La Maledizione di San Siro, 1999 - Liutprand
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ovina per la città, tanto che si riuscì alfine a scacciarli<br />
tutti, anche i pochi Ebrei rimasti, dopo sessant’anni d’invettive<br />
e <strong>di</strong> ricorsi. I commercianti, ma soprattutto gli<br />
usurai locali, segnarono quel giorno sul registro delle<br />
gran<strong>di</strong> feste.<br />
Alcune delle statue che ornavano la torre si sono letteralmente<br />
sbriciolate nel crollo. Non erano <strong>di</strong> vera pietra<br />
robusta, ma <strong>di</strong> materiale scadente, come è quasi tutto<br />
nelle costruzioni <strong>di</strong> questa città. Molte parti erano fatte <strong>di</strong><br />
mattoni fragili, ricoperti <strong>di</strong> gesso e calce. Due teste sono<br />
rimaste quasi integre e la gente poteva vederle adagiate<br />
tra le macerie, nei giorni successivi al crollo. Poi sono<br />
scomparse. Sarebbe interessante poterle ricercare per le<br />
case patrizie, in<strong>di</strong>viduare i canali attraverso i quali sono<br />
state vendute. Qualcuno <strong>di</strong>ce, però, che abbiano preso la<br />
via delle Alpi. Certo è più facile, conoscendo la gente, che<br />
siano state vendute per denaro piuttosto che conservate<br />
per amore o per cultura.<br />
E le vittime? Chiederete voi. Forse ce ne furono, ma<br />
vennero presto <strong>di</strong>menticate. Si <strong>di</strong>ce che passasse lì vicino<br />
anche un cavaliere straniero, che fu travolto sotto le<br />
prime macerie. Non ne furono trovate che le briglie e i<br />
finimenti del cavallo, <strong>di</strong>versi mesi dopo, quando la<br />
pulizia della piazza fu completa. Nient’altro. Di citta<strong>di</strong>ni,<br />
fortunatamente, ne rimasero sotto pochi.<br />
Qualche proprietario si è affrettato, dopo, ad abbattere<br />
altre torri, nel timore che potessero rovinare sul tetto<br />
della sua casa. Si temette persino per la torre grande della<br />
città, vicino al Duomo vecchio, che la Municipalità aveva<br />
<strong>di</strong> recente fatto caricare con tonnellate <strong>di</strong> pietra, per darle<br />
una nuova cella campanaria. Soltanto dopo lunghe perizie<br />
gli esperti assicurarono alfine che essa non correva al-<br />
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