La Maledizione di San Siro, 1999 - Liutprand
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l’assenza <strong>di</strong> formule magiche e <strong>di</strong> altre espressioni in lingue<br />
morte o esotiche. Il titolo del volume, scritto in caratteri<br />
capitali, era “<strong>La</strong> vera historia della male<strong>di</strong>ctione del sancto<br />
Syro, protovescovo”. Con uno stupore via via crescente,<br />
i due si immersero nella lettura <strong>di</strong> una storia raccapricciante<br />
e scoprirono che proprio lì, sotto i loro pie<strong>di</strong>, molto<br />
tempo prima erano stati i simulacri e il santuario <strong>di</strong> un<br />
cruento culto pagano, consacrato alla dea Cibele. Tale<br />
culto si era mantenuto a lungo, perché il tempio, ritenuto<br />
il principale della città, non era stato smantellato, neppure<br />
nei primi secoli del dominio longobardo. Gruppi <strong>di</strong> fedeli<br />
della crudele dea orientale avevano mantenuto la<br />
loro roccaforte proprio nel cuore della città e solo verso<br />
l’anno 680, quando gli Ariani si erano unificati con gli<br />
altri Cristiani, la nuova religione era riuscita a<br />
smantellare il tempio pagano e a trasformarne le vestigia,<br />
costruendo al suo posto una nuova Cattedrale. Tuttavia,<br />
per non provocare un aperto conflitto con certi potenti<br />
citta<strong>di</strong>ni legati alle antiche tra<strong>di</strong>zioni, alcuni resti del<br />
vecchio culto non erano andati <strong>di</strong>strutti, ma erano stati<br />
incorporati nelle strutture del nuovo Tempio.<br />
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