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sarcomi dei tessuti molli nell'adulto - Sistema Nazionale Linee Guida

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LG SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI NELL’ADULTO<br />

40<br />

Studi pilota suggeriscono che l’associazione di radioterapia transcutanea e brachiterapia<br />

come sovradosaggio su volumi ridotti può aumentare le percentuali di controllo locale<br />

senza incrementare la tossicità, in particolare modo nel caso di chirurgia con margini non<br />

adeguati [Alekhteyar 1996]. In tal caso il tasso di controllo locale sarebbe del 90% rispetto<br />

al 59% ottenibile con brachiterapia sola (p=0.08), senza un aumento della tossicità.<br />

B<br />

Nel caso di margini chirurgici non adeguati e non radicalizzabili, la brachiterapia<br />

potrebbe essere associata alla radioterapia transcutanea in centri con verificata<br />

esperienza (livello III).<br />

La radioterapia esclusiva è utilizzata nei casi inoperabili per caratteristiche della lesione e/o<br />

condizioni cliniche del paziente. Si veda al proposito il capitolo “Trattamento del paziente<br />

con malattia localmente avanzata”.<br />

Per le note tecniche di radioterapia si veda l’allegato n. 7.<br />

Il razionale della chemioterapia<br />

La chemioterapia nei <strong>sarcomi</strong> <strong>dei</strong> <strong>tessuti</strong> <strong>molli</strong> svolge un ruolo complementare, perché la<br />

terapia di elezione è la chirurgia.<br />

La terapia con antiblastici può essere un trattamento esclusivo solo nelle forme avanzate<br />

non operabili, con evidente funzione palliativa.<br />

Diversamente, quale complemento alla chirurgia, la chemioterapia può essere utilizzata in<br />

fase preoperatoria per rendere più facilmente aggredibile la massa neoplastica e sterilizzare<br />

foci micrometastatici (terapia primaria o neoadiuvante) oppure in fase postoperatoria<br />

per cercare di ridurre il rischio di recidiva locale o a distanza (terapia adiuvante applicabile<br />

negli alti gradi).<br />

Nei suddetti ruoli neoadiuvante e adiuvante, interessante, anche se non completamente<br />

esplorata, è l'interazione con la radioterapia.<br />

Una precisa definizione dell'attività della chemioterapia nei <strong>sarcomi</strong> <strong>dei</strong> <strong>tessuti</strong> <strong>molli</strong> è purtroppo<br />

resa complessa dai seguenti fattori:<br />

a) rarità della patologia<br />

b) differenti istotipi dotati di diversa chemiosensibilità<br />

c) differente sensibilità alla chemioterapia <strong>dei</strong> distretti anatomici in cui si può sviluppare<br />

un sarcoma<br />

d) mancanza o rarità di studi randomizzati multiistituzionali di buona qualità e di dimensioni<br />

adeguate in grado di fornire indicazioni chiare sull’efficacia e sui rischi <strong>dei</strong> trattamenti<br />

e) difficoltà ad interpretare i numerosi studi di fase II sviluppati su casistiche piccole, disomogenee<br />

e sovente mono o pauciistituzionali<br />

f) l'esiguo numero di farmaci attivi disponibili.<br />

Attualmente sono quattro le molecole sicuramente, seppur modestamente, attive nelle<br />

forme metastatiche: l'Adriamicina (25% di risposte obiettive), la 4-epidoxorubicina (22%),<br />

l'Ifosfamide (20%), il Deticene (16%). L'Ifosfamide praticata ad alte dosi (12-16 g/mq) può<br />

reindurre risposte in pazienti pretrattati. In tale trattamento l'infusione continua per più<br />

giorni può migliorare la tolleranza <strong>dei</strong> pazienti ma non il numero di risposte.

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