I FILM I FILM - Lombardia Spettacolo

ti. La piccola Cindy ricorda però a tutti che il senso del Natale non sta nei doni ma nello
spirito particolare che si trova nel cuore di ognuno. Propone quindi di festeggiarlo come
sempre. I canti natalizi giungono fino alle orecchie del Grinch che si attendeva solo lamenti.
Comprende allora il vero valore della festa e si dà da fare per restituire tutto. Pur con
qualche difficoltà ci riesce e la festa riprende in pieno con l’incarico, assegnato a lui, di
tagliare l’arrosto. Martha May ha intanto rifiutato la proposta del sindaco e si prepara a un
futuro a fianco del Grinch.
ANALISI DELLA STRUTTURA
Una doverosa premessa: il Grinch negli Stati Uniti è un personaggio noto a tutti i bambini
come da noi Pinocchio. Theodor Seuss Geisel (Dr. Seuss), nato nel 1904 a Springfield e
morto nel 1991, è considerato un classico della narrativa per l’infanzia. Il suo primo libro
venne pubblicato nel 1955 e il libro in versi How the Grinch Stole Christmas (Come il Grinch
rubò il Natale) andò nelle librerie nel 1957. Da allora ha conosciuto un successo inattaccabile.
Dr. Seuss è sempre stato molto diffidente riguardo le trasposizioni cinematografiche
delle sue storie. Basti pensare che le illustrazioni dei suoi libri sono dello stesso autore, per
comprendere quanto fosse geloso anche dell’”immagine” dei suoi personaggi. Sinora l’unica
eccezione era costituita dal cortometraggio di animazione How the Grinch Stole Christmas di
Chuck Jones (la cui voce narrante era Boris Karloff e che nella versione originale di questo
film è affidata ad Anthony Hopkins). Si tratta di un’opera che viene riproposta annualmente
in televisione ai bambini americani e di cui il regista Ron Howard recupera la dimensione
antinaturalistica.
L’analisi del film abbisogna però di un raffronto con il testo letterario (edito in Italia da
Mondadori nella collana Junior). Il piccolo libro di Dr. Seuss è completamente incentrato
sull’azione anti-Natale del Grinch. Non c’è alcun rapporto con una bambina che si renda
conto della sua bontà ferita. Manca qualsiasi accenno alle motivazioni della sua avversione
al Natale: «Nessuno sa il motivo di quell’odio micidiale: /vi prego di non chiederlo, sarebbe
tempo perso. /Saran state le scarpe che gli facevan male, / o forse la sua testa era avvitata
di traverso. /Ma se proprio insistete vi do la mia opinione: /per me era nel suo cuore la
probabile ragione, un cuore troppo piccolo almeno di tre taglie, e il Grinch ci soffocava
come in mezzo a due tenaglie. / O scarpe troppo strette o cuor sotto misura, / qualunque
spiegazione non è chiara né sicura: / sta di fatto che il Grinch, la sera di Natale, / s’affacciò
alla sua grotta e quasi gli venne male/ quando vide giù in fondo brillar luci e falò, /illuminando
a festa l’intera Chi-non-so!»
Quindi l’intervento di Howard e degli sceneggiatori è incisivo. Non ci si limita a narrare
una fiaba stile “anni Cinquanta” in cui il “burbero/cattivo”, scoperto il fondamentale buon
cuore dei suoi vicini, si converte alla celebrazione. Si costruisce un mondo assolutamente
irreale, ma proprio per questo più vicino alle dinamiche essenziali dell’agire umano, e in
quell’ambito si vanno a ricercare quelle che si potrebbero definire “le radici dell’odio”. È
una bambina, non ancora “colpita” ma possibile e probabile oggetto delle offese a cui l’essere
umano in crescita viene sottoposto, che diventa la detective (dal latino detegere “scoperchiare”)
del passato del “nemico”. È Cindy Lou che scopre le frustrazioni a cui il Grinch
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