Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio
Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio
Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Capitolato</strong> Speciale d’Appalto – Parte Seconda<br />
Lavori di ristrutturazione <strong>del</strong>la polifora e <strong>del</strong>la balaustra lapidea sul Canal Grande, messa in sicurezza <strong>del</strong> soffitto <strong>del</strong>la stanza<br />
<strong>del</strong> Direttore e risanamento intonaci al piano terra <strong>del</strong>l’immobile “Palazzo Erizzo” sito a Cannaregio 2139, 30121 Venezia<br />
di normali siringhe di plastica (da 10 cc o 20 cc), procedendo attraverso i fori o le soluzioni di<br />
continuità poste nella <strong>parte</strong> più bassa per poi avanzare, verso quelle più in alto.<br />
Per gli intonaci, se non diversamente specificato negli elaborati di progetto, si potranno utilizzare<br />
iniezioni di una miscela composta da calce aerea diluita con percentuale <strong>del</strong> 5-10% di resina acrilica<br />
eventualmente caricata con carbonato di calcio o metacaolino micronizzato ed additivata con<br />
gluconato di sodio, o, nei casi di distacchi più consistenti (ad es. scaglie di laterizio), con polvere di<br />
coccio pesto vagliata e lavata o sabbia silicea ventilata; in caso d’estrema urgenza o di murature<br />
umide, si potrà utilizzare calce idraulica naturale NHL 2 esente da sali solubili additivata con<br />
cariche pozzolaniche ventilate; in questo modo si potrà ottenere un solido ancoraggio nel giro di 20-<br />
30 minuti. All’operazione di preconsolidamento, ad esempio di una porzione consistente d’intonaco<br />
spanciato che minaccia di distaccarsi totalmente dal supporto, sarà utile affiancare quella di presidio<br />
provvisorio temporaneo facilmente realizzabile con la messa in opera, alla distanza di circa 2-3 cm<br />
di un tavolato continuo in legno protetto nella faccia verso il manufatto da un foglio di Alluminio o<br />
un film plastico in Polietilene (tipo Domopak), infine, lo spazio tra presidio e interfaccia<br />
<strong>del</strong>l’intonaco (precedentemente protetto con foglio di alluminio) sarà riempito da materiale morbido<br />
tipo gommapiuma (o in alternativa da schiuma di resina poliuretanica).<br />
PULITURE<br />
Premessa metodologica<br />
La pulitura di una superficie si deve prefiggere lo scopo di rimuovere la presenza di sostanze<br />
estranee patogene, causa di degrado, limitandosi alla loro asportazione. Il lato estetico non deve<br />
incidere sul risultato finale, l’intento <strong>del</strong>la pulitura non deve essere quello di rendere “gradevole”<br />
l’aspetto <strong>del</strong>la superficie ma, bensì, quello di sanare uno stato di fatto alterato. Si ritengono, perciò,<br />
inutili, nonché dannose, puliture insistenti che potrebbero intaccare la pellicola naturale <strong>del</strong><br />
materiale formatasi nel corso degli anni, puliture mosse, generalmente, dalla volontà di restituire al<br />
materiale il suo aspetto originario. Tenendo conto che anche la risoluzione meno aggressiva causa<br />
sempre una seppur minima azione lesiva sul materiale, è opportuno che le operazioni siano ben<br />
calibrate e graduali, procedendo per fasi progressive su più campioni, in questo modo l’operatore<br />
può verificare l’idoneità <strong>del</strong>la tecnica prescelta e, allo stesso tempo, definire quando l’intervento<br />
deve essere interrotto.<br />
I metodi di pulitura sono diversi in relazione al tipo di materiale sul quale s’interviene e alla<br />
sostanza che s’intende asportare, per questo motivo, la scelta deve essere fatta basandosi su <strong>del</strong>le<br />
indagini preventive in modo da poter avere un quadro informativo puntuale sia sulla natura dei<br />
degradi ed il loro relativo livello d’insistenza, sia sulla consistenza fisico-materica <strong>del</strong> supporto; in<br />
molti casi, infatti, il processo chimico che innesca il degrado è strettamente correlabile alla natura<br />
<strong>del</strong> materiale. Rimuovere le sostanze estranee da un manufatto che presenta un degrado molto<br />
avanzato può comportare un aggravarsi <strong>del</strong>lo stato di fatto per cui, prima dei lavori di pulitura, è<br />
opportuno intervenire con un preconsolidamento puntuale <strong>del</strong>le parti precarie così da evitare di<br />
danneggiare frammenti decoesi, esfoliati o indeboliti e, allo stesso tempo, di attaccare una superficie<br />
instabile con acqua e/o prodotti chimici che potrebbero peggiorare la situazione.<br />
OPERAZIONI DI PULITURA MATERIALI LAPIDEI<br />
Con il termine “materiale lapideo” dovranno sempre essere intesi (in accordo alle raccomandazioni<br />
NorMaL) oltre che i marmi e le pietre propriamente detti, anche gli stucchi, le malte, gli intonaci<br />
(affrescati, dipinti a secco, graffiti) ed i prodotti ceramici come laterizi e cotti.<br />
<strong>Agenzia</strong> <strong>del</strong> <strong>Demanio</strong> – Direzione Affari Generali – via Barberini, 38, 00187 Roma<br />
60