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Capitolato speciale - II parte - Agenzia del Demanio

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<strong>Capitolato</strong> Speciale d’Appalto – Parte Seconda<br />

Lavori di ristrutturazione <strong>del</strong>la polifora e <strong>del</strong>la balaustra lapidea sul Canal Grande, messa in sicurezza <strong>del</strong> soffitto <strong>del</strong>la stanza<br />

<strong>del</strong> Direttore e risanamento intonaci al piano terra <strong>del</strong>l’immobile “Palazzo Erizzo” sito a Cannaregio 2139, 30121 Venezia<br />

inorganico (ad es. calce idraulica naturale) o, più di frequente, organico (ad es. polimeri sintetici<br />

come le resine acriliche) e da una carica (polvere di legno, caolino, argilla finissima, polvere di<br />

marmo ecc.) in ragione al supporto (cotto, pietra, legno ecc.) oggetto d’intervento; se espressamente<br />

richiesto dagli elaborati di progetto questi impasti potranno essere additivati (ad es. cariche di<br />

gluconato di sodio, pigmenti colorati ecc.) al fine di esaltare ad esempio le caratteristiche di presa,<br />

fluidità, antiritiro, resistenza meccanica ecc. (per maggiori dettagli sugli impasti si rimanda a quanto<br />

detto agli articoli precedenti).<br />

Previo eventuale sgrassamento <strong>del</strong>le superfici si applicherà la pasta, <strong>del</strong>la consistenza voluta, sulle<br />

parti mancanti adoperando piccole spatole metalliche o bacchette di legno esercitando una modesta<br />

pressione al fine di otturare la cavità, in caso di fessure più profonde si potranno eseguire più strati<br />

di materiale intervallati tra loro con un tempo di attesa necessario per l’essiccazione. In questo caso,<br />

inoltre, si renderà vantaggioso, ai fini di un corretto aggrappaggio tra gli strati, graffiare la<br />

superficie di quello sottostante, prima <strong>del</strong> suo indurimento.<br />

Al fine di eludere il fenomeno <strong>del</strong> ritiro e di permettere le eventuali successive operazioni di<br />

arrotatura, levigatura e lucidatura (soprattutto in presenza di pavimenti in cotto, marmo, marmette<br />

colorate in pasta) sarà consigliabile impiegare una quantità di stucco moderatamente eccedente il<br />

volume da riempire.<br />

Integrazione con nuovi elementi<br />

In caso di elementi non più solidali con il sottofondo (parti mobili o totalmente distaccate) la<br />

procedura prevedrà, solo se espressamente indicato dagli elaborati di progetto, il loro cauto<br />

smontaggio e la loro pulitura (per le procedure operative riguardanti lo smontaggio <strong>del</strong> pavimento si<br />

rimanda a quanto prescritto all’articolo specifico) con spazzole di saggina, scopinetti, piccole<br />

spatole, tamponi imbevuti di sostanze detergenti o altra tecnica ritenuta idonea dalla D.L.; in seguito<br />

si procederà alla riposa in opera definitiva che dovrà essere eseguita con malta di allettamento il più<br />

possibile simile a quella originale. In presenza di vaste zone d’intervento si renderà necessario la<br />

rimozione degli elementi fino all’intera asportazione <strong>del</strong> massetto costituente il sottofondo. Il nuovo<br />

massetto (a base di calce idraulica naturale NHL 5 e sabbione in rapporto 1:2) dovrà essere lasciato<br />

stagionare per il tempo necessario (almeno 7 giorni); le, eventuali, lesioni che dovessero<br />

manifestarsi andranno riempite con boiacca di calce idraulica. Si procederà successivamente, alla<br />

posa in opera degli elementi recuperati (ovvero dei nuovi elementi se questi non potranno essere<br />

recuperati) con un letto di malta di calce idraulica (a consistenza plastica) di adeguato spessore (di<br />

norma 2 cm, comunque uguale a quello asportato) disteso sul sottofondo; gli elementi saranno<br />

collocati uno alla volta accostati tra loro mediante appositi distanziatori al fine di creare le fughe<br />

desiderate (minimo 0,5 massimo 3 mm). Si premerà, infine, su ogni elemento (battendo gli angoli<br />

con il martello di gomma o con il manico di legno <strong>del</strong>la mazzetta) facendo refluire la malta e, allo<br />

stesso tempo, in modo da posizionarlo ad una quota leggermente superiore al piano finito così da<br />

compensare l’abbassamento dovuto dal naturale ritiro <strong>del</strong>la malta. A distanza di 2-4 ore (in ragione<br />

<strong>del</strong>le condizioni ambientali) dal termine <strong>del</strong>la posa, le superfici pavimentate dovranno essere<br />

bagnate al fine di garantire una stagionatura ottimale <strong>del</strong>la malta di appoggio. Per la stuccatura <strong>del</strong>le<br />

fughe sarà consigliabile utilizzare una boiacca liquida così da essere capace di penetrare<br />

agevolmente nelle fessure, inoltre si renderà necessario ripetere l’operazione 2/3 volte, a distanza di<br />

almeno 8 ore una dall’altra. Ultimata la stuccatura, e passate 4-6 ore, sarà necessario bagnare il<br />

pavimento posato. La boiacca utilizzata per la stuccatura <strong>del</strong>le fughe sarà composta seguendo le<br />

disposizioni di progetto o indicazioni <strong>del</strong>la D.L., in mancanza di queste si potrà comporre un<br />

impasto a base di cemento bianco pigmentato con ossidi colorati (massimo 10%) con l’eventuale<br />

aggiunta di lattice acrilico al fine di conferire un minimo di elasticità allo stucco, sarà consigliabile<br />

effettuare <strong>del</strong>le prove al fine di individuare la giusta tonalità <strong>del</strong>la stuccatura in modo che il colore<br />

<strong>del</strong>le fessure riempite si mimetizzi con quello degli elementi adiacenti.<br />

Specifiche: in linea generale si dovrà evitare l’inserimento di nuovi elementi, cercando di<br />

riutilizzare quelli originali, se questo non dovesse essere possibile (causa mancanze, eccessivi<br />

<strong>Agenzia</strong> <strong>del</strong> <strong>Demanio</strong> – Direzione Affari Generali – via Barberini, 38, 00187 Roma<br />

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