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I FILM I FILM - Lombardia Spettacolo

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mentre l’amico, deluso dal fatto che Tullio abbia preferito l’amore per la truffatrice alla loro<br />

consolidata amicizia, resterà a El Dorado. Al momento dell’arrivo di Cortes, però, i due si<br />

ritrovano uniti nel tentativo di far franare il passaggio che conduce alla città d’oro. In questo<br />

modo Cortes torna sui suoi passi, giurando di punire Tzekel-Kan per le sue menzogne<br />

sull’esistenza di El Dorado, mentre i due compagni, di nuovo uniti, partono per nuove<br />

avventure insieme a Chelo e Altivo, pur senza oro.<br />

ANALISI DELLA STRUTTURA<br />

La strada per El Dorado è il terzo lungometraggio animato prodotto dalla Dreamworks Pictures,<br />

l’agguerrita casa di produzione di Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen.<br />

La ricetta cinematografica dei tre “re mida” di Hollywood è tanto semplice quanto<br />

ambiziosa: spaziare in ogni campo dell’industria dei generi cinematografici, non esclusa l’animazione,<br />

sino a pochi anni addietro esclusivo appannaggio della Walt Disney Pictures. Inoltre<br />

va considerato come questo intento di sfida alla casa di Topolino sia stato raccolto contemporaneamente<br />

anche da altre majors hollywoodiane (ad esempio la 20th Century Fox),<br />

ragion per cui negli ultimi anni è stato tutto un proliferare di kolossal animati come Anastasia,<br />

Titan A. E. e simili.<br />

In questo caso la sfida alla Disney segue il percorso già intrapreso con Il Principe d’Egitto,<br />

cioè quello del cartoon d’animazione tradizionale (differente dunque dagli esperimenti in<br />

computer grafica di Z la Formica e Shrek). In particolare la Dreamworks mira a coinvolgere<br />

un pubblico più variegato di quello infantile cui un film a cartoni animati solitamente si rivolge<br />

e perciò le storie di volta in volta proposte cercano di adottare un punto di vista più<br />

“adulto” e alla fiaba (campo di coltura per i film Disney) preferiscono scegliere come referenti<br />

opere cinematografiche classiche. Così, se per Il Principe d’Egitto il riferimento obbligato<br />

era il demilliano I Dieci Comandamenti (nonostante i tentativi dichiarati di restare fedeli<br />

soprattutto all’originario testo biblico),<br />

unitamente ai grandi kolossal storici della<br />

Hollywood classica (come Ben Hur), nel<br />

caso de La strada per El Dorado le probabili<br />

fonti sono da ricercarsi nel filone dell’avventura<br />

rocambolesca (la serie “Road<br />

to…”, interpretata da Bing Crosby e Bob<br />

Hope, ad esempio) e nel cappa-e-spada<br />

prosperato negli anni Trenta, Quaranta e<br />

Cinquanta. Ma, se nel ritmo filmico e nelle<br />

continue evoluzioni dei personaggi si può<br />

ravvisare una vaga eco delle gesta di Errol<br />

Flynn o Douglas Fairbanks, è probabilmente<br />

all’umorismo guascone di Richard Fleischer<br />

(e alla sua saga in tre atti dei Tre<br />

Moschettieri) che i personaggi di Tullio e<br />

Miguel sono più affini.<br />

134 ARRIVANO I <strong>FILM</strong>

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