I FILM I FILM - Lombardia Spettacolo
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valenza simbolica e meta-cinematografica) manca nella sceneggiatura del film. Si tratta del<br />
compleanno di Rob, serata in cui il protagonista affoga la propria deriva esistenziale in una<br />
maratona solitaria in cui “si spara” tre video presi a noleggio: Una pallottola spuntata 2 1/2,<br />
Terminator 2, Robocop 2, tutti e tre rigorosamente dei sequel.<br />
È interessante sottolineare come sia l’immaginario cinematografico che quello musicale nei<br />
romanzi di Nick Hornby rivestano un posto particolare nella vita e nei riferimenti dei propri<br />
personaggi.<br />
In Un ragazzo lo scontro/incontro tra i mondi del trentaseienne Will e del dodicenne Marcus<br />
passa attraverso l’immaginario cinematografico:<br />
«Will aveva poster di vecchi film che lui non aveva neanche sentito nominare: La fiamma del<br />
peccato, Il grande sonno. Marcus avrebbe avuto sicuramente Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi<br />
e poi Free Willy, un amico da salvare».<br />
L’universo musicale rappresentato dal microcosmo del Championship Vynil ritorna anche<br />
in Un ragazzo:<br />
«Will vide per la prima volta Angie – o, come si scoprì poi, non la vide – da Championship<br />
Vynil, un piccolo negozio di dischi in una laterale di Holloway Road. Lui stava curiosando in<br />
giro, ammazzando il tempo, cercando senza convinzione una vecchia antologia R&B che<br />
aveva quando era giovane, una di quelle che aveva amato e perduto».<br />
La scrittura di Hornby, lieve e molto parlata, mette in scena un mondo parallelo, osservato<br />
da un punto di vista ironico ma sempre severo e, a volte, persino feroce, in cui: «I suoi adolescenti<br />
prima, i suoi giovani poi, i suoi adulti oggi (n. d. r. nel suo ultimo romanzo Come<br />
diventare buoni) incarnano sostanziali solitudini e intrecciano tra loro rapporti conflittuali e<br />
dolorosi, messi a nudo da uno sguardo comico che non è mai volgarmente canzonatorio.<br />
Come soltanto i migliori umoristi sanno fare, Hornby non può che alludere continuamente<br />
al tragico» (Michele Serra Nick Hornby buono e cattivo, La Repubblica, 6/9/2001). La regia di<br />
Frears, rispettosa di Hornby, in Alta fedeltà costruisce abilmente una scacchiera drammaturgica<br />
in cui i personaggi evocati (compresa l’apparizione dello spirito guida di Bruce Springsteen)<br />
compongono un affresco esistenziale dei comportamenti, delle manie, dello slang,<br />
delle dinamiche di gruppo e dei codici di sopravvivenza della generazione inquieta dei trentenni<br />
di fine secolo e lo fa intrecciando abilmente la confessione in forma di stream of consciousness<br />
di Rob con le parole e le sonorità evocative delle canzoni che allestiscono una<br />
specie di coro polifonico/specchio sonoro intorno al protagonista.<br />
È interessante, infine, riflettere su una delle due location di interni, centrali del film (il negozio<br />
di dischi di Rob, l’altra è l’appartamento del protagonista) e osservare come, dopo bar<br />
notturni, motel, musei, ristoranti, uffici, …negli ultimi tempi negozi e esercizi commerciali<br />
siano diventati teatri d’amore e di vicende connesse: dopo l’emporio di alimentari di Clerks,<br />
ci sono infatti anche la tabaccheria di Smoke e Blue in the Face, la cioccolateria di Chocolat e<br />
le librerie di C’è post@ per te, Notting Hill e La lettera d’amore.<br />
42 ARRIVANO I <strong>FILM</strong>