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LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA - Istituto storico della ...

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Francesco Biga<br />

volumi (circa duemila pagine).<br />

Da una analisi dei dati riportati evince il concetto strategico più volte manifestato<br />

nel gennaio - febbraio 1944 dall’allora ispettore delle Zone Operative<br />

I e II, Carlo Farini (Simon), il quale insisteva che le formazioni partigiane<br />

dovevano costituirsi con un ordinamento militare quale poteva avere un<br />

esercito nazionale. Gli organizzatori di tali formazioni fecero buon uso di tali<br />

consigli, utilizzando le esperienze messe a disposizione dagli ufficiali e dai<br />

soldati che avevano per mesi o per anni partecipato ad operazioni di guerra,<br />

col risultato di creare “formazioni” esperte e combattive che diedero veramente<br />

risultati positivi e che, quasi sempre, conclusero molte azioni, condotte<br />

contro il nemico, in modo risolutivo. E ciò è stato il bene più importante<br />

per la Resistenza Imperiese. Dunque, possiamo dire che tra una parte molto<br />

importante dell’ex Regio Esercito e <strong>della</strong> Resistenza non c’è stata soluzione<br />

di continuità, ed è per questo motivo se la Resistenza non è stata, ad un certo<br />

momento, considerata un Corpo a sé, ma un Corpo <strong>della</strong> Nazione: Il Corpo<br />

Volontari <strong>della</strong> Libertà, la cui bandiera, insignita di medaglia d’oro al valor<br />

militare per attività partigiana, è conservata a Roma, al Vittoriano, insieme<br />

alle bandiere di tanti altri gloriosi Corpo dell’Esercito Italiano.<br />

Dunque, la nostra disamina ci ha svelato un nuovo rapporto tra ex Esercito<br />

Italiano e Resistenza che fino ad ora, nel Ponente Ligure, per quanto ci riguarda,<br />

ci era rimasto sconosciuto e, grazie a questo Convegno, che ci ha indotto<br />

a varie ricerche, se si sono aperti in noi nuovi orizzonti che ci aiutano a<br />

capire nuove cose delle nostra Storia Contemporanea, sulle quali si era sempre<br />

sorvolato, non considerandole influenti. Dunque, nuova materia da<br />

esplorare, <strong>della</strong> quale siamo appena agli inizi nella sua ricerca, e che la nostra<br />

passione per la storia ci induce a continuarla, per scoprire nuove verità,<br />

nuovi valori, nuovi concetti, non solo a livello storiografico ma anche storicistico.<br />

Ci auguriamo che nell’esegési di questo nostro contento prevalga un<br />

giudizio consono a quello che noi desideriamo e che è molto vivo nel nostro<br />

pensiero in questo momento.<br />

APPENDICE<br />

Quasi all’inizio di questo nostro saggio abbiamo scritto che avremo preso in considerazione<br />

la biografia dell’ufficiale Bruno Luppi, poiché noi Imperiesi lo consideriamo un<br />

eroe ed uno dei più importanti artefici <strong>della</strong> nostra Resistenza. Cittadino di Savona e insegnante<br />

di storia all’<strong>Istituto</strong> Tecnico Commerciale “Paolo Boselli” <strong>della</strong> Città, per molti<br />

anni, ora riposa nel cimitero del Comune di Carpasio (IM), nelle cui vallate ha combattuto<br />

per la libertà e dove, durante la giovinezza, ha conosciuto la compagna <strong>della</strong> sua vita.<br />

Ecco l’avventurosa ma affascinante biografia di Bruno Luppi, la quale recita: “ Bruno<br />

Luppi fu Paolo e fu Ponzoni Iside, nasce a Novi di Modena l’8 maggio 1916. Da giovane,<br />

organizzato in un gruppo giovanile comunista nell’aprile del 1935 a Modena, è arrestato<br />

ed imprigionato con altri antifascisti nelle carceri di Sant’Eufemia. Resistendo ai<br />

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