Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio
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<strong>Capitolato</strong> Speciale d’Appalto – Parte Seconda<br />
Lavori di ristrutturazione <strong>del</strong>la polifora e <strong>del</strong>la balaustra lapidea sul Canal Grande, messa in sicurezza <strong>del</strong> soffitto <strong>del</strong>la stanza<br />
<strong>del</strong> Direttore e risanamento intonaci al piano terra <strong>del</strong>l’immobile “Palazzo Erizzo” sito a Cannaregio 2139, 30121 Venezia<br />
devono legarsi, i consolidamenti organici eserciteranno la loro azione mediante un elevato potere<br />
adesivo, capace di saldare tra loro i granuli decoesi <strong>del</strong> materiale lapideo.<br />
Questi composti, in gran <strong>parte</strong> dotati anche di proprietà idrorepellente e quindi protettive, saranno<br />
per lo più polimeri sintetici noti come “resine” le quali opereranno introducendosi all’interno <strong>del</strong><br />
sistema capillare dei materiali dove si deporranno successivamente all’evaporazione <strong>del</strong> solvente<br />
(soluzione) o <strong>del</strong> veicolo (emulsioni) che le racchiude, dando vita ad una rete polimerica che<br />
circonderà le particelle.<br />
I suddetti composti potranno essere termo-plastici o termo-indurenti: i primi sono costituiti da<br />
singole unità polimeriche (sovente con struttura quasi lineare) non stabilmente legate una con l’altra<br />
ma connesse solo da deboli forze. Tali polimeri garantiranno una buona reazione ad urti e<br />
vibrazioni, non polimerizzando una volta penetrati nel materiale; manterranno, inoltre, una certa<br />
solubilità che ne garantirà la reversibilità, saranno, in genere adoperati per materiali lapidei, per le<br />
malte e per i legnami (nonché per la protezione degli stessi materiali e dei metalli); la loro<br />
applicazione avverrà distribuendo una loro soluzione (ovvero anche un’emulsione acquosa) magari<br />
associando altri componenti (tensioattivi, livellanti ecc.), la successiva evaporazione <strong>del</strong> solvente<br />
lascerà uno strato più o meno sottile di materiale consolidante. I polimeri termoplastici risulteranno<br />
spesso solubili in appropriati solventi (sovente funzionalizzanti come chetoni, idrocarburi clorurati,<br />
aromatici ecc.) e potranno essere, all’occorrenza plasmati attraverso un idoneo riscaldamento.<br />
I prodotti termoindurenti (costituiti da catene singole che però sono in grado di legarsi fortemente<br />
tra loro dando vita ad una struttura reticolare che interessa tutta la zona di applicazione) avranno, al<br />
contrario, solubilità pressoché nulla, risulteranno irreversibili, piuttosto fragili e sensibili all’azione<br />
dei raggi U.V.; saranno, di norma, impiegati come adesivi strutturali. Al fine di migliorare il grado<br />
di reticolazione e di conseguenza le caratteristiche di aderenza può risultare utile operare una<br />
preliminare operazione di deumidificazione <strong>del</strong> supporto di applicazione.<br />
Resine acriliche<br />
Le resine acriliche sono composti termoplastici ottenuti dalla polimerizzazione di esteri etilici e<br />
metilici <strong>del</strong>l’acido acrilico e <strong>del</strong>l’acido meacrilico. Le caratteristiche dei singoli prodotti variano<br />
entro limiti abbastanza ampi in relazione al monomero (ovvero ai monomeri, se copolimeri) di<br />
<strong>parte</strong>nza e la peso molecolare <strong>del</strong> polimero. La maggior <strong>parte</strong> <strong>del</strong>le resine acriliche liberano i<br />
solventi con una certa difficoltà e lentezza, pertanto un solvente ad evaporazione rapida come<br />
l’acetone (in rapporto 1:1), fornisce, generalmente, risultati migliori rispetto ad altri solventi tipo<br />
toluolo e xilolo (che inoltre presentano un grado di tossicità più elevato). Questa classe di resine<br />
presenterà una buona resistenza all’invecchiamento, alla luce, agli agenti chimici<br />
<strong>del</strong>l’inquinamento. Il loro potere adesivo è buono grazie alla polarità <strong>del</strong>le molecole, ma essendo<br />
polimeri termoplastici, non potranno essere utilizzati come adesivi strutturali; il limite risiede nella<br />
scarsa capacità di penetrazione, sarà, infatti, difficile raggiungere profondità superiori a 0,5-1 cm<br />
(con i solventi alifatici clorurati si possono ottenere risultati migliori per veicolare la resina più in<br />
profondità). Possiedono in genere buona idrorepellenza che tenderà, però a decadere nel tempo; se il<br />
contatto con l’acqua si protrarrà per tempi superiori alle 90 ore, inoltre, sempre in presenza di<br />
acqua, tenderanno a dilatarsi pertanto, risulteranno adatte per superfici interne o quantomeno per<br />
superfici non direttamente esposte agli agenti atmosferici.<br />
Resine acriliche solide: tra le resine acriliche da utilizzare in soluzione, se non diversamente<br />
specificato da indicazioni di progetto, si può ricorrere ad una resina acrilica solida a base di Etilmetacrilato/metil-acrilato<br />
fornita in scaglie diluibile in vari solventi organici tra i quali i più usati<br />
sono diluente nitro, acetone, clorotene, sarà anche miscibile con etanolo con il quale formerà una<br />
soluzione lattiginosa e film completamente trasparente. Questa resina grazie all’eccellente<br />
flessibilità, trasparenza, resistenza agli acidi, agli alcali, agli oli minerali, vegetali e grezzi, alle<br />
emanazioni dei prodotti chimici ed al fuoco può essere impiegata per il consolidamento di manufatti<br />
<strong>Agenzia</strong> <strong>del</strong> <strong>Demanio</strong> – Direzione Affari Generali – via Barberini, 38, 00187 Roma<br />
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