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N. 29 - Capri

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Ada Negri, nei Canti dell’isola,<br />

la raffigura come “nutrita di<br />

roccia” e le dedica un’ode<br />

col suo stesso nome, Euphorbia:<br />

«T’è impresso sul volto<br />

di fiore il mistero della madre pietra. /<br />

Splendi in aprile come un disco d’oro (..)<br />

/ O velenosa, sei bella; ma niun s’attenta a<br />

toccare i tuoi fiori perfetti».<br />

La “vavolla” caprese, Euphorbia dendroides<br />

per i botanici, erompe dalla nuda pietra in<br />

uno squillante grido di vita. Balze e dirupi<br />

sono il suo regno: sfolgora sugli appiombi<br />

da vertigine del Parco Astarita; avvolge in<br />

un anfiteatro d’oro il candore di Villa La<br />

Solitaria, anch’essa aggrappata alla roccia.<br />

Già sulle roccette a lato della via in salita<br />

dal porto di Marina Grande accoglie a<br />

primavera con il solare benvenuto dei suoi<br />

fiori, quasi a mettere subito in chiaro di essere<br />

uno dei simboli dell’isola.<br />

Pianta-tavolozza<br />

La forma vigorosa è una cupola perfetta,<br />

addolcita dal traforato merletto dei fiori.<br />

L’euforbia arborea ama associarsi in fitte<br />

comunità: ricopre ampie superficie con<br />

un mare dorato, dove le cupole sembrano<br />

onde inquiete. Potrebbe davvero definirsi<br />

“vestita di sole”, racchiudendone tra fiori<br />

e foglie, in un’inesauribile magia cromatica,<br />

tutte le infinite sfumature: dal pallore<br />

dell’alba all’oro sfolgorante del mezzogiorno<br />

fino al tramonto più sanguigno.<br />

Quando il fiore giallo-sulfureo cade, il<br />

punto d’attazione si sposta sulle foglie:<br />

all’inizio della stagione calda la pianta inizia<br />

a spogliarsi con una lentezza che pare<br />

studiata per dar tempo alle foglie caduche<br />

di mutare colore dal verde al rosso scarlatto,<br />

al ruggine, al bronzo. Infine la tavolozza<br />

si spegne di nuovo nell’oro, questa volta<br />

pallidissimo.<br />

Norman Douglas, affascinato da questa<br />

danza lenta, osserva in La terra delle Sirene<br />

che «non esistono due cespugli eguali,<br />

nemmeno quando le radici si intrecciano<br />

tra loro. Bianco terreo o spettrale, arancione,<br />

marrone e vermiglio, dal rosa corallino<br />

al rame bruciato molto carico, dallo<br />

T. RIZZOTTI<br />

[Natura]<br />

zafferano più tenue al giallo oro carico. Le<br />

varietà rosse spiccano da lontano e spesso<br />

risplendono con una specie di iridescenza<br />

luminosa, che costituisce un prezioso tocco<br />

di civetteria, come il reflet metallique della<br />

maiolica orientale». La tinta purpurea segue<br />

alla concentrazione di pigmenti antociani:<br />

perso il proprio oro, a maggio l’euforbia<br />

contende l’attenzione al giallo squillante<br />

delle ginestre in fiore con l’esibizione infuocata<br />

delle foglie.<br />

L’insidia del veleno<br />

Ma il fascino cela l’insidia di un potente<br />

tossico. Come tutte le euforbie la pianta<br />

geme un lattice irritante appena se ne spezza<br />

un ramo, dal sapore acre e bruciante per<br />

chi fosse così sprovveduto da assaggiarlo.<br />

Persino le capre se ne tengono ben lontane,<br />

e la macchia ad euforbia si diffonde incontrastata<br />

nelle plaghe più aride.<br />

Volgendo in positivo le proprietà corrosive<br />

della pelle il lattice era usato a<br />

<strong>Capri</strong> in medicina popolare per estirpare<br />

verruche e calli. Norman Douglas ricorda<br />

anche un altro utilizzo curioso (e<br />

rischioso): per evitare il servizio militare<br />

«I giovani si mettevano negli occhi una<br />

goccia di lattice, che procurava una vistosa<br />

infiammazione e mise in serio imbarazzo i<br />

buoni dottori fino a quando il trucco non<br />

diventò troppo noto».<br />

Un utilizzo ancora più spregiudicato era<br />

fatto sin dall’antichità da certi pescatori<br />

delle coste del<br />

Il merletto fiorito<br />

dell’euforbia. A sinistra, Mediterraneo dove<br />

la roccia sottostante<br />

Villa San Michele avvolta l’Euphorbia den-<br />

da cespugli di euforbia.<br />

droides cresce, avendo<br />

scoperto che<br />

perfino i pesci<br />

Euforbia in bloom. (Left)<br />

The cliff beneath Villa<br />

San Michele covered in<br />

euforbia shrubs.<br />

<br />

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