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dall’altro capo del paese in soli 18 minuti, le correzioni e le verifiche, le speranze di vedere in copertina l’oggetto del proprio articolo...». (Alberto Soncini Cineforum) Del film musicale, più precisamente il backstage musical, che racconta i dietro le quinte di un tour, Quasi famosi mette in scena e struttura narrativamente «un avvicendarsi di momenti che definiscono lo spettacolo attraverso i suoi elementi periferici. I luoghi privilegiati di questa metarappresentazione sono i camerini, il backstage, gli alberghi, le sale di prova, le tavole calde, i party, tutti luoghi di aggregazione in cui paradossalmente è proprio la disgregazione a emergere in modo predominante». (Cineforum) La colonna sonora scandisce le tappe di un doppio viaggio (interiore e nella memoria collettiva) e spesso Crowe prende in prestito parole/emozioni dei testi delle canzoni (America di Simon & Garfunkel, It Wouldn’t Have Made Any Difference di Todd Rundgren, I Have Seen All Good People:Your Move degli Yes, I’m Waiting for the Man di David Bowie, The Wind di Cat Stevens, Something in the Air di Thunderclap Newman, Slip Away di Clarence Carter, That’s the Way dei Led Zeppelin, Every Picture Tells a Story di Rod Stewart, Tiny Dancer di Elton John, Home Way Out degli Allman Brothers, …) per cogliere e condensare stati d’animo e pensieri nascosti o sotterranei dei propri protagonisti. Cameron Crowe, nel diario di lavorazione del film parla della dimensione autobiografica di Quasi famosi: «I film autobiografici, come del resto anche i dischi, sono sempre stati i miei preferiti. Gli album come Blue di Joni Mitchell o i film come I quattrocento colpi di François Truffaut o A cena con gli amici di Barry Levinson, vanno al di là delle mode. Fanno sembrare tutto facile. Ma la parte più difficile è fare il casting per l’attore che ti deve rappresentare». Racconta della cassetta registrata, rivista un centinaio di volte, dell’entusiasmante provino del giovane attore Patrick Fugit: «Per il suo provino ho usato come sottofondo musicale i Led Zeppelin e Neil Young. Il suo volto assorbe la musica. Su quello non ci sono dubbi. È lui il nostro ragazzo. Senza esperienza e professionalità è allegramente e spudoratamente vero. Ma c’è un punto della cassetta su cui continuo a tornare. È il modo semplice in cui Patrick saluta con la mano. Il suo gesto dice molto di più della mia sceneggiatura. È il saluto di un giovane uomo al passato, una frazione di secondo prima che il futuro lo cambi per sempre. Gli fa conquistare la parte». E, infine, svela al lettore la voglia di girare, finalmente, questa storia, tenuta per tanti anni nel cassetto: «(…) Ho avuto un’occasione unica per imparare quale privilegio sia avere a disposizione una così vasta tela per dipingere un film, una lettera d’amore alla musica. Farò molte riprese. Lo girerò parola per parola, ogni scena da diverse angolazioni. Lavorerò su ogni dettaglio, dal più piccolo al più grande. E alla fine il rock si impadronirà anche dell’animo di Patrick. Il ragazzo che un tempo pensava che Led Zeppelin “era un cantante” finirà con l’impazzire per Physical Graffiti». (Rolling Stone) La meticolosa messa in scena registica, così ossessivamente voluta da Crowe, così si dispiega nel testo finale: «Non c’è un’inquadratura di troppo, ci sono sempre i tempi esatti negli negli attacchi e negli stacchi dell’immagine (Penny Lane che balla da sola in una sala vuota, un concerto che inizia, gli Stillwater, le groupies e William che cominiciano a cantare una canzone dopo un 160 ARRIVANO I <strong>FILM</strong>
momento di angosciante silenzio)». (Simone Emiliani Film) La ricostruzione dell’epoca (i mitici anni ’70) è altrettanto minuziosa: «Nel film di Crowe riprendono forma la strada, le atmosfere, i colori, il clima allucinato e allucinogeno grazie anche alla fotografia di John Toll (premio Oscar per Vento di passioni e Braveheart) che non solo rstituisce gli anni Settanta ma carica l’inquadratura di un calore inconsueto e partecipato». (Film) ELEMENTI PER LA DISCUSSIONE – Il mondo di William Miller – Il mondo del critico musicale Lester Bangs – Il mondo del chitarrista Russell Hammond (“Io sono un dio dorato”) – Il mondo della groupie Penny Lane – Gli Stillwater: un archetipo del complesso rock e delle sue dinamiche interne – Il tour musicale: una metafora del viaggio di iniziazione – Raccontare l’universo del rock (la scommessa di William) – Sesso, droga e rock’n’roll (rivisitare gli stereotipi). ITINERARI DIDATTICI Cinema e musica rock – Colonna sonora come affresco e/o universo simbolico (testi, parole, note, atmosfere) – Categorie e sottogeneri del film rock: back-stage film, rockumentary, bio-pic, … – I personaggi canonici del film rock: manager, musicisti, groupie, roadie, giornalisti, … (consulta la voce Rock in I sentieri del cinema. Guida per argomenti al primo secolo di cinema Edizioni La Vita Felice a cura di Giuseppe Colangelo, pp. 438-442) Cinema e scrittura – Scrittori e giornalisti nell’immaginario cinematografico – Il lavoro della scrittura raccontato dal cinema: matite, penne stilografiche, macchine da scrivere, computer residenziali e portatili, …(dalla penna stilografica de L’amante, alla macchina da scrivere di Hammett al computer di Stand by Me,…) – La pagina scritta al cinema (taccuini, diari, quaderni): citazioni, omaggi e dettagli significanti. Il viaggio nell’immaginario cinematografico e letterario americano – Coast to coast: l’attraversamento del territorio – Il tour musicale: un viaggio di iniziazione – L’odissea del viaggio: il road movie. QUASI FAMOSI 161
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