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sarcomi dei tessuti molli nell'adulto - Sistema Nazionale Linee Guida

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LG SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI NELL’ADULTO<br />

42<br />

A<br />

I pazienti portatori di sarcoma delle parti <strong>molli</strong> operabili devono essere sottoposti<br />

ad intervento chirurgico di asportazione in blocco con margini radicali<br />

o ampi, sulla base della stadiazione, della funzione residua, delle possibilità<br />

ricostruttive, dell'efficacia delle terapie adiuvanti e della volontà del paziente<br />

(livello VI).<br />

Il chirurgo deve descrivere l'intervento chirurgico eseguito, evidenziando in particolare se<br />

vi è stata o vi è il sospetto di possibile contaminazione <strong>dei</strong> margini di resezione, ed elencare<br />

le masse muscolari asportate.<br />

Il chirurgo, in sala operatoria, deve orientare la massa asportata segnalando (per esempio<br />

con inchiostro di china o con punti di sutura o altri reperi) i margini sospetti ed inviare<br />

la massa intera al patologo senza sezionarla.<br />

La sezione del tumore è un atto che deve essere svolto dal patologo e non dal chirurgo in<br />

sala operatoria; un taglio non corretto può alterare i rapporti delle parti marginali, ed il<br />

patologo potrebbe non avere più i punti di repere necessari per definire i margini di escissione.<br />

È altrettanto scorretto sezionare la massa asportata ed inviare separatamente frammenti<br />

differenti a patologi diversi.<br />

E<br />

Il chirurgo non deve mai sezionare il campione in sala operatoria per non<br />

compromettere i reperi sui margini di resezione (livello VI).<br />

Modalità di invio della massa al servizio di anatomia patologica<br />

Per il miglior risultato del trattamento chirurgico è indispensabile un buon livello di collaborazione<br />

e coordinamento fra le sale operatorie ed il servizio di anatomia patologica.<br />

La data dell’intervento dovrebbe essere concordata fra i due servizi.<br />

Il patologo deve essere informato dal chirurgo sul caso e ricevere la richiesta di esame istologico<br />

accuratamente compilata.<br />

✔<br />

Il campione dovrebbe essere inviato, quando possibile, “a fresco” (entro 15–30<br />

minuti) ed in condizioni di sterilità per avere la possibilità di eseguire studi biologici.<br />

Le condizioni di invio devono evitare l’essiccamento: il pezzo può essere avvolto<br />

in garza sterile imbibita di fisiologica.<br />

Nei casi in cui, per ragioni di forza maggiore, il tempo di trasporto superi i 15-20<br />

minuti e il materiale sia a fresco, è necessario che venga posto in contenitore refrigerato<br />

adeguatamente: si consiglia borsa termica o scatola in polistirolo espanso con<br />

sacchetto di ghiaccio o altri refrigeranti. Il campione, in queste condizioni, non deve<br />

congelare, ma mantenersi a temperatura minima non inferiore a 4°, al massimo per<br />

un tempo di 4 ore.<br />

Qualora tutto ciò non sia possibile si consiglia la fissazione del campione operatorio<br />

in toto in sala operatoria.<br />

In genere la diagnosi è già stata definita con la biopsia. È tuttavia utile non solo confermare<br />

l’istotipo, ma anche verificare che non esistano aree di grado più elevato. Inoltre, in questa<br />

fase dell’iter diagnostico, l’anatomopatologo deve verificare la qualità <strong>dei</strong> margini della<br />

resezione (intralesionale, marginale, ampio, radicale, eventuale contaminazione) con l’analisi<br />

combinata macroscopica e microscopica.<br />

L’individuazione microscopica di aree di marginalità e/o contaminazione della resezione<br />

assume infatti un significato fondamentale soprattutto nelle escissioni cosiddette allarga-

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