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Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio

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<strong>Capitolato</strong> Speciale d’Appalto – Parte Seconda<br />

Lavori di ristrutturazione <strong>del</strong>la polifora e <strong>del</strong>la balaustra lapidea sul Canal Grande, messa in sicurezza <strong>del</strong> soffitto <strong>del</strong>la stanza<br />

<strong>del</strong> Direttore e risanamento intonaci al piano terra <strong>del</strong>l’immobile “Palazzo Erizzo” sito a Cannaregio 2139, 30121 Venezia<br />

In alternativa si potranno effettuare <strong>del</strong>le stuccature invisibili utilizzando idoneo stucco costituito da<br />

copolimeri fluorurati e polvere <strong>del</strong>la stessa pietra utili anche a coprire micro lesioni o fori di trapani<br />

(per maggiori dettagli si rimanda a quanto detto all’articolo sul fissaggio e riadesione d’elementi<br />

sconnessi e distaccati).<br />

Avvertenze: il rapporto di miscelazione tra resina ed indurente andrà accuratamente rispettato, gli<br />

errori di dosaggio tollerabili non dovranno essere superiori al ± 5%. La miscelazione dei<br />

componenti andrà eseguita preferibilmente con miscelatore meccanico e andrà prolungata fino a che<br />

non si sarà certi di aver ottenuto una perfetta omogeneità.<br />

PROTEZIONI<br />

Premessa metodologica<br />

Gli interventi di protezione devono assolvere principalmente il ruolo di salvaguardare il materiale<br />

dall’aggressione degli agenti naturali esterni (infiltrazioni d’acqua, depositi superficiali di sostanze<br />

nocive ecc.) e/o, di natura antropica ricorrendo all’uso di tecniche consone ad ogni caso specifico.<br />

Eseguite generalmente, a compimento <strong>del</strong>l’intervento conservativo, le protezioni possono essere<br />

concepite sia come veri e propri presidi (schermi, tettoie, barriere ecc.) inseriti con l’intento di<br />

ostacolare l’innescarsi di patologie degenerative, proteggendo il manufatto in modo da ovviare<br />

direttamente alle cause di degrado, sia come applicazioni superficiali di materiali sacrificali,<br />

compatibili con la preesistenza, deteriorabili nel tempo.<br />

Lo scopo, di entrambe le risoluzioni, è quello di difendere i materiali da diversi fattori, in molti casi<br />

concomitanti, come l’attacco fisico-chimico operato dagli agenti atmosferici e dalle sostanze nocive<br />

veicolate da questi, dalle azioni di organismi vegetali e animali, dai raggi ultravioletti, aerosol<br />

marini ecc. Fondamentalmente lo scopo principale richiesto alle operazioni di protezione è quello di<br />

impedire il passaggio <strong>del</strong>l’acqua all’interno <strong>del</strong> materiale e, allo stesso tempo, ostacolare<br />

l’aggressione degli inquinanti atmosferici; per fronteggiare entrambi i fattori i prodotti utilizzati<br />

devono presentare i requisiti di idrorepellenza, reversibilità, traspirabilità, assenza di sottoprodotti<br />

dannosi e stabilità alle radiazioni U.V. L’idrorepellenza è determinante al fine di evitare i degradi<br />

connessi alla penetrazione <strong>del</strong>l’acqua come i fenomeni ciclici di gelo e disgelo, la cristallizzazione<br />

dei sali solubili (efflorescenze saline, subefflorescenze ecc.) e la veicolazione di sostanze nocive; la<br />

reversibilità deve essere concepita come la possibilità di poter rimuovere il prodotto (applicato<br />

superficialmente) in caso si dovessero verificare, nel tempo, indesiderati e nocivi effetti collaterali<br />

(“effetto bagnato” ovvero un’alterazione cromatica <strong>del</strong>l’aspetto originale); la traspirabilità<br />

altrettanto incisiva sulla riuscita <strong>del</strong>l’operazione poiché, il protettivo applicato non deve ostacolare<br />

il passaggio <strong>del</strong> vapore acqueo presente nei muri ma consentirne il regolare deflusso, così da<br />

mantenere costante i valori igrometrici <strong>del</strong>le strutture evitando pericolosi ristagni interni d’acqua. I<br />

prodotti adatti ad assolvere queste funzioni devono presentare, necessariamente, una buona<br />

compatibilità materica con il supporto così da avere comportamenti fisici-chimici similari mentre,<br />

per quanto concerne l’impatto visivo le protezioni possono essere concepite sia come apporti<br />

totalmente trasparenti neutri tali da consentire la totale leggibilità <strong>del</strong> supporto (sostanze<br />

principalmente di natura organica o a base di silicio) sia, come usato in passato, degli strati la cui<br />

funzione di protezione (scialbature, velature, sagramature ecc.) nasconderà in <strong>parte</strong> la superficie<br />

muraria. La scelta di una <strong>del</strong>le due soluzioni a discapito <strong>del</strong>l’altra è strettamente connessa alla<br />

metodologia d’intervento scelta a discrezione <strong>del</strong> tecnico. Le superfici lapidee, inoltre, possono<br />

essere trattate con sostanze chimiche analoghe a quelle impiegate per il consolidamento, stese a<br />

formare una barriera superficiale trasparente ed idrorepellente capace di impedire o limitare<br />

considerevolmente il contatto con sostanze patogene esterne, ma al contempo non eliminando la<br />

traspirabilità e la permeabilità al vapore acqueo.<br />

<strong>Agenzia</strong> <strong>del</strong> <strong>Demanio</strong> – Direzione Affari Generali – via Barberini, 38, 00187 Roma<br />

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