Rivista n 1- 2010.bisAqxd - Dott. Vito CM Milisenna
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L’ETERNA VERGOGNA<br />
In Italia, da intendere qui<br />
come entità geografica, il malgoverno<br />
di chi amministra la cosa pubblica<br />
è vecchio da secoli, ponendo un<br />
problema fondamentale di etica politica,<br />
di fronte al quale quasi sempre<br />
si contrappone la desolata impotenza<br />
di chi non intravede alcuno spiraglio.<br />
Giorno 10 marzo 2010 sulle<br />
pagine di un noto quotidiano a diffusione<br />
nazionale si potevano leggere i<br />
seguenti titoli: “Tangenti, l’assessore<br />
patteggia”; “Occultamento oltralpe<br />
di somme”; “<strong>Rivista</strong> spot con i<br />
soldi del Ministero dell’Agricoltura<br />
per scopi elettorali”; “Funzionari<br />
pubblici venduti agli imprenditori”;<br />
“Appalti pilotati”; “N.D. confessa la<br />
f r o d e ” ;<br />
“Contatori truccati-processo<br />
ai<br />
manager di Eni e<br />
Snam”: un vero<br />
disastro, un<br />
panorama desolante,<br />
un continuo,<br />
tormentato<br />
itinerario, che<br />
crea nella parte<br />
più sana della<br />
gente italica<br />
smarrimento e<br />
sfiducia. Ed è<br />
doloroso constatare<br />
come tutto<br />
questo mercimonio<br />
avvenga in<br />
un Paese, in cui<br />
con Dante,<br />
B a r t o l o ,<br />
Marsilio, come<br />
ho già avuto modo di accennare<br />
anzitempo su questa rivista, ebbe<br />
origine in Europa la teoria politica<br />
moderna, in un Paese in cui una<br />
straordinaria cultura giuridica, grazie<br />
al diritto romano ed alla sua successiva<br />
elaborazione, ha permeato<br />
di sé la vita pratica.<br />
Questa sorta di immanentismo<br />
in seno alla società italiana, caratterizzato<br />
da un diffuso pactum sceleris,<br />
blocca il processo di moralizzazione<br />
non solo della politica, ma dell’intera<br />
società, impedendo ogni rinnovamento<br />
e mettendo in crisi il<br />
concetto stesso di Stato liberale.<br />
Il reato di concussione, di cui<br />
all’art.317 c.p., è il più odioso, perché<br />
posto in essere da pubblico uffi-<br />
ciale o da un incaricato di pubblico<br />
servizio, ossia da soggetto che è<br />
chiamato a svolgere la propria attività<br />
in nome e per conto dell’ente pubblico,<br />
all’interno del quale è organicamente<br />
inserito e, quindi, nell’interesse<br />
stesso della collettività.<br />
Qui la condotta dell’agente si<br />
materializza in una costrizione o<br />
induzione, esercitata nei confronti di<br />
taluno, al fine di conseguire per sé o<br />
terzi danaro o altra utilità, per cui,<br />
come dicevano i pratici, il metus<br />
publicae potestatis rappresenta l’elemento<br />
che spinge e determina il<br />
soggetto passivo a dare o a promettere<br />
l’indebito.<br />
La sopraffazione nei confronti<br />
del soggetto concusso può realizzarsi<br />
nelle forme più varie e ciò in<br />
quanto l’autore, oltre che esercitare<br />
chiare ed univoche forme di coartazione<br />
psichica, sempre presenti nella<br />
cosiddetta concussione violenta o<br />
esplicita, in altre situazioni, pur<br />
rifuggendo da essa, nell’intento di<br />
mimetizzare la condotta incriminata,<br />
ricorre subdolamente a false o suggestive<br />
rappresentazioni della realtà,<br />
al fine di manipolare e sviare l’altrui<br />
volontà e conseguire l’illecito vantaggio.<br />
In questo particolare dispiegarsi<br />
dell’attività delittuosa, chiamata<br />
anche concussione implicita, l’induzione<br />
può avvenire mediante atti<br />
omissivi, con il silenzio, finanche<br />
con comportamenti ostruzionistici o<br />
atteggiamenti, artatamente improntati<br />
ad assoluta intransigenza.<br />
Così sono stati ritenuti colpevoli<br />
di tentata concussione il medi-