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Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio

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<strong>Capitolato</strong> Speciale d’Appalto – Parte Seconda<br />

Lavori di ristrutturazione <strong>del</strong>la polifora e <strong>del</strong>la balaustra lapidea sul Canal Grande, messa in sicurezza <strong>del</strong> soffitto <strong>del</strong>la stanza<br />

<strong>del</strong> Direttore e risanamento intonaci al piano terra <strong>del</strong>l’immobile “Palazzo Erizzo” sito a Cannaregio 2139, 30121 Venezia<br />

durante l’essiccazione, pertanto si rivelerà utile applicare una quantità sovrabbondante o, più<br />

correttamente, ripetere l’operazione dopo l’essiccazione <strong>del</strong>la <strong>parte</strong> più profonda. In seguito ad<br />

un’essiccazione adeguata <strong>del</strong>lo strato superficiale di stucco, comunque entro le 12 ore successive, si<br />

potrà procedere alla carteggiatura manuale con grana media (120-180) al fine di eliminare l’eccesso<br />

di prodotto. Per agevolare la completa essiccazione <strong>del</strong>l’impasto si potrà trattare la superficie<br />

d’intervento con tampone imbevuto d’alcool denaturato. L’operazione di levigatura finale potrà<br />

essere facilitata regolando la percentuale <strong>del</strong> legante degli impasti in modo da avere uno stucco<br />

resistente ma allo stesso tempo carteggiabile. Nel caso d’interventi rivolti alla “ricostruzione” di<br />

spigoli o porzioni vive, sarà vantaggioso mettere in opera uno stucco più denso con l’aggiunta di<br />

colla di coniglio.<br />

Le ricette per confezionare stucchi sono svariate in ragione al tipo di legno, e alla fessurazione da<br />

riempire, in linea generale se non diversamente specificato negli elaborati di progetto si potrà<br />

utilizzare un impasto composto da un legante inorganico da scegliere tra gesso, colla animale (ad es.<br />

di coniglio), cera d’api o da un legante organico (polimero sintetico come ad es. le resine acriliche)<br />

e da un inerte (con funzione di antiritiro e di colorante) costituito da polvere di legno o microfibre.<br />

All’interno di questo impasto potranno essere inseriti, in percentuali non superiori a 5%, eventuali<br />

pigmenti al fine di avvicinare la tonalità cromatica originale. In alternativa a questo impasto si potrà<br />

utilizzare uno stucco a base di gommalacca e cera d’api vergine; dovranno essere fuse <strong>del</strong>le scaglie<br />

di gommalacca regolandone la densità con la cera (un eccesso di gomma lacca potrà causare un<br />

effetto perlate sulla superficie trattata) al fine di formare <strong>del</strong>le bacchette sottili e abbastanza<br />

consistenti, che dovranno essere scaldate e fatte colare all’interno <strong>del</strong>la fessura aiutandosi con<br />

piccole spatole prescaldate.<br />

Nel caso di stuccature d’elementi strutturali, si potranno utilizzare leganti a base di polimeri<br />

sintetici (le resine più utilizzate sono quelle epossidiche o poliuretaniche in ragione al tipo di<br />

stuccatura da eseguire) opportunamente caricati con polvere di segatura o fillers allo scopo di<br />

migliorare la resistenza a compressione e ridurre il volume di resina impiegato così da contenere lo<br />

sviluppo di calore al momento <strong>del</strong>la reazione esotermica. L’impasto dovrà avere una consistenza<br />

tissotropica e sarà applicato per, eventuali, strati successivi con spatola (tempo di presa a 23°C ca.<br />

6-8 h, tempo d’indurimento completo ca. 5-7 giorni). Le resine utilizzate dovranno essere<br />

compatibili con il legno, pertanto dovranno presentare un’elasticità tale da sostenere variazioni<br />

dimensionali imposte dagli sbalzi termici e modulo elastico similare a quello <strong>del</strong> legno (ca. 3000<br />

N/mm2).<br />

Nel caso in cui le dimensioni <strong>del</strong>le lacune saranno tali da non rendere conveniente operare <strong>del</strong>le<br />

stuccatura si dovrà intervenire attraverso la procedura <strong>del</strong>la tasselature.<br />

CONSOLIDAMENTO<br />

Premessa metodologica<br />

Gli interventi di consolidamento operati sui “materiali lapidei” devono essere mossi dalla volontà<br />

di ristabilire una continuità, alterata a causa dei diversi fenomeni di degrado, tra la <strong>parte</strong> esterna <strong>del</strong><br />

materiale e quella più interna in modo da poter garantire una coesione materica capace di eliminare<br />

le differenze fisico-meccaniche che si sono generate tra i vari strati. Le operazione di<br />

consolidamento devono, infatti, assicurare l’adesione <strong>del</strong> materiale danneggiato a quello sano in<br />

modo da ristabilire un equilibrio strutturale capace di assicurare un comportamento solidale nei<br />

confronti <strong>del</strong>le diverse sollecitazioni e, allo stesso tempo, permettere di fronteggiare le condizioni al<br />

contorno; il fine è quello di ripristinare la resistenza meccanica originale <strong>del</strong> materiale sano,<br />

evitando, per questo, interventi eccessivi che potrebbero alterare la costituzione intrinseca <strong>del</strong>la<br />

struttura con effetti, a lungo termine, difficilmente prevedibili.<br />

<strong>Agenzia</strong> <strong>del</strong> <strong>Demanio</strong> – Direzione Affari Generali – via Barberini, 38, 00187 Roma<br />

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