Rivista n 1- 2010.bisAqxd - Dott. Vito CM Milisenna
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“ il sito internet è stato<br />
ritenuto valido strumento<br />
di offesa della reputazione<br />
altrui.”<br />
ancora più incisivi e rigorosi, perché<br />
le sua cognizione ha riguardato<br />
anche i c.d. “diari virtuali”.<br />
L’incipit di questo articolo<br />
riguarda infatti recente sentenza del<br />
Tribunale di Monza, che è stata<br />
riportata nella pagina di cronaca del<br />
Corriere della Sera del 24 u.s..<br />
Ebbene, il Giudice lombardo, occupandosi<br />
di una lite tra ex amici svoltasi<br />
sul Facebook di uno dei due, ha<br />
ritenuto che il messaggio ingiurioso<br />
inserito tra i commenti che accompagnavano<br />
una loro foto, costituisse<br />
diffamazione ex art. 595 comma 3<br />
del c.p., ed ha condannato il reo<br />
anche al risarcimento del danno<br />
morale causato nella misura di 15<br />
mila euro.<br />
Si comprenderà, quindi, che<br />
il nuovo mondo delle comunicazioni<br />
non è una prateria scevra di regole di<br />
comportamento, e che la prudenza e<br />
la cautela, accompagnate dal buon<br />
vivere, non sono mai troppe anche<br />
negli “sfoghi” tra amici, soprattutto<br />
quando questi vengono riportati in<br />
(segue da pag. 41 - la fruizione delle nuove tecnologie)<br />
“Avvocatura e Magistratura,<br />
con funzione complementare,<br />
sono attuatori della norma<br />
“azionata” e quindi della concreta<br />
realizzazione dello Stato<br />
di Dirittoe”<br />
duo, rivolgendosi ad altra figura – il<br />
giudice - a suo modo advocata per<br />
dirimere e giusdicere.<br />
Corollario di queste vesti<br />
sono quindi la necessità di indipendenza,<br />
prestigio e decoro sia dell’avvocatura,<br />
sia della magistratura. Di<br />
converso, assistiamo a una sempre<br />
“La parte lesa” Umberto Ranzatto - da “I Rostri” Anno III n. 2<br />
maggiore attenuazione del ruolo e<br />
dei poteri della magistratura,<br />
anch’essa – a volte – retta, a volte,<br />
con fastidio.<br />
A conclusione della nostra<br />
breve disamina non si intende demonizzare<br />
la tecnologia e le ulteriori<br />
competenze generate dalla stessa. Si<br />
vuole invece segnalare il rischio di<br />
un effetto perverso, forse sino in<br />
fondo non voluto, forse anche collaterale,<br />
dato da una estremizzazione<br />
tecnologica “innestata” - a forza -<br />
nei procedimenti e nel processo.<br />
Questa estremizzazione<br />
comporta la necessità di “governance”<br />
dell’effetto e di nuovi “linguag-<br />
facebook, che molti giovani ritengono,<br />
erroneamente, solo un luogo virtuale.<br />
gi” che non possono tradursi nella<br />
semplice tendenza a “calare” la tecnologia<br />
e l’estremizzazione all’interno<br />
del processo, senza una necessaria<br />
armonizzazione che solo un<br />
“nuovo contesto” può consentire.<br />
Avvocatura e Magistratura,<br />
con funzione complementare, sono<br />
attuatori della norma “azionata” e<br />
quindi della concreta realizzazione<br />
dello Stato di Diritto. Questi semplici<br />
concetti, in passato assiomi dell’ordinamento<br />
sin qui pervenutoci,<br />
pur nell’incedere tumultuoso delle<br />
nuove tecnologie, riteniamo devono<br />
conservare ancora oggi grande consistenza.<br />
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