024 La TV a cura <strong>di</strong> Vincenzo “Vitoiuvara” Aversa che Videogioca rive Me Crazy, quarto episo<strong>di</strong>o Ancora sconvolta, la donna si ricorda vertente, con il tizio che mostra la suf- della terza stagione <strong>di</strong> Groun- <strong>di</strong> come fosse stata messa in guar<strong>di</strong>a ficienza tipica <strong>di</strong> chi fa il suo mestiere. Dded for life (I Finnerty in Italia), dalla dolce suora <strong>di</strong> quartiere. “Quel Lui vende, il bambino vuole, il bam- è il primo esempio (<strong>di</strong> tre) che narra gioco è maledetto” l’aveva avvisata, bino compra. Tutto troppo facile, però, <strong>di</strong> come il videogiocatore venga eppure non le aveva dato ascolto. Per- credo sia arrivato anche il momento spesso considerato dalle folle. Solitaché i videogiochi sono prodotti per per questa industria <strong>di</strong> assumersi rio e irrequieto, si lascia coinvolgere a bambini pensava, come può Big Jim qualche responsabilità. Perché tal punto da acquisire patologie tipi- istigare alla violenza? I mattoncini mamme e suore - in senso metaforico che <strong>di</strong> un drogato. Quella che noi Lego non hanno mai ucciso nessuno, - romperanno anche i coglioni, ma La chiamiamo sindrome da un’ultima e perché dovrebbe farlo la PlayStation2? signora dei cavalli non è mai stata poi smetto, dall’esterno può apparire Errore questo in cui incappa più <strong>di</strong> un venduta a qualcuno sotto i <strong>di</strong>eci anni. come incapacità <strong>di</strong> staccarsi dal video- genitore. Colpa <strong>di</strong> un modo sbagliato - gioco. Esattamente come una droga, il o furbo se vogliamo - <strong>di</strong> vendere ma- 5 – ED ECCO LA DROGA passatempo preferito <strong>di</strong> figli e nipoti, teriale non adatto ai minori <strong>di</strong> 18 anni è capace <strong>di</strong> fuorviare le menti e <strong>di</strong> sulle pagine <strong>di</strong> Topolino. rendere inefficace qualsiasi possibilità <strong>di</strong> autocontrollo. Ed essendo una 3 – CI PENSO IO droga, il videogioco è sbagliato. Come la cocaina, più della nicotina, meno della Redbull. Tutte cazzate, io smetto quando voglio. 1 – MAMMA TI GUARDA Piccola parentesi <strong>di</strong>vertente. Mentre mamma e pargoletti se la battono per un <strong>di</strong>vieto totale sui videogiochi, fa la comparsa un personaggio (il ragazzo della figlia più grande) che qualche sorriso, a chi vive <strong>di</strong> pane, cerchi e X, lo regala pure. Avete presente quello La parte che ci interessa dell’episo<strong>di</strong>o, che pensa <strong>di</strong> sapere tutto sui video- inizia quando la mamma <strong>di</strong> famiglia si giochi? Quello che gioca tutto e non siede a osservare cosa stanno combi- perde mai tempo per ricordare al nando i suoi due giovani figlioli da- mondo la sua superiorità in merito? vanti alla TV. Pad in mano, i due Ecco, probabilmente io e te gli somi- stanno devastando in un bagno <strong>di</strong> gliamo parecchio. Il giovanotto - che sangue qualche spensierata città della in Reaper regalerà qualche altra perla provincia statunitense. Tutto normale, sui videogiochi - conosce ad<strong>di</strong>rittura più o meno, ma la signora si inalbera, un cheat per giocare con tutti i perso- si sconvolge, si chiede come possa esnaggi nu<strong>di</strong>. Chi ha detto Tomb Raider? sere finito nella sua casa quel gioco che lei stessa ha pagato. Inevitabil- 4 – TUTTO È BENE… mente a quel punto corre ai ripari e proibisce al figliame <strong>di</strong> proseguire sulla via della per<strong>di</strong>zione. Immaginate una mamma <strong>di</strong> fronte a un Grand Theft Auto per pochi secon<strong>di</strong>, immaginatelo cioè spogliato del suo contesto. Meglio, immaginate Ninja Gaiden 2. 2 – LA CHIESA TI DÀ UNA MANO Mai darsi per vinti quando la causa è quella giusta. Mamma gran<strong>di</strong> bocce - come mi piace chiamarla - raduna un comitato guerrigliero <strong>di</strong> mamme, e la dolce suorina, per affrontare <strong>di</strong> persona il ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> videogiochi. Lui sì colpevole <strong>di</strong> non aver vigilato sui propri figli. Il <strong>di</strong>alogo è <strong>di</strong>scretamente <strong>di</strong>- Dopo tante battaglie, eccoci al punto centrale <strong>di</strong> questo episo<strong>di</strong>o. Così, solo per capire meglio quello che combatte, signora proibizionismo si comincia a esibire con il videogioco della vergogna. E due minuti prima, due minuti dopo, si ritrova, suo malgrado, a <strong>di</strong>vertirsi con quel prodotto maledetto. Diventa una drogata ad<strong>di</strong>rittura, costretta a giocare <strong>di</strong> notte nascondendosi da tutta la famiglia. Ma si <strong>di</strong>verte, questo è il punto, e questo nonostante lei sappia benissimo <strong>di</strong> non essere un serial killer nella vita. Non lontano dall’ufficio postale almeno. È un episo<strong>di</strong>o controverso questo Drive Me Crazy. Se da un lato è pieno <strong>di</strong> banalità e luoghi comuni, dall’altro infila chiavi <strong>di</strong> lettura non sempre scontate e forcaiole. Si parla <strong>di</strong> genitori assenti (o meglio impreparati), <strong>di</strong> critica cieca (o meglio impreparata), <strong>di</strong> industria <strong>di</strong>sinteressata al problema e <strong>di</strong> un hobby che, <strong>di</strong>fetti permettendo, è avvincente come una droga vera e propria. Più della TV, meno del caffè. Si parla e non si giu<strong>di</strong>ca mai, e il non prendere una posizione, in questo casi, è già una presa <strong>di</strong> posizione. Drive me crazy Quando la TV droga i videogames! (Prima parte)
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