Rivista n 1- 2010.bisAqxd - Dott. Vito CM Milisenna
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EAL è l’acronimo di Economic<br />
analysis of the law (analisi economica<br />
del diritto), definita semplicisticamente<br />
come l’applicazione delle<br />
regole economiche ad istituti di<br />
diritto. Dare questa definizione,<br />
però, risulta essere fuorviante e<br />
riduttivo di una disciplina che va ben<br />
oltre tale aspetto. Infatti, spesso il<br />
lavoro<br />
“spesso il lavoro<br />
degli economisti si<br />
intreccia con quello<br />
dei giuristi: entrambi<br />
affrontano le stesse<br />
problematiche”<br />
degli economisti<br />
si<br />
intreccia<br />
con quello<br />
dei giuristi:<br />
entrambi,<br />
anche se con un approccio diverso,<br />
affrontano le stesse problematiche<br />
attinenti alla responsabilità civile,<br />
alla proprietà, ai danni ambientali,<br />
all’antitrust, all’assicurazione,<br />
all’impresa, ai monopoli, ai costi<br />
transattivi, ai beni pubblici, ecc.<br />
Il sorgere di questa disciplina<br />
viene fatta risalire intorno alla<br />
seconda metà del ventesimo secolo<br />
negli USA, in cui si svilupparono<br />
degli studi di natura interdisciplinare<br />
che in campo giuridico hanno portato<br />
alla nascita di numerose scuole<br />
che tentarono di accostare il diritto<br />
alle materie più disparate: economia,<br />
letteratura, antropologia, psicoanalisi,<br />
ecc. La scuola che ebbe più successo<br />
fu proprio quella dell’analisi<br />
economica del diritto, la quale non<br />
fa altro che trasporre i metodi di<br />
indagine ed analisi tipici degli economisti<br />
in campo giuridico, attri-<br />
Fondazione<br />
Scuola Forense Nissena<br />
“G. Alessi”<br />
L’EAL e la formula di Hand<br />
I A PARTE<br />
buendo allo stesso un’oggettività<br />
che un tempo era veramente impensabile.<br />
Le prime applicazioni di questa<br />
nuova metodologia si sono avute<br />
in materia di proprietà e responsabilità<br />
civile, anche se oggi può trovare<br />
applicazione in qualsiasi settore del<br />
diritto: diritto penale, diritto amministrativo,<br />
filosofia del diritto, ecc.<br />
L’approccio tradizionale degli<br />
ordinamenti giuridici che si ispirano<br />
ad uno statuto di welfare state attribuiscono<br />
alla responsabilità una funzione<br />
compensativa, ossia assicurare<br />
una maggiore tutela alle ragioni del<br />
soggetto danneggiato. Sicuramente<br />
più innovativa l’analisi economica<br />
del diritto interessata, invece, ad<br />
incentivi per un comportamento efficiente.<br />
In questo caso la funzione<br />
della responsabilità civile è quella di<br />
indurre i soggetti a considerare i<br />
danni che i loro atti o le loro omissioni<br />
possono cagionare ad altri;<br />
danni definiti nel linguaggio economico<br />
come costi esterni o diseconomie.<br />
Questi possono essere distinti<br />
in due grandi categorie: le esternalità<br />
negative, le quali sono costituite<br />
da un comportamento che causa un<br />
danno a terzi e tale danno non viene<br />
risarcito (es. l’inquinamento atmosferico);<br />
le esternalità positive determinate<br />
da comportamenti che causano<br />
un vantaggio o un beneficio a<br />
terzi (es. realizzazione di un parco<br />
all’interno della città). Pertanto, la<br />
funzione della responsabilità è quella<br />
di internalizzare gli incidenti, o<br />
meglio, minimizzare i costi sociali<br />
di Filippa Grillo<br />
degli incidenti, determinati dalla<br />
somma dei costi di prevenzione, del<br />
danno e dei costi transattivi. I primi<br />
derivano dalle spese necessarie per<br />
prevenire o rendere meno gravi tali<br />
costi; i danni sono i costi recati alla<br />
proprietà, derivanti da spese mediche,<br />
perdite di guadagno e sofferenza;<br />
i costi transattivi derivano dalla<br />
necessità di determinare chi deve<br />
sopportare il danno, comprendendo i<br />
costi di negoziazione privata e di<br />
giustizia. Conseguentemente, se il<br />
diritto individua le regole della<br />
responsabilità civile per compensare<br />
la vittima del danno sofferto, l’analisi<br />
economica del diritto ritiene che<br />
tali regole di responsabilità devono<br />
essere previste per far cadere la<br />
responsabilità sulla parte che avrebbe<br />
dovuto affrontare il costo marginale<br />
minimo per evitare l’insorgere<br />
del danno.<br />
Nell’affrontare la tematica della<br />
responsabilità civile alla luce dei<br />
principi dell’analisi economica del<br />
diritto, si assiste ad un allontanamento<br />
del concetto di colpa come<br />
soggettivo ed etico per avviarsi sempre<br />
di più ad un concetto rigorosamente<br />
oggettivo, tipico della fissazione<br />
di uno standard con il quale<br />
commisurare e valutare il comportamento<br />
illecito. Per la prima volta<br />
venne utilizzata dal giudice Hand,<br />
nel caso United States v. Carroll<br />
Towing Co. (1947), una vera e propria<br />
formula per stabilire quando un<br />
soggetto era effettivamente in colpa.<br />
(segue al prossimo numero)<br />
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