La Maledizione di San Siro, 1999 - Liutprand
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<strong>San</strong>t’Apollinare<br />
rascorsero alcuni anni. Il Cecchino si am-<br />
T<br />
malò e dovette rassegnarsi ad abbandonare<br />
il quartiere centrale della città per trascorrere<br />
un lungo periodo <strong>di</strong> degenza in<br />
una casetta, <strong>di</strong> proprietà dei monaci neri<br />
<strong>di</strong> <strong>San</strong> Tommaso, sita sui terreni del convento <strong>di</strong> <strong>San</strong>t’Apollinare,<br />
fuori delle mura orientali della città. Il<br />
convento era stato <strong>di</strong>strutto ed abbandonato negli anni<br />
1524-25, all’epoca della grande battaglia <strong>di</strong> Pavia, ma le<br />
sue rovine, poste su una collina che offriva dall’alto una<br />
bella vista dell’intera città, offrivano sede adatta per una<br />
specie <strong>di</strong> piccola casa <strong>di</strong> riposo, ove i frati ospitavano<br />
malati bisognosi <strong>di</strong> aria buona e <strong>di</strong> passeggiate tra i vigneti.<br />
Qui un tempo erano state raccolte le ossa <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />
Bovo, cavaliere e pellegrino, <strong>di</strong>venuto patrono <strong>di</strong><br />
Voghera.<br />
Può essere <strong>di</strong> qualche interesse leggere quanto scrisse<br />
a tale proposito verso il 1570 Stefano Breventano, bidello<br />
dell’Accademia pavese degli Affidati, nella Istoria della<br />
antichità, nobilità, et delle cose notabili della città <strong>di</strong> Pavia:<br />
«<strong>San</strong>to Apollinare or<strong>di</strong>nato Vescovo da <strong>San</strong> Pietro, fu da<br />
lui mandato à Ravenna ad amaestrare que popoli nella fede<br />
<strong>di</strong> Giesu Xpo dove finalmente dopo d’haver fatto molti<br />
miracoli fù da persecutori della Christiana fede crudelmente<br />
fatto morire, sotto lo Imperio <strong>di</strong> Vespasiano, il cui sacro<br />
corpo dopo molt’anni portato à Pavia fù honoratamente<br />
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