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Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio

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<strong>Capitolato</strong> Speciale d’Appalto – Parte Seconda<br />

Lavori di ristrutturazione <strong>del</strong>la polifora e <strong>del</strong>la balaustra lapidea sul Canal Grande, messa in sicurezza <strong>del</strong> soffitto <strong>del</strong>la stanza<br />

<strong>del</strong> Direttore e risanamento intonaci al piano terra <strong>del</strong>l’immobile “Palazzo Erizzo” sito a Cannaregio 2139, 30121 Venezia<br />

Le indagini conoscitive si divideranno in due categorie:<br />

– indagini distruttive: le indagini di tipo invasivo o “distruttivo”, si basano sull’esigenza di operare<br />

un’ispezione diretta e necessitano di veri e propri campioni da sottoporre ad analisi chimico-fisiche<br />

di laboratorio. La necessità di reperire un campione comporta, seppure in maniera limitata e<br />

circoscritta, la compromissione ulteriore <strong>del</strong>lo stato di degrado <strong>del</strong> manufatto oggetto di studio.<br />

Quando l’indagine si prefigge lo scopo di immagazzinare una grande quantità di dati dovrà essere<br />

prelevato, e successivamente esaminato, un consistente numero di campioni; tale operazione<br />

causerà inevitabilmente un’alterazione <strong>del</strong>lo stato conservativo nonché un disagio a chi,<br />

eventualmente, risiede nel manufatto. L’individuazione puntuale di deterioramenti e di fattori<br />

degenerativi non consente una facile composizione <strong>del</strong> quadro globale il quale dovrà essere<br />

rappresentato per interpolazione tra situazioni campione e per deduzioni. Il vantaggio di questo<br />

metodo risiede nel fatto che su un campione sarà possibile compiere numerose prove di laboratorio<br />

e, quindi, ricavare un numero elevato d’informazioni;<br />

– indagini non distruttive: si possono definire indagini non distruttive tutte quelle tecniche la cui<br />

applicazione non compromette l’integrità funzionale <strong>del</strong>la struttura e, allo stesso tempo, non implica<br />

il danneggiamento o l’alterazione <strong>del</strong>l’aspetto di parti di essa. Dovrà, necessariamente, esistere una<br />

correlazione dimensionale tra la grandezza <strong>del</strong>l’oggetto indagato e la traccia lasciata dall’indagine.<br />

Le tecniche di indagine non distruttive non eliminano <strong>del</strong> tutto le prove “distruttive”, in quanto<br />

spesso si rende necessario accostarle anche a prove in laboratorio su provini prelevati in situ; in<br />

questi casi però, non si rischia di prelevare campioni non caratterizzanti in quanto, la scelta viene<br />

guidata dai dati ricavati dalle indagini precedenti. Questo tipo d’indagine presenta due qualità<br />

importanti: non compromette lo stato di fatto <strong>del</strong>l’edificio neanche a livello statico e limita molto le<br />

intromissioni con le attività interne <strong>del</strong>l’edificio. In linea di massima le indagini non distruttive<br />

potranno essere ulteriormente suddivise in passive (o non invasive) e in immagini attive (o<br />

invasive): le prime annoteranno e quantificheranno i fenomeni fisici rilevabili senza interventi<br />

artificiali di stimolazione; quelle attive, invece, richiederanno, anche se in minima misura,<br />

sollecitazioni artificiali di natura diversa in relazione dai fenomeni fisici che la strumentazione in<br />

oggetto sarà in grado di rilevare.<br />

Art. 2 Analisi non distruttive<br />

Art. 2.1 Indagine georadar<br />

L’indagine georadar (GPR Ground Penetreting Radar) è una metodologia geofisica di rilevazione<br />

elettromagnetica, rigorosamente “non invasiva” di carattere qualitativo (consentirà, infatti,<br />

l’interpretazione <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong>le differenti “riflessioni” sotto forma di geometria e di<br />

intensità <strong>del</strong> segnale ricevuto) ed esteso (nonostante l’area analizzata sia circoscritta alla superficie<br />

d’appoggio <strong>del</strong>l’antenna ricetrasmittente, la registrazione avverrà facendo passare l’antenna su vasti<br />

tracciati d’indagine). Il principio su cui si basa sarà quello <strong>del</strong>le onde elettromagnetiche ad alta<br />

frequenza che verranno inserite, riflesse e ricevute, così da acquisire dati sulla natura e lo stato<br />

fisico d’elementi al di sotto <strong>del</strong>le superfici di finitura quali intonaci, rivestimenti lapidei, pavimenti<br />

ecc. La propagazione <strong>del</strong>le onde elettromagnetiche si legherà alle costanti dielettriche, proprie dei<br />

materiali, derivate, a loro volta, dallo stato fisico dei materiali stessi (conducibilità, porosità,<br />

densità, permeabilità ecc.) di conseguenza, maggiore sarà la differenza tra le caratteristiche<br />

elettromagnetiche degli elementi che compongono l’oggetto di indagine maggiore sarà la facilità e<br />

l’esattezza di registrazione dati (ad es. aria-pietra o pietra-metallo).<br />

Apparecchiatura<br />

Il dispositivo trasmittente-ricevente (antenna) collegato, per mezzo di un cavo in fibre ottiche, ad<br />

un’unità centrale (registratore magnetico e restitutore grafico) invierà una serie ininterrotta di<br />

<strong>Agenzia</strong> <strong>del</strong> <strong>Demanio</strong> – Direzione Affari Generali – via Barberini, 38, 00187 Roma<br />

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