Babel 008 - Parliamo di Videogiochi
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REVIEW<br />
020<br />
xbox360<br />
BRAID<br />
L’ometto simpatico<br />
console 360 sviluppatore number none inc. produttore number none inc. versione pal provenienza usa<br />
a cura <strong>di</strong> Vincenzo “Vitoiuvara” Aversa<br />
I<br />
l nuovo che avanza, nel<br />
mondo dei videogiochi,<br />
avanza sempre da<br />
un’altra parte. Ecco al-<br />
lora che Braid, giochino privo <strong>di</strong><br />
branchi <strong>di</strong> scimmie da hype sulle<br />
spalle, sfugge ai generi, alle definizioni<br />
e ai ricor<strong>di</strong> da giocatore<br />
smaliziato. Un’avventura che inizia<br />
dove il resto dei videogiochi<br />
finisce, un’esperienza che stupisce<br />
prima ancora <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertire.<br />
A guardarlo in fotografia, Braid<br />
somiglia a un platform andato a<br />
male. Stile da vendere, per carità,<br />
ma gli ambienti quasi sterili<br />
e la fauna piatta e immutabile<br />
non sono articoli <strong>di</strong> cui andare<br />
fieri. Eppure tutto ha un senso e<br />
nuova vita quando scopri <strong>di</strong> non<br />
averci mai giocato prima a Braid.<br />
Stor<strong>di</strong>to dall’assenza <strong>di</strong> un tutorial<br />
chiarificatore, sei costretto a<br />
sprecare l’aiuto da casa già alla<br />
prima domanda. Perché ti guar<strong>di</strong><br />
intorno e non capisci cosa fare,<br />
perché non trovi le monete da<br />
raccogliere, perché i nemici che<br />
ucci<strong>di</strong> prima o poi tornano in vita.<br />
E allora capisci che non è un<br />
platform Braid, e nemmeno gli<br />
somiglia.<br />
A giocarlo faccia a faccia, Braid<br />
è una lotta contro il tempo. Ma<br />
niente corse forsennate, niente<br />
fugaci occhiate al cronometro, il<br />
tempo è l’avversario e va sconfitto<br />
con la furia <strong>di</strong> un cervello<br />
preparato. Ogni singolo pezzo <strong>di</strong><br />
puzzle è una sfida all’umana intelligenza.<br />
La soluzione è sempre<br />
talmente vicina da restarsene invisibile<br />
per ore. È lì, in quella<br />
schermata e a pochi passi da te,<br />
ma non la ve<strong>di</strong>. Perché è nascosta<br />
bene, perché è geniale, perché<br />
non sai pensare in una lingua<br />
tanto <strong>di</strong>versa e perché è una<br />
stronza. Sì, perché è una stronza<br />
che ti scappa dalle mani almeno<br />
cento volte prima <strong>di</strong> farsi catturare.<br />
E poi, quando la incontri, ti<br />
fai un applauso, ti canti una canzone<br />
e proce<strong>di</strong> <strong>di</strong> un pezzo.<br />
Dopo un mondo <strong>di</strong> livelli pensi<br />
<strong>di</strong> aver appreso tutto, ma neanche<br />
quello è vero. Un passo<br />
avanti c’è un altro mondo, tutto<br />
nuovo, con regole tutte sue che<br />
nessuno si prende la briga <strong>di</strong><br />
spiegare. Ma è tutto nella scoperta<br />
il segreto <strong>di</strong> questo Braid,<br />
spogliato dei suoi segreti resta<br />
ben poco altro da raccontare ai<br />
nipoti. Un’avventura, un falso<br />
platform, un puzzle game atipico,<br />
qualunque cosa sia, Braid è<br />
buono finché caldo. Buono buono,<br />
però, tanto da valerne comunque<br />
la pena. Le poche ore <strong>di</strong> gioco potrebbero<br />
storcere il naso <strong>di</strong> chi ha<br />
pagato il salato biglietto, ma se il<br />
brodo non lo allunghi, ti mangi<br />
solo le verdure. Quello che c’è è<br />
reale, palpabile, niente aria fritta<br />
per accontentare le folle.<br />
A leggerlo parola per parola,<br />
Braid è una meravigliosa storia<br />
d’amore che non si lascia capire.<br />
Potrebbe essere una buffonata da<br />
quattro sol<strong>di</strong>, non posso escluderlo,<br />
ma i messaggi sono lontani,<br />
imprecisi, inafferrabili. Così<br />
provi a ricomporre i frammenti <strong>di</strong><br />
una narrazione confusa e non ti<br />
spieghi se è follia o solo perfezione.<br />
Colpa della scelta maniacale<br />
dei testi, dell’atmosfera<br />
surreale e <strong>di</strong> una tristezza <strong>di</strong> sottofondo<br />
che non si <strong>di</strong>chiara ma si<br />
rivela attimo dopo attimo. Narra<br />
la leggenda <strong>di</strong> velati<br />
riferimenti a mon<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>strutti da pacifiche<br />
bombe atomiche. Se<br />
è vero, non son stato abbastanza<br />
bravo da leggere tra le righe. Per<br />
me Braid resta la commovente<br />
storia d’amore <strong>di</strong> un ometto simpatico,<br />
in un gioco esemplare, in<br />
un mondo tristemente e sfarzosamente<br />
colorato.<br />
Dopo quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> stereotipate<br />
missioni <strong>di</strong> salvataggio, con<br />
Braid ho riscoperto i videogiochi.<br />
Ho ritrovato quella sensazione <strong>di</strong><br />
innaturale smarrimento e ho brindato<br />
alla rabbia da impotenza.<br />
Sono stato un uomo perso in un<br />
mondo che non conoscevo affatto.<br />
Voglio esserlo ancora.<br />
9<br />
55.000 copie nella<br />
prima settimana. Forse<br />
rischiare non è sempre<br />
sinonimo <strong>di</strong> insuccesso<br />
in questa industria