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N. 29 - Capri

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84<br />

[Profili]<br />

confortevole l’abitazione, lo scrittore fece<br />

aprire una grande finestra dello studio al secondo<br />

piano, affacciata sul mare e i Faraglioni.<br />

La casa, benché non grande, possedeva<br />

anche un bel giardino e un belvedere a picco<br />

sulla scogliera.<br />

Solo dopo alcuni mesi, Gorki cominciò ad<br />

esplorare l’isola e a frequentare gli abitanti,<br />

verso i quali ebbe subito grande benevolenza,<br />

specialmente quelli più umili, che gli ricordavano<br />

i tanti compagni di vita della sua cruda<br />

giovinezza. Nel giro di poche settimane i suoi<br />

connazionali cominciarono ad assediarlo.<br />

Come una potente calamita attraeva a <strong>Capri</strong><br />

fuorusciti, artisti, o semplici derelitti che si<br />

affollavano ad ogni ora alla sua casa e ai quali<br />

offriva generosa ospitalità. I dopo cena poi,<br />

che si protraevano fin quasi al mattino, erano<br />

ravvivati da discussioni letterarie e politiche<br />

alternate da canti e balli accompagnati da<br />

Adolfo Schiano che, barbiere il mattino si<br />

trasformava la sera in estemporaneo e dotato<br />

chitarrista. Tra gli amici che frequentarono<br />

con maggiore assiduità lo scrittore vi furono<br />

Bodganov, Regacewski e Lunaciarski. Con<br />

loro fu avviata la “Scuola di tecnica rivoluzionaria”,<br />

finanziata da Gorki con i proventi dei<br />

diritti d’autore e della sua attività di editore.<br />

A trovarlo, arrivavano dalla Svizzera a volte<br />

anche la moglie e il figlio. Ecco allora scatenarsi<br />

una guerra silenziosa tra le due donne,<br />

della quale lui faceva finta di non accorgersi.<br />

Altre volte a creare nervosismo nelle sue<br />

giornate operose era la polizia che seppure<br />

sobriamente teneva d’occhio quel via vai di<br />

persone. Alle “lezioni” Gorki preferiva però<br />

i viaggi a Napoli, città che adorava, o lunghe<br />

battute di pesca con i pescatori dell’isola con<br />

i quali riusciva a comunicar senza conoscere<br />

una parola di italiano. Loro per contraccambiare<br />

quella simpatia, raccoglievano per lui<br />

e la sua compagna i molluschi attaccati agli<br />

scogli, di cui erano ghiottissimi, e che in<br />

suo onore chiamarono “patelle di Massimo<br />

Gorki”.<br />

Il periodo caprese coincise con una straordinaria<br />

attività letteraria. Così scriveva entusiasta<br />

al suo amico Leonid N. Andreev: «Il golfo<br />

di Napoli – e soprattutto <strong>Capri</strong> – è più bello<br />

e più profondo dell’amore e delle donne. In<br />

amore scopri subito tutto, qui non so neppure<br />

se sia possibile scoprire tutto».<br />

Tra i ricordi personali che l’allora giovanissimo<br />

scrittore Settanni ci ha lasciato, spiccano<br />

le descrizioni del caratteristico incedere<br />

dello scrittore «con<br />

le spalle curve, con i<br />

Tre immagini<br />

passi di un vagabondo<br />

del soggiorno<br />

caprese di Gorkij.<br />

divoratore di infinite Nella foto a sinistra<br />

è con il cantante<br />

distanze» e la sua vo-<br />

Saljapin.<br />

Three images from<br />

ce «sibilante e molle<br />

Gorky’s time on <strong>Capri</strong>.<br />

insieme, a raffiche e a (Left) Photo of Gorky<br />

with the singer<br />

soffi, che accarezzava<br />

Saljapin.

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