

Presidente dell’ANPI di Vado Ligure<br />

Vorrei fare alcune precisazioni perché io l’ho vissuta la formazione <strong>della</strong><br />

Resistenza con l’Esercito nel settembre del 1943.<br />

C’è un bell’affresco nella Sala Consiliare del Comune di Savona, che rappresenta<br />

significativamente l’Esercito nella Resistenza. Ci sono tutte le classi<br />

sociali ad animare quegli affreschi di Eso Peluzzi. C’è Wullermin, fucilato alla<br />

Madonna degli Angeli, c’è Astengo, altro ex ufficiale dell’Esercito, ci sono<br />

due militari, un contadino, un operaio. C’è rappresentata l’unità <strong>della</strong> Resistenza<br />

in quei dipinti. Ci sono i primi fucilati del famoso Natale di sangue del<br />

1943, il 27 dicembre del ’43. Io in quella occasione ero riuscito a dileguarmi<br />

dopo che ci avevano circondati e mi sono salvato. Ma vorrei parlare dell’esperienza<br />

in Val Casotto. Là ho incontrato alcuni partigiani: uno era reduce<br />

dalla Russia, un altro era venuto da Crotone. Ci siamo presentati in Val Casotto<br />

al colonnello Rossi e dovevano dividerci. Ma abbiamo avuto la fortuna<br />

di stare insieme al comando perché uno dei nostri era un marconista e serviva<br />

un marconista e allora abbiamo patteggiato: se rimane lui rimaniamo noi.<br />

Io ho visto quanto si è sofferto, ho incontrato 40 ufficiali slavi, alcuni ufficiali<br />

superiori. Ho visto quanto si è penato. Eravamo all’inizio <strong>della</strong> Resistenza<br />

e si trattava di formare un Esercito, ma quale tipo di Esercito? Qui c’è stato<br />

un dilemma, c’è stata una discussione ma molto, molto dura. Al punto tale che<br />

poi ci hanno detto: voi dovete ritornare in Liguria, che state a fare qui, c’è da<br />

organizzare la Resistenza nel savonese. Così siamo venuti nel savonese.<br />

Quando siamo saliti sul treno e questo debbo dirlo per rispetto a chi è stato rubato<br />

il futuro, abbiamo visto l’avv. Astengo, e quando è arrivato a Savona è<br />

stato arrestato, portato a Genova e poi ucciso il 27 dicembre 1943 con gli altri<br />

alla Madonna degli Angeli. Io, come ho già detto, sono saltato dal treno, io<br />

e gli altri due, miei amici, al Santuario. Ci siamo salvati e siamo andati alla<br />

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