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sarcomi dei tessuti molli nell'adulto - Sistema Nazionale Linee Guida

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L’informazione, per essere adeguata e corretta, dovrebbe avere entrambe le seguenti<br />

caratteristiche [Comitato <strong>Nazionale</strong> Bioetica 1992]:<br />

- corretta e completa circa la diagnosi, la terapia, il rischio, la prognosi;<br />

- adatta al singolo paziente, in relazione alla sua cultura e alla sua capacità di comprensione<br />

da un lato e al suo stato psichico dall’altro.<br />

Molte volte, infatti, i tempi <strong>dei</strong> medici dedicati alla comunicazione della diagnosi e della<br />

prognosi od alla richiesta del consenso informato non tengono conto <strong>dei</strong> diversi tempi<br />

“interni” <strong>dei</strong> pazienti: questi ultimi, pur in grado di comprendere cognitivamente, risultano<br />

coartati dal vissuto emotivo che impedisce loro una adeguata decodificazione ed elaborazione<br />

del messaggio ricevuto.<br />

Lo standard soggettivo di comunicazione delle informazioni mediche è volto a dare al<br />

paziente l’opportunità dell’esercizio informato di una scelta, riconoscendo l’individualità<br />

<strong>dei</strong> bisogni informativi <strong>dei</strong> pazienti a seconda <strong>dei</strong> loro specifici problemi di salute, delle<br />

loro particolari credenze, dell’unica storia personale e famigliare.<br />

Ogni paziente deve esprimere il proprio consenso alle manovre diagnostiche e terapeutiche<br />

di maggiore rilevanza, sulla base di idonea e accurata informazione. Il medico deve<br />

fornire informazioni su: aspetti tecnici di manovre e terapie proposte, effetti previsti e possibili<br />

complicanze. Il paziente deve essere sempre coinvolto attivamente nelle scelte. L'utilizzo<br />

di particolari mezzi (opuscoli, audiovisivi) può essere utile per alcuni pazienti, ma negativo<br />

per quelli con una cattiva prognosi; pertanto è necessario che tali strumenti non siano<br />

utilizzati di routine come sostitutivi del colloquio, ma costituiscano esclusivamente un<br />

supporto all’attività informativa da parte del medico e siano da questi somministrati al<br />

paziente sulla base di una attenta valutazione di opportunità.<br />

B<br />

Quando è richiesto un consenso informato al paziente, il medico richiedente<br />

deve informare in modo chiaro ed esauriente il paziente e deve fornire adeguate<br />

risposte alle domande (livello II).<br />

2.3 SUPPORTO PSICONCOLOGICO<br />

2. COMUNICAZIONE CON IL PAZIENTE<br />

In alcune fasi può essere necessario un supporto psiconcologico, offerto sia in ambiente<br />

ospedaliero che a domicilio, per i pazienti e i loro famigliari. Tale intervento, sia psicologico<br />

che farmacologico, mira non solamente a contenere l’impatto emozionale verso la<br />

malattia, in qualsiasi fase della stessa, ma anche a mantenere una buona qualità di vita.<br />

Inoltre il poter aiutare il paziente a mettere in campo una migliore strategia di confronto<br />

(coping) verso la malattia, non solo riduce i livelli di stress, ansia e depressione, ma anche<br />

influenza positivamente la stessa prognosi della patologia oncologica.<br />

Il supporto psicologico è particolarmente importante in quanto il tipo di patologia riguarda<br />

pazienti in genere giovani, in cui sono fondamentali le ripercussioni determinate dai trattamenti<br />

sulla crescita fisica e funzionale; di difficile gestione possono essere le conseguenze<br />

psicologiche che tale malattia oncologica scatena nei genitori.<br />

Nonostante che le tecniche chirurgiche conservative abbiano ridotto in maniera significativa<br />

il numero degli interventi mutilanti, sorprendentemente la valutazione della qualità di<br />

vita e l’adattamento psicologico alle limitazioni secondarie e alla chirurgia (demolitiva o<br />

conservativa) non hanno portato a riscontrare variazioni significative nella capacità di por-<br />

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