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LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...

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Dibattito<br />

lo sostituì, dicendo che voleva morire assieme al suo comandante. Questo<br />

comportamento derivava sicuramente dal fatto che tutti avevano vissuto e condiviso<br />

le stesse esperienze, le stesse sofferenze, e, istintivamente, il forte senso<br />

di appartenenza al reparto e l’altissimo spirito di corpo gli ha fatto cercare<br />

lo stesso destino.<br />

Analogo trattamento veniva fatto per gli infermieri, cioè gli aiutanti di sanità,<br />

che collaboravano nelle infermerie dei campi di concentramento o lavoravano.<br />

Cito un altro caso di altissimo senso del dovere. Suor Caterina, infermiera<br />

che rimane volontariamente a Cefalonia. Una persona splendida, che ho conosciuto<br />

in occasione <strong>della</strong> commemorazione, a Verona, del sessantesimo anniversario<br />

dell’eccidio, promosso dall’Associazione Reduci <strong>della</strong> Divisione<br />

Acqui. Tutti i reduci si sono avvicinati e hanno ricordato quanto la sua presenza<br />

e le sue parole di conforto li abbia aiutati.<br />

A Cefalonia c’era in effetti un ospedaletto da campo e tutto il personale “civile”<br />

era stato evacuato nei giorni precedenti. Suor Caterina, era l’unica che<br />

era rimasta con i soldati.<br />

Per quanto concerne la documentazione sui ricoveri in ospedali psichiatrici,<br />

nell’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito abbiamo sicuramente<br />

i risultati, gli studi e le statistiche relativi alla Prima Guerra Mondiale<br />

e, in particolare esiste la relazione del Servizio Psichiatrico <strong>della</strong> Direzione di<br />

Sanità dell’Intendenza Militare. Servizio che non era operante durante il secondo<br />

conflitto mondiale. È solo possibile esaminare, anche per il periodo<br />

successivo all’8 settembre 1943, le memorie storiche degli ospedali militari<br />

territoriali, da cui è possibile rintracciare alcuni dati generali, esclusivamente<br />

numerici, sugli argomenti di interesse.<br />

Sicuramente tutti i militari rientrati dal fronte e dalla prigionia erano estremamente<br />

provati psicologicamente.<br />

Rientrando in patria trovarono una situazione disperata e tutti si diedero da<br />

fare per ricostruire. Erano uomini rientrati nella vita civile e tra questi sicuramente<br />

vi erano casi che abbisognavano di ricovero in ospedali psichiatrici. In<br />

merito occorrerebbe fare ricerche presso gli istituti ospedalieri civili.<br />

Riguardo, infine, al Corpo delle Infermiere Volontarie <strong>della</strong> Croce Rossa<br />

Italiana, non risulta presente presso l’Archivio Storico documentazione relativa<br />

al citato personale sanitario, né in generale relativo al personale <strong>della</strong> Croce<br />

Rossa Italiana, presumibilmente conservato presso l’Archivio di quella Organizzazione.<br />

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