Fagioli_lucchesia

definire la differenza fra le due varietà sembra il
colore: lo Stringa ha un caratteristico colore tendente
al rosa e che definiremmo “camoscio-rosso”
con venature più lievi, mentre il Metro è più scuro
(colore camoscio-marrone) con venature più marcate.
Del resto già dai dati reperiti durante il censimento
delle varietà autoctone avevamo messo in
evidenza la particolarità della colorazione rosata del
seme dello Stringa di Lucca rispetto agli altri fagioli
serpenti con seme molto più scuro.
Confronto Stortino di Lucca- Sunray - Primel
Questo confronto in realtà è parso subito superfluo
quando abbiamo visto la differenza tra il
seme dello Stortino e le foto dei fagioli sulle confezioni
dei testimoni. La prova ha infatti messo in evidenza
che le differenze sono tutte particolarmente
significative: il portamento della piante è diverso
(rampicante nello Stortino, nano negli altri due);
l’epoca di fioritura è più tardiva nello Stortino; il
colore dei fiori è violetto nello Stortino, bianco in
Primel e Sunray; il baccello è differente sia per
quanto riguarda la sezione trasversale (ellittica
quella dello Stortino e circolare quella degli altri),
sia per la curvatura, più accentuata nello Stortino,
sia per il colore (giallo lo Stortino, verdi gli altri
due); il seme, di forma ovale quello dello Stortino,
tendente all’ellittico quello degli altri due; e soprattutto
il colore, tipicamente nero quello dello Stortino,
tendente al marrone quello degli altri due.
Pur non essendo quest’ultimo carattere risultato
determinante, ci sembra importante ricordare
che avevamo già evidenziato come il colore nero
sia una peculiarità tipica dello Stortino di Lucca. A
questo proposito è importante ricordare che la
varietà Stortino di Lucca era iscritta fin dal 1977
nel Registro nazionale italiano delle varietà di Specie
ortive con i seguenti tre sinonimi: Anellino
giallo a grano marmorizzato grigio, Gancetto giallo,
Anellino burro. Tale iscrizione è perdurata fino
all’aggiornamento del Registro nel 1999, mentre
nell’aggiornamento immediatamente successivo risalente
al 2002 la varietà non compariva più perché
era stata cancellata.
Confronto Schiaccione di Pietrasanta
- Piattella pisana
In questo caso si confrontano due varietà autoctone
localizzate in territori diversi (Versilia e Pian di
Pisa), ma che condividono una comune area commerciale.
Dobbiamo peraltro osservare come nel
lavoro effettuato dall’Università degli Studi di Pisa
sulla selezione e caratterizzazione della Piattella
pisana, le due varietà (i piattelli pisani in realtà non
sono una varietà, ma un coacervo di genotipi diver-
I FAGIOLI DELLA LUCCHESIA
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si) sono già state messe a confronto e hanno mostrato
alcune differenze. Lo Schiaccione di Pietrasanta
risulta un forte rampicante, mentre la Piattella pisana
è un debole rampicante, e ciò può dipendere dall’adattamento
genetico al diverso modo di allevamento,
con sostegni e irriguo in Versilia, a terra e in
asciutta nel Pian di Pisa. Possiamo dire di aver raggiunto
lo stesso risultato e le differenze, non troppo
marcate, sono soprattutto a carico di lunghezza e
forma del baccello (più lungo e più dritto quello
dello Schiaccione) e del seme, reniforme quello
della Piattella, con sezione trasversale più compressa
quello dello Schiaccione di Pietrasanta e dimensioni
mediamente minori quello della Piattella pisana.
Confronto Aquila o Lupinaro - Mascherino
Sono due varietà molto caratterizzate, discretamente
produttive. L’Aquila ha mostrato più similitudini
col Fico di Gallicano (che però ha un seme
nettamente diverso) come portamento della pianta,
forma del baccello e per il fatto di avere i baccelli
raggruppati quasi a grappolo come i lupini (da
qui il nome Lupinaro). Lo stesso uso in cucina
(entrambi sono biuso) li rende simili. Per concludere
è interessante osservare che l’Aquila è una
varietà molto sensibile alle alte temperature e ad
alcuni parassiti quale, in particolare, il ragnetto
rosso: questa caratteristica lo ha reso ad alto rischio
di estinzione.
Conclusioni
Le prove effettuate hanno costituito un importante
passo avanti nella conoscenza delle varietà
autoctone dei fagioli della Lucchesia. Non possono
considerarsi conclusive, nel senso che non sono riuscite
a sciogliere tutti i dubbi maturati durante la
fase di censimento; anzi, in alcuni casi, hanno accresciuto
dubbi e interesse per spingerci ad approfondire
l’indagine. Del resto, quando si parla di prodotti
autoctoni come i fagioli che hanno una enorme
variabilità, è particolarmente difficile arrivare ad
avere certezze soprattutto quando le differenze somatiche
fra alcune varietà sono solo sfumature;
senza dubbio, in questi casi dovremmo approfondire
la ricerca indagando sulla genetica delle varietà.
Non possiamo escludere l’esistenza in altre
zone anche di varietà fortemente caratterizzate
senza che vengano meno i presupposti perché possano
comunque essere considerate varietà locali
tradizionali; l’unicità, giova ripeterlo, sta non solo
nelle caratteristiche varietali, ma è altresì legata al
territorio, inteso come insieme di caratteristiche
ambientali (pedologiche e climatiche) e culturali.
Il lavoro sin qui svolto ha permesso di distingue-