La Maledizione di San Siro, 1999 - Liutprand
La Maledizione di San Siro, 1999 - Liutprand
La Maledizione di San Siro, 1999 - Liutprand
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
e vedere, lungo il filo delle mura, il chiarore dell’alba che<br />
annunciava il nuovo giorno. <strong>La</strong> festa per l’arrivo del giovane<br />
pastore era stata commovente, ma ancor <strong>di</strong> più gli<br />
s’impressero nella memoria e gli accesero speranza le conoscenze,<br />
che man mano approfon<strong>di</strong>va, con gli altri<br />
membri del gruppo, pieni <strong>di</strong> entusiasmo e <strong>di</strong> volontà <strong>di</strong><br />
costruire un mondo nuovo.<br />
Il capitolo che parlava della male<strong>di</strong>zione vera e propria<br />
era stato reso illeggibile da ampie macchie <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà<br />
e <strong>di</strong> muffa. Diverse pagine erano rovinate e si potevano<br />
solo <strong>di</strong>stinguere alcune frasi, scritte posteriormente a piè<br />
<strong>di</strong> pagina, con gli strani caratteri <strong>di</strong> una scrittura che il ragazzo<br />
- <strong>di</strong>ventato agli occhi del Cecchino un esperto poliglotta<br />
- giu<strong>di</strong>cò poter essere arabo... e con, quel po’ <strong>di</strong> conoscenza<br />
<strong>di</strong> lingue semitiche che era riuscito ad apprendere<br />
in Seminario, cominciò a compitare: «al-ki-ta-bùn-alma-halla-qat...<br />
al-mu-alim-al-abu-suri...». Il Cecchino seguiva<br />
religiosamente la lettura del vecchio testo e accompagnava<br />
gli sforzi <strong>di</strong> Ottavio per decifrare quegli strani<br />
caratteri. Pur nella sua ignoranza, era come se gli si<br />
aprisse davanti una porta, rimasta per tanto tempo socchiusa,<br />
<strong>di</strong>etro la quale stavano sogni e ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> cose intraviste<br />
nella sua infanzia, quelle rare volte che era riuscito<br />
ad entrare nel laboratorio dello zio.<br />
I due non potevano fare a meno <strong>di</strong> pensare che i cimeli<br />
dell’antico culto stavano proprio sotto <strong>di</strong> loro, una cinquantina<br />
<strong>di</strong> braccia più in basso dei loro pie<strong>di</strong>, e che forse<br />
in qualche anfratto sotterraneo si potevano celare ancora<br />
chissà quali misteri <strong>di</strong> un tempo recon<strong>di</strong>to, <strong>di</strong> una sapienza<br />
<strong>di</strong>menticata o <strong>di</strong> tremen<strong>di</strong>, indescrivibili orrori.<br />
33