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Rivista n 1- 2010.bisAqxd - Dott. Vito CM Milisenna

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RIFLESSIONI<br />

DI FINE MANDATO<br />

SULLA GIUSTIZIA<br />

E SULL’AVVOCATURA<br />

Avviandomi ormai verso la<br />

fine del mio mandato di delegato<br />

distrettuale all'Assemblea della<br />

O.U.A. (che scadrà col prossimo<br />

Congresso Nazionale Forense, che si<br />

terrà probabilmente a Genova in<br />

autunno), mi vengono spontanee<br />

alcune brevi considerazioni sullo<br />

stato attuale del "pianeta giustizia",<br />

delle quali voglio fare partecipi i<br />

miei quattro lettori.<br />

La prima riflessione mi porta<br />

a constatare che non si diradano le<br />

nuvole che incombono ormai da<br />

tempo sul mondo giudiziario.<br />

Neanche la nuova fase delle riforme<br />

annunciata dal Governo dopo le elezioni<br />

regionali sembra infatti andare<br />

verso un sereno e proficuo dibattito<br />

capace di individuare i veri mali<br />

della giustizia (peraltro, a tutti noti<br />

da tempo) e, soprattutto, i rimedi<br />

necessari per porvi fine.<br />

Il Governo insiste, piuttosto,<br />

in una logora e sterile polemica con<br />

tutte le altre Istituzioni dello Stato,<br />

che tenta persino di delegittimare nel<br />

momento in cui ritiene che le opinioni<br />

di queste ultime non coincidono<br />

con le proprie.<br />

In questo contesto, le riforme<br />

che si ipotizzano sono quelle che<br />

tendono a limitare i poteri degli altri<br />

Organi o a renderli "funzionali" alla<br />

politica e agli interessi del Governo.<br />

Così, si tenta di riformare la procedura<br />

di elezione del C. S.M. e la<br />

stessa composizione dell'Organo di<br />

Autogoverno della Magistratura,<br />

con l'ipotesi di creazione di un<br />

nuovo C.S.M. per i magistrati requirenti,<br />

conseguente alla separazione<br />

delle carriere tra requirenti e giudicanti.<br />

Si accusa di "politicizzazione"<br />

la Corte Costituzionale, ed anche qui<br />

se ne ipotizza una diversa composizione<br />

e un diverso sistema di elezione.<br />

Si vuole disegnare una diversa<br />

figura di Capo dello Stato, che<br />

dovrebbe perdere la sua funzione di<br />

garanzia per acquistare connotati più<br />

marcatamente politici. Lo stesso<br />

Parlamento, peraltro ormai ridotto a<br />

mero "esecutore" dei decreti governativi<br />

(in virtù dell'apposizione della<br />

fiducia a molti provvedimenti, dei<br />

quali, di fatto, si impedisce la discussione<br />

e l'eventuale modifica)<br />

viene visto con fastidio come luogo<br />

nel quale si "chiacchiera" troppo e si<br />

produce poco.<br />

Come si vede, è una visione<br />

governo-centrica che perde di vista<br />

gli interessi generali dello Stato e del<br />

buon funzionamento di tutti i suoi<br />

organi.<br />

In linea con tale visione stanno<br />

i numerosi provvedimenti legislativi<br />

adottati negli ultimi tempi (vari<br />

"lodi", processo breve, legittimo<br />

impedimento, legge sulle intercettazioni,<br />

etc.) volti più a risolvere problemi<br />

singoli, che non ad affrontare,<br />

e debellare, in una visione globale e<br />

complessiva, i veri mali che affliggono<br />

la giustizia.<br />

In tale contesto, anche<br />

l'Avvocatura soffre, da un canto, per<br />

la mancata approvazione della<br />

nuova legge professionale (attesa da<br />

decenni) e dall' altro per l'emanazione<br />

di alcuni provvedimenti improvvidi,<br />

che hanno avuto il solo effetto<br />

di danneggiare la classe forense e di<br />

privare il cittadino dell'essenziale<br />

diritto alla difesa.<br />

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