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I FILM I FILM - Lombardia Spettacolo

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ale - e Parigi in particolare - era diventata la meta del “pellegrinaggio” di molti protagonisti<br />

della scena jazzistica d’oltreoceano; l’americano nel dar corpo, in Bird, alla tragica parabola<br />

di colui che, nel bene e nel male, è ormai divenuto l’incarnazione dell’archetipo - ribelle,<br />

geniale, trasgressivo, ma al contempo perennemente incapace di venire a patti col mondo e<br />

istintivamente votato all’autodistruzione - di ciò che un certo jazz ha significato e continua<br />

a significare per molte generazioni di afro-americani (e non solo): il leggendario Charlie<br />

“Bird” Parker.<br />

Il rock-film<br />

Anche se all’incirca sono trascorsi “solamente” cinque decenni da quando il rock ha fatto<br />

la sua dirompente comparsa come fenomeno di portata storica (tanto dal punto di vista<br />

strettamente musicale che da quello del costume), la filmografia ad esso connessa ha già<br />

raggiunto proporzioni di una vastità impressionante. Nonostante ciò, vale quantomeno la<br />

pena di tracciare una doverosa suddivisione di campo tra le opere che in un modo o nell’altro<br />

si pongono sul versante della documentazione di concerti o eventi (del quale, probabilmente,<br />

il paradigma più famoso è costituito da Woodstock di Michael Wadleigh) e quelle<br />

che prendono spunto da elementi e da personaggi appartenenti alla mitologia o all’attualità<br />

del rock per sviluppare il proprio percorso narrativo (come le peripezie del gruppo dublinese<br />

di rhythm’n’blues “The Commitments”, raccontate dall’omonimo film di Alan Parker).<br />

A puro titolo di segnalazione, per quanto concerne la prima categoria, citiamo tra gli altri<br />

Monterey Pop di D. A. Pennebaker, The Kids Are Alright con gli Who, il notissimo Pink Floyd at<br />

Pompei e alcuni cimenti “d’autore” come The Last Waltz (nel quale Martin Scorsese documenta<br />

l’ultima uscita dal vivo della Band, l’ensemble che per anni aveva accompagnato Bob<br />

Dylan) e Stop Making Sense (originalissimo film-concerto di Jonathan Demme dedicato al<br />

live act del gruppo newyorkese Talking Heads, punta di diamante della new wave più intellettuale<br />

e stimolante degli anni ’80). Sul fronte dei film “a soggetto”, oltre alle innumerevoli<br />

pellicole con Elvis Presley e a quelle firmate negli anni ’50 dallo stravagante Frank Tashlin, vi<br />

sono le bizzarrie stile Swinging London targate Beatles (Tutti per uno e Aiuto! di Richard<br />

Lester; nonché i posteriori Let It Be e Yellow Submarine, quest’ultimo realizzato in animazione);<br />

Performance di Nicolas Roeg e Donald Cammell, in Italia sintomaticamente reintitolato<br />

Sadismo (con Mick Jagger dei Rolling Stones); l’emblematico Easy Rider di Dennis Hopper,<br />

assurto al rango di “manifesto” della generazione hippy a cavallo tra i ’60 e i ’70; le “opere<br />

rock” Tommy (di Ken Russell) e Quadrophenia (di Franc Roddam), tratte da altrettanti concept<br />

album degli Who; le fortunate riedizioni cinematografiche di spettacoli teatrali, Jesus<br />

Christ Superstar di Norman Jewison e The Rocky Horror Picture Show di Jim Sharman; i pastiche<br />

di stampo surrealista escogitati dal geniale Frank Zappa (200 Motels di Tony Palmer e<br />

Baby Snakes, dello stesso Zappa); il visionario The Wall, girato da Alan Parker ma progettato<br />

dall’ex leader dei Pink Floyd, Roger Waters; lo stilizzato Absolute Beginners di Julian Temple<br />

(autore anche, a vent’anni di distanza l’uno dall’altro, di due docu-fiction sui britannici Sex<br />

Pistols, provocatori eroi del punk), che ricostruisce la Londra dei primi anni ’60; la rievocazione<br />

delle gesta di uno dei pionieri del rock (Jerry Lee Lewis) in Great Balls of Fire di Jim<br />

McBride; il concitato Sid & Nancy di Alex Cox, sulla fulminea esistenza di Sid Vicious, bassista<br />

dei già citati Sex Pistols; il discusso The Doors, nel quale Oliver Stone ha riportato alla<br />

PERCORSI 11

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